Calamaio e Penna...

Lettere d’amore: “Sull’amore e sull’odio” (Cartesio)

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Egmond, 1°febbraio 1647

Voi volete sapere cosa pensi a proposito dell’amore… Io distinguo quello intellettuale, o ragionevole, dall’amore passionale. Il primo è sostanzialmente questo: quando l’anima percepisce qualche bene, presente o lontano, e lo giudica degno di sé, vuole unirsi a esso; ed entrambi diventano un tutt’uno… Se per esempio l’anima si accorgesse che in natura esistono cose bellissime da conoscere, vorrebbe amare certamente la conoscenza, in quanto la considera degna di sé; se scoprisse di averla, proverebbe gioia, in caso contrario tristezza e se ritenesse un bene raggiungerla, ne avrebbe desiderio. Sarebbe cosciente di ogni movimento solo riflettendo sui propri pensieri…

L’amore passionale… è un pensiero confuso, che i movimenti dei nervi provocano nell’anima, disponendola verso l’amore intellettuale. E’ come quando si ha sete e il senso di aridità alla gola è un pensiero confuso che spinge a bere; allo stesso modo l’amore e accompagnato da un senso di calore intorno al cuore e da un maggiore afflusso di sangue ai polmoni, che spingono le nostre braccia ad aprirsi come per afferrare qualcosa, e rendono l’anima desiderosa di unirsi a ciô che ha di fronte…

Solitamente questi due generi di amore si trovano congiunti, perché quando l’anima giudica qualcosa degno di sé provoca quei movimenti del cuore che suscitano le passioni d’amore; e quando il cuore è in questo stato l’anima immagina qualità amabili nell’oggetto, mentre in un’altra occasione vi scorgerebbe soltanto difetti… Per capire l’origine del calore che si forma intorno al cuore e gli altri movimenti dell’amore, credo che quando all’inizio l’anima si e unita al corpo abbia provato gioia… perché il corpo era ben disposto… In un secondo tempo ha provato amore, perché nel nostro corpo la materia scorre senza tregua come l’acqua in un fiume e ne richiede sempre di nuova… La mancanza di questo alimento ha causato poi tristezza, infine l’anima ha provato odio se tale alimento e stato sostituito con un altro non adatto al nutrimento del corpo. Queste sono le uniche quattro passioni che precedono la nascita… E poiché l’amore e dato da un alimento adeguato, che attraversando fegato, cuore e polmoni, provocava maggior calore, ancora oggi questo calore e congiunto all’amore, benché i motivi siano ben diversi… Aggiungo che diverse passioni, come la gioia, la tristezza, il desiderio, la paura, la speranza e altre ancora, accompagnano l’amore: così impediscono di sapere in cosa consista realmente. Questo è evidente. Soprattutto riguardo al desiderio; spesso viene confuso con l’amore, tanto che se ne distinguono due generi: amore come benevolenza, in cui il desiderio è minore; amore come concupiscenza, in cui il desiderio e molto violento e l’amore è debole… Oso comunque dire che l’amore è la passione più piacevole e utile che si può avere in questa vita. Può essere persino la più intensa, anche se per questo occorre la massima concentrazione, dato che siamo sempre distratti dalla presenza di altri oggetti… È vero, del resto, che l’uso della nostra lingua e la buona educazione non ci permettono di dichiarare alle persone molto più nobili di noi che le amiamo, ma soltanto che le rispettiamo, onoriamo, stimiamo e che siamo pronti a servirle con zelo e devozione… E non si creda che il nostro amore per qualcuno più nobile di noi sia minore rispetto a quello che proviamo per altri; sono convinto, invece, che sia più perfetto, tanto da far abbracciare con più ardore gli interessi della persona amata…

Vengo ora a rispondere all’altro quesito: se è peggiore l’eccesso di amore o di odio… Si può dire che una passione è peggiore di un’altra in quanto ci rende meno virtuosi, o perché ripugna di più la nostra soddisfazione; oppure perché ci spinge a più gravi eccessi provocando male agli altri… Credo che l’amore per qualcosa che non lo merita può renderci peggiori rispetto all’odio verso chi dovremmo amare; infatti è più pericoloso unirsi a una cosa malvagia, finendo per trasformarsi in essa, che voler restare divisi da una buona. Ma cambio opinione se osservo le inclinazioni e le abitudini provocate da tali passioni; l’amore, infatti, anche spinto all’eccesso, vuole comunque il bene dell’altro e non può corrompere quanto l’odio, che vuole sempre il male. L’esperienza, poi, insegna che anche le persone dabbene diventano malvagie quando sono costrette a odiare qualcuno; infatti, pur avendo giusti motivi per odiare, l’insistenza con cui si immaginano le cattiverie ricevute o augurate dai loro nemici li abitua alla malizia. Al contrario chi ama, anche se in modo eccessivo o frivolo, diventa spesso piü onesto e virtuoso di chi si rivolge ad altri pensieri… L’odio implica sempre tristezza e dispiacere… L’amore, qualunque eccesso raggiunga, invece dà piacere; e benché i poeti se ne dolgano spesso nei loro versi, credo che gli uomini eviterebbero di amare se non provassero più dolcezza che amarezza; le pene che si attribuiscono all’amore sono dovute alle altre passioni che l’accompagnano, cioè a desideri impossibii e a speranze infondate. Ma delle due passioni è l’amore che può indurre a fare più male se spinto all’eccesso, poiché per sua natura ha più forza e vigore dell’odio… Quando amiamo, infatti, affluisce al cuore il sangue più puro, inviando molti spiriti animali al cervello; e questo ci rende più forti e coraggiosi. Quando si odia, al contrario, l’amarezza del fiele e l’acidità della milza si mischiano al sangue, così arrivano pochi spiriti al cervello e si diventa più deboli, più freddi e più timidi. L’esperienza conferma ciò che ho detto; infatti gli Ercoli, i Rolandi e generalmente i più coraggiosi amano più ardentemente degli altri, mentre i deboli sono più inclini all’odio… I mali peggiori provocati dall’amore sono quelli compiuti per il solo piacere della persona amata, o per il proprio. Mi ricordo un’arguzia di Teofilo che può servire da esempio; egli fa dire a uno pazzo d’amore: ” O Dei, il bel Paride ha avuto una bella preda! Quell’amante fece bene ad accendere il rogo di Troia per spegnere il proprio!” E ciò mostra che a volte i più funesti disastri possono accompagnare un amore smodato e renderlo più piacevole aumentandone il prezzo.

Cartesio – René Descartes  “Sull’amore e sull’odio”, lettera scritta nel 1647 da Cartesio al suo amico Chanut, ambrasciatore di Francia a Stoccolma