Appuntamenti/AgendaOpen Art... open Mentis

Da Monet a Canova: le mostre autunnali di Arthemisia

 

Monet e gli impressionisti in Normandia
13 settembre 2019 – 16 febbraio 2020
Palazzo Mazzetti, Asti

(Claude Monet, Barche sulla spiaggia di Etretat, 1883. Olio su tela, 65×81 cm. Fondation Bemberg, Toulouse)

Dopo il grande successo della mostra Chagall. Colore e magia conclusasi il 3 febbraio che ha accolto 46.908 visitatori, grazie ad un progetto condiviso con Vittorio Sgarbi, dal 13 settembre arriva a Palazzo Mazzetti di Asti un eccezionale corpus di 75 opere che racconta il movimento impressionista e i suoi stretti legami con la Normandia.
Sul palcoscenico di questa terra, pittori come Monet, RenoirDelacroix e Courbet – in mostra insieme a molti altri – colgono l’immediatezza e la vitalità del paesaggio imprimendo sulla tela gli umori del cielo, lo scintillio dell’acqua e le valli verdeggianti della Normandia, culla dell’Impressionismo.

Grazie alla Fondazione Asti Musei, la mostra “Monet e gli impressionisti in Normandia. Capolavori dalla Collezione Peindre en Normandie” curata da Alain Tapié, ripercorre le tappe salienti della corrente artistica: opere come Falesie a Dieppe (1834) di Delacroix, La spiaggia a Trouville (1865) di Courbet, Camille sulla spiaggia (1870) e Barche sulla spiaggia di Étretat (1883) di Monet, Tramonto, veduta di Guernesey (1893) di Renoir – tra i capolavori presenti in mostra – raccontano gli scambi, i confronti e le collaborazioni tra i più grandi dell’epoca che – immersi in una natura folgorante dai colori intensi e dai
panorami scintillanti – hanno conferito alla Normandia l’immagine emblematica della felicità del dipingere.
Un progetto espositivo che si concentra sul patrimonio della Collezione Peindre en Normandie, una delle collezioni più rappresentative del periodo impressionista, accanto a opere provenienti dal Musée Alphonse-Georges-Poulain di Vernon, dal Musée Marmottan Monet di Parigi e dalla Fondazione Bemberg di Tolosa.

 

Chagall. Sogno e magia
20 settembre 2019 – 1 marzo 2020
Palazzo Albergati, Bologna

(Marc Chagall, Mazzo di fiori su sfondo rosso, 1970 ca. Olio su tela, 41×32,5 cm. Private Collection, Swiss. © Chagall®, by SIAE 2019)

Dal 20 settembre, a Palazzo Albergati di Bologna, una mostra dedicata al grande artista russo, Chagall. Sogno e Magia160 opere che raccontano, attraverso il filo conduttore della sensibilità poetica e magica, l’originalissima lingua poetica di Marc Chagall (1887-1985).
La cultura ebraica, la cultura russa e quella occidentale, il suo amore per la letteratura, il suo profondo credo religioso, il puro concetto di Amore e quello di tradizione, il sentimento per la sua sempre amatissima moglie Bella, in 160 opere tra dipinti, disegni, acquerelli e incisioni. Un nucleo di opere rare e straordinarie, provenienti da collezioni private e quindi di difficile accesso per il grande pubblico.

La mostra Chagall. Sogno e Magia vede il patrocinio del Comune di Bologna ed è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia. Curata da Dolores Duràn Ucar, la mostra racconta il mondo intriso di stupore e meraviglia dell’artista. Nelle opere coesistono ricordi d’infanzia, fiabe, poesia, religione ed esodo, un universo di sogni dai colori vivaci, di sfumature intense che danno vita a paesaggi popolati da personaggi, reali o immaginari, che si affollano nella fantasia dell’artista.
Opere che riproducono un immaginario onirico in cui è difficile discernere il confine tra realtà e sogno.
La mostra, che resterà aperta fino al 1 marzo 2020, si divide in cinque sezioni in cui sono riassunti tutti i temi cari a Chagall: Infanzia e tradizione russaSogni e fiabeIl mondo sacrola BibbiaUn pittore con le ali da poetaL’amore sfida la forza di gravità.

Andy Warhol
26 settembre 2019 – 23 febbraio 2020
Basilica della Pietrasanta – Lapis Museum, Napoli

(Andy Warhol, Vesuvius, 1985. Serigrafia su carta, 81×100 cm, AP 3/50. Collezione Eugenio Falcioni. © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc. by SIAE 2019 per A. Warhol)

Alla Basilica della Pietrasantadal 26 settembre, in mostra oltre 200 opere di Andy Warhol con un’intera sezione dedicata all’Italia e un focus sulla città di Napoli.
Dopo il grande successo della mostra di Escher al PAN – 102.658 visitatori – e di quella di Chagall – ancora aperta fino all’8 settembre e che ha raggiuto ad oggi circa 60.000 visitatori – Arthemisia conferma la propria fiducia nella città partenopea investendo nuovamente sulla straordinaria Basilica della Pietrasanta.

Un’esposizione interamente dedicata al mito di Andy Warhol giunge alla Basilica di Pietrasanta di Napoli che, dal 26 settembre 2019 al 23 febbraio 2020 e con oltre 200 opere scelte, regala al pubblico una visione completa della produzione artistica del genio americano che ha rivoluzionato il concetto di opera d’arte a partire dal secondo dopoguerra.

Immortali icone, ritratti, polaroid e disegni: nel capoluogo campano arriva quel mondo Pop che ha segnato l’ascesa di Warhol come l’artista che ha stravolto in maniera radicale qualunque definizione estetica precedente, attraverso miti dello Star System e del merchandising come le intramontabili Campbell’s Soup, il ritratto serigrafato di Marilyn derivato da un fotogramma di Gene Korman, le celebri serigrafie di Mao del 1972 e il famosissimo Flowers del 1964.

Accanto a opere che raccontano la scena americana agli inizi del ‘900, nelle sale della Pietrasanta anche lavori che rivelano il rapporto di Warhol con l’Italia e un focus dedicato alla città di Napoli col suo Vesuvius del 1985 e il Ritratto di Beuys, realizzato nel 1980 in occasione della mostra tenutasi presso la Galleria Amelio.

La mostra Andy Warhol è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia e Eugenio Falcioni in collaborazione con l’Associazione Pietrasanta Polo Culturale Onlus e Art Motors ed è curata da Matteo Bellenghi.

Canova. Eterna bellezza
9 ottobre 2019 – 15 marzo 2020
Museo di Roma – Palazzo Braschi, Roma

(Antonio Canova, Dancer, 1806 – 1812. Marmo, 179x76x67 cm. Photograph © The State Hermitage Museum, 2019. Photo by Alexander Lavrentyev, Alexander Koksharov)

Dal 9 ottobre 2019 prende il via Canova. Eterna bellezza: una mostra-evento dedicata al legame di Canova con la città di Roma che, fra Settecento e Ottocento, fu la fucina del suo genio e un’inesauribile fonte di ispirazione. Un rapporto, quello tra lo scultore e la città, che emerge in una miriade di aspetti unici e irripetibili.
Incorniciati all’interno di un allestimento dall’eccezionale effetto scenografico, oltre 170 opere di Canova e artisti a lui coevi animano le sale del Museo di Roma in Palazzo Braschi: in uno spettacolare gioco di luci e ombre, tra eleganti movenze e apparizioni di mitiche divinità, l’esposizione capitolina racconterà in 13 sezioni l’arte canoviana e il contesto che lo scultore trovò giungendo nell’Urbe nel 1779.

Attraverso ricercate soluzioni illuminotecniche, lungo il percorso espositivo sarà rievocata la calda atmosfera a lume di torcia con cui l’artista, a fine Settecento, accoglieva i suoi ospiti nell’atelier di via delle Colonnette.
A definire la trama del racconto, preziosi prestiti provenienti da importanti Musei e collezioni: l’Ermitage di San Pietroburgo, i Musei Vaticani e Capitolini, la Gypsotheca e Museo Antonio Canova di Possagno, il Museo Civico di Bassano del Grappa, il Museo Correr di Venezia, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, le Accademie di Belle Arti di Bologna e di Ravenna, l’Accademia Nazionale di San Luca, il Musée des Augustins di Toulouse, i Musei di Strada Nuova-Palazzo Tursi di Genova, fino al Museo Civico di Asolo, solo per citarne alcuni.

La mostra Canova. Eterna bellezza, promossa e prodotta da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Arthemisia, organizzata con Zètema Progetto Cultura e curata da Giuseppe Pavanello, è ospitata fino al 15 marzo 2020 al Museo di Roma.
La mostra è realizzata in collaborazione con l’Accademia Nazionale di San Luca e con Gypsotheca e Museo Antonio Canova di Possagno.

Enigma Pinocchio. Da Giacometti a LaChapelle
22 ottobre 2019 – 22 marzo 2020
Villa Bardini, Firenze

(Jim Dine, White Gloves, 4 Wheels, 2007. Smalto a base olio e carboncino su legno, 207x148x61 cm. The Artist, courtesy of Richard Gray Gallery. Jim Dine © Jim Dine by SIAE 2019)

Arriva a Firenze una mostra interamente dedicata alla creatura di Collodi, la marionetta di legno, simbolo universalmente noto dell’Italia e della Toscana: Pinocchio.
Protagonista dell’ universo immaginario di grandi artisti del Novecento, la sua figura, il mito e l’enigma nascosto in una delle immagini più conosciute al grande pubblico e l’importante ruolo che ha avuto all’interno del panorama artistico del secolo appena trascorso in mostra a Firenze nella splendida cornice di Villa Bardini.

Pinocchio, le cui avventure e la cui storia sono tra i racconti più conosciuti e tradotti al mondo – reso interprete delle inquietudini della contemporaneità dalle migliori penne di questo Novecento, è al centro di una mostra a Villa Bardini di Firenze che – dal 22 ottobre 2019 al 22 marzo 2020 – vuole dare conto del ruolo e dell’importante passaggio che questa figura ha avuto nell’arte del secolo appena trascorso.
Da Giacometti a LaChapelle, da Munari a Paladino, da Calder Ontani, da McCarthy a Venturino Venturi, la marionetta di legno con le gambe e le braccia snodate, l’abito rosso e il cappellino bianco, ha segnato non solo l’immaginario collettivo ma anche l’arte a tutto tondo, che di questa mostra è protagonista.

Con il patrocinio del Comune di FirenzeENIGMA PINOCCHIO. Da Giacometti a LaChapelle è una mostra prodotta e organizzata da Generali Valore CulturaFondazione CR Firenze e Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron con il coordinamento del Gruppo Arthemisia, in collaborazione con Unicoop Firenze.
Curata da Lucia Fiaschi, da un’idea di Lucia Fiaschi e Ambra Nepi, nella splendida cornice di Villa Bardini, arriva la mostra che racconta le mille sfaccettature dell’enigmatica creatura – ancora una volta più contemporanea – che si allontana sempre di più dalle sole pagina dei libri ma che gli artisti, hanno spesso eletto a protagonista del loro universo immaginario.