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Art&Finance: “Namnsdag”/“Giorno di festa” di Fanny Brate (Scheda di Lettura)

In questo appuntamento settimanale, Art&Finance si sofferma su una pittrice svedese poco nota in Italia: Fanny Brate, nata a Stoccolma il 26 febbraio 1861. Per celebrare i centosessanta anni dalla nascita di tale artista, è stata stilata la scheda di lettura dell’opera più nota di Fanny Brate che – nel caso specifico – rappresenta anche la scelta più appropiata: “Namnsdag” (“Giorno di festa”) del 1902.

COSA. Opera
Oggetto: Dipinto
Autore: Fanny Brate
Titolo: Namnsdag (“Giorno di festa”)
Data o periodo di realizzazione: 1902
Dimensioni: 88,0 x 110 cm
Materiali: Tela
Tecnica: Pittura ad olio
Luogo di conservazione: Museo nazionale di Stoccolma, Svezia.

Iconografia: Opere d’arte visiva. Pittura di genere. Il dipinto raffigura un interno domestico in cui si svolge una scena di vita familiare: i preparativi che precedono un giorno di festa (Onomastico/Namnsdag). Elementi architettonici/arredamento d’interni: 6 sedie color bianco sporco con sedute/cuscini di colore celeste in stile gustaviano (stile d’arredamento nato e sviluppatosi in Svezia sotto il regno di Gustavo III, per questo chiamato “Gustaviano”) del XVIII secolo; un divano dello stesso stile; una chaise longue stesso stile; un tavolo rotondo coordinato; un servizio da tè/caffè per sei persone di colore bianco, una piccola lattiera (da come è dipinta fa pensare sia di vetro/cristallo); un cucchiaino, una alzatina (vetro/cristallo); una ciotola; due vasi per i fiori di diverse dimensioni; un lampadario sontuoso; due finestre; tre quadri in stile antico (il più grande fa pensare alla rappresentazione dell’Ultima Cena); tendaggi. Elementi paesaggistici: fiori di campo (margherite, genziana e altri); rose; edera; attraverso le fineste, in lontananza accennati: prato; alberi; cielo.

COME. Opera

Stile: L’opera in esame, così come le altre, riflette a tratti l’influenza dell’espressione artistica del pittore e illustratore svedese Carl Larsson. Questo si evince, soprattutto, in merito alla scelta dei temi, dei soggetti rappresentati: momenti di vita di una famiglia svedese in armonia con la natura e l’ambiente circostante.

Linguaggio: È un linguaggio pacato, dai toni calmi e rasserenanti, che infonde serenità in chi osserva il dipinto. Come scritto in precedenza, Fanny Brate racconta su tela le fasi che precedono i preparativi di una festa di onomastico che si svolgerà in un ampio salone (probabilmente la tenuta del marito Erik Brate), la mise en place, gli addobbi floreali, i dolci e così via. Primeggia il colore bianco, il quale rende luminosa tutta l’opera. Accanto al bianco, la pittrice utilizza colori a tinte pastello. Attraverso l’applicazione uniforme di colori delicati e luminosi la pittrice riesce a fare immergere l’osservatore in tale atmosfera idilliaca. Di forma rettangolare, l’opera è stata sviluppata in orizzontale, offrendo una inquadratura frontale della scena. Nella parte superiore del quadro, in primo piano, lo sguardo viene catturato da un lampadario importante che richiama quelli in cristallo e candele bianche per illuminare la stanza. In corrispondenza del lampadario, si intravede una sorta di semicerchio di un tenue color ceruleo che spicca rispetto al bianco del soffitto. Questo fa pensare che in quel punto – ad esaltare tale complemento di arredo – ci sia dipinto un affresco. Quest’ultimo, viene richiamato dal trompe l’oeil/affresco dal motivo floreale (almeno così sembra) che incornicia la sala, in tinta con i colori predominanti usati nel dipinto: bianco e ceruleo/celeste. Lo spazio medio alto è organizzato geometricamente da tre quadri di forma rettangolare di diversa dimensione. Il più grande dei tre dipinti è stado dipinto in maniera più nitida e sembra avere come soggetto l’Ultima Cena. Un tema religioso che potrebbe rafforzare il tema rappresentato nell’opera “Namnsdag”, ovvero onomastico in italiano. Tale dipinto è separato dagli altri due da una finestra a due ante con dei tendaggi leggeri semi trasparenti di color bianco. A loro volta, le finestre sembrano un dipinto nel dipinto, visto che da esse si intravede un angolo della natura che circonda la tenuta/casa. La parte inferiore dei quadri e delle finestre dividono in due lo spazio dell’opera. Così, a metà quadro – in secondo piano – si possono notare delle sedie messe in fila una accanto all’altra, il divano e chaise longue, il tutto disposto in maniera rigorosamente ordinata lungo tutta la parete e mezza raffigurata. In primo piano, in evidenza, troviamo la tavola imbandita a festa: la protagonista del dipinto. Quest’ultimo elemento, infatti, suggerisce la chiave di lettura del tema dipinto dall’artista. Servizio da tè/caffè, i fiori, i dolci sul tavolo trasportano emotivamente l’osservatore in quella atmosfera che preannuncia un giorno festivo. A rendere possibile tutto ciò, le due giovani figure femminile, una bambina e una ragazza di qualche anno più grande. La prima intenta a sistemare gli addobbi floreali sul tavolo, l’edera e i fiori di campo, mentre la seconda è rappresentata intenta a traportare delle leccornie che – da ciò che si intuisce – andrà a sistemare sul tavolo. Tale soggetto imprime un po’ di dinamicità al dipinto, attraverso il piede indietro semi sollevato che dà il senso del movimento in camminata. L’andamento garbato e la postura della giovane ragazza sottolineano la sua appartenenza ad una famiglia benestante/borghese. Anche i colori degli abiti delle due figure femminili sono in linea con le tinte colo pastello del dipinto.

CHI. Artista

Biografia: Fanny Ingeborg Matilda Ekbom, più nota con il cognome da sposata Brate – Pittrice (Stoccolma, 26 febbraio 1861Stoccolma 24 aprile 1940). Figlia di un dipendente svedese della famiglia del Principe Carlo, duca di Västergötland, Fanny Brate dimostra sin da piccola la sua inclinazione per la pittura e l’arte. Dopo aver conseguito il diploma al Konstfack (Università dell’arte, dell’artigianato e Design) di Stoccolma, alla maggiore età viene ammessa all’Accademia reale svedese delle arti. Terminata la formazione accademica, inizia a viaggiare per l’Europa. Nel 1885 l’artista svedese fu insignita della Medaglia Reale per il dipinto “Konstvänner” (“Amici dell’arte”), in cui la stessa pittrice – vestita in abiti eleganti e parasole – compare nell’opera circondata da bambini e alcuni contadini, immersi in un paesaggio bucolico. Nel 1887 si unisce in matrimonio con il runologo Erik Brate. Da tale unione nacquero quattro figlie. Il matrimonio e la maternità portarono la Brate ad allontanarsi dalla pittura, ma non dall’arte. Infatti, nel 1891, divenne membro della Svenska Konstnärernas Förening (l’Associazione degli artisti svedesi). Sostenne e fu mecenate di diversi artisti.

Fra le sue opere, ricordiamo: “Sov så sött, baby i barnvagn” (“Sogni d’oro, bambino nella culla”, 1899); “Midsommar” (“Solstizio d’estate”, 1898), “Törnrosbukett” (“Vaso di rose canine”, 1938); “Porträtt av Astrid Brate” (“Ritratto di Astrid Brate”, 1901). Tuttavia, il suo dipinto più celebre, attualmente conservato al Museo Nazionale svedese delle arti a Stoccolma è “Namnsdag” (“Giorno di festa”) del 1902.  Oltre a dipingere quadri considerati patrimonio culturale – visto che rappresentano una testimonianza del modo di vivere della borghesia svedese di fine XIX secolo –, illustrò diversi libri per bambini.

Curiosità: Il quadro “Namnsdag” (“Giorno di festa”) è stato riprodotto su diversi oggetti: cartoline, lattine da tè, caffè e altro.

Rosy Merola

Rosy Merola

Definisco il mio percorso professionale come un “volo pindarico” dalla Laurea in Economia e Commercio al Giornalismo. Giornalista pubblicista, Addetta stampa, Marketing&Communication Manager, Founder di SinergicaMentis. Da diversi anni mi occupo della redazione di articoli, note e recensioni di diverso contenuto. Per il percorso di studi fatto, tendenzialmente, mi occupo di tematiche economiche. Nello specifico, quando è possibile, mi piace mettere in evidenza il lato positivo del nostro Made in Italy, scrivendo delle eccellenze, start-up, e delle storie di uomini e donne che lo rendono speciale. Tuttavia, una tantum, confesso di cadere nella tentazione di scrivere qualcosa che esula dalla sfera economico-finanziaria (Mea Culpa!). Spaziando dall'arte, alla musica, ai libri, alla cultura in generale. Con un occhio di riguardo nei confronti dei giovani esordienti e di quelle realtà che mi piace definire "startup culturali". Perché, se c'è una frase che proprio non riesco a digerire è che: "La cultura non dà da mangiare". Una affermazione che non è ammissibile. Soprattutto in Italia.