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Parco Archeologico di Elea-Velia, VeliaTeatro 2015 – XVIII Edizione

repertorio (da VeliaTeatro 2013) (foto di M. Calocero)

ASCEA (SA) 29 GIUGNO 2015 – La commedia di Plauto e Aristofane, le suggestioni platoniche, la dimensione tragica e più profondamente umana del passato classico. Elementi caratterizzanti VeliaTeatro 2015, il festival dedicato al teatro antico nello scenario dell’acropoli del Parco Archeologico di Elea-Velia, ad Ascea (Sa), nel Cilento. Allo spirito e alla verve del più noto commediografo latino si aggiunge il più sofisticato e riflessivo universo umoristico del maggiore autore comico della Grecia antica. E in questo contesto c’è spazio anche per un’originale ripresa dei grandi temi euripidei, per una calda rilettura della figura dell’imperatore Adriano e per un momento di confronto e meditazione con il filosofo dei dialoghi, Platone, e con il suo Socrate.

 Sette gli appuntamenti in cartellone (tutti alle ore 21), dal 3 al 22 agosto, che danno corpo alla XVIII edizione della rassegna organizzata nell’antico sito della Magna Grecia, patria dei filosofi Parmenide e Zenone e Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. Una novità è la presenza dell’associazione «Kerkís. Teatro Antico In Scena», fondata in seno all’Università Cattolica di Milano con la finalità di promuovere il teatro antico greco e latino, unendo ricerca e competenza artistica. Per la prima volta a Velia anche la giovane compagnia «La Resistenza della Poesia», pure nata dall’esperienza universitaria, in questo caso dell’ateneo di Urbino. E poi i monologhi di due notevoli interpreti della scena italiana: Valentina Capone e Roberto Santi.

Si inizia lunedì 3 agosto con «Anfitrione», commedia di Plauto, composta verso la fine del III sec. a.C., rappresentata da «Kerkís. Teatro Antico In Scena» nell’ambito del Corso di Alta Formazione Teatro Antico in Scena dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, per la regia di Christian Poggioni e con la direzione drammaturgica di Elisabetta Matelli. La “tragicommedia”, come la definisce lo stesso autore latino, che narra, tra scene farsesche e parodie, la nascita del semidio Eracle, l’eroe greco prodigiosamente concepito da Giove, il re degli dèi, e Alcmena, donna mortale, moglie di Anfitrione, re di Tebe. Introduce la rappresentazione un intervento di Elisabetta Matelli, docente di Storia del teatro greco e latino all’Università Cattolica di Milano e presidente dell’associazione «Kerkís. Teatro Antico In Scena».

  Nella seconda serata, martedì 4 agosto, spazio al teatro di matrice filosofica, grazie alla messa in scena di «Apologia di Socrate», spettacolo tratto dal dialogo di Platone, con la direzione e l’interpretazione di Christian Poggioni. È l’autodifesa di un uomo retto, vittima di una congiura politica, accusato di corrompere i giovani e commettere empietà con il suo pensiero e i suoi insegnamenti. Uno spettacolo-processo, che mostra le dinamiche tra il maestro e i suoi giudici, in un intenso scambio tra l’attore e il pubblico chiamato idealmente a rispondere a domande e provocazioni, oggi come fu nell’Atene del 399 a.C. Precede lo spettacolo un breve incontro con Franco Ferrari, professore di Storia della filosofia antica all’Università di Salerno, tra i massimi studiosi di Platone, dal titolo «Il processo a un uomo giusto: l’Apologia di Socrate».

 Mercoledì 5 agosto, si passa al genio della commedia ellenica, Aristofane: sul palco «Le Rane», l’opera che l’autore greco presentò nell’Atene del 405 a.C. è il secondo appuntamento con «Kerkís. Teatro Antico In Scena», sempre con la regia di Christian Poggioni e la direzione drammaturgica di Elisabetta Matelli che introduce lo spettacolo con un breve intervento. Come risposta alla crisi che attanaglia la città, il dio Dioniso va in missione nell’oltretomba: obiettivo far risorgere il teatro riportando in vita Euripide, sommo poeta. Un testo denso di riflessioni politiche, morali e poetiche, capace di parlare ancora al pubblico contemporaneo.

Nella quarta serata, martedì 11 agosto torna in scena Plauto, con la commedia «Càsina», rappresentata dalla compagnia «La Resistenza della Poesia». Introduce lo spettacolo un intervento di Roberto Mario Danese, docente di Filologia classica e direttore del Centro Internazionale di Studi Plautini dell’Università di Urbino Carlo Bo. La commedia creata agli inizi del II sec. a.C. qui viene rivisitata secondo gli schemi della Commedia dell’Arte uniti allo spirito della commedia musicale latina. Càsina è la giovane serva di cui si invaghisce il vecchio Lisidamo, ma è anche nei desideri dello stesso figlio dell’anziano. Che prova a dare in sposa la ragazza al fedele fattore Olimpione, venendo però ostacolato dall’astuta moglie Cleostrata che intende favorire il figlio.

  La sera successiva, mercoledì 12 agosto è ancora Plauto protagonista. È la stessa compagnia «La Resistenza della Poesia», nuovamente preceduta da una presentazione del professore Roberto Mario Danese, a mettere in scena «Menecmi». La commedia plautina della fine del III sec. a.C. narra le esilaranti avventure che portano due gemelli, separatisi per disgrazia da bambini, a ritrovarsi a distanza di anni. L’incredibile somiglianza genera una serie di equivoci divertenti che coinvolgono la moglie e l’amante di uno dei due fratelli, servi, conoscenti e parassiti.

  Martedì 18 agosto, la scena è per l’imperatore Adriano con «Animula Vagula Blandula – Adriano l’uomo», testo di Flavio Marigliani, presentato da «Il Cerchio Invisibile» e interpretato da Roberto Santi, per la regia di Sandro Nardi. Il titolo dello spettacolo fa riferimento all’incipit di una poesia composta dal raffinato imperatore romano (117-138 d.C.) che allude alla fragilità e tenerezza dell’anima separata dal corpo. L’attore ricostruisce le vicende del condottiero e soprattutto dell’uomo, facendo sfilare e vibrare ricordi, amori, viaggi, battaglie e conquiste del più “umano” ed eclettico tra i divini imperatori.

  Nell’ultimo appuntamento di VeliaTeatro 2015, sabato 22 agosto, l’attenzione si sposta sull’universo tragico con «Sole», spettacolo di e con Valentina Capone, liberamente tratto da «Le Troiane» e da «Ecuba» di Euripide. Un’originale composizione che pesca in queste due tragedie per rappresentare il destino che si rivolta. La fragilità della condizione umana è incarnata dalle prigioniere di guerra in balia dei Greci vincitori sullo sfondo di Troia in fiamme. Donne rimaste sole e poi strappate da una realtà che non esiste più. Metafora di una “legge di natura” che trasforma tutto nel suo opposto: chi era libero e felice, ora è schiavo e sofferente. E tutto ciò simboleggia il Sole, che illumina e dà vita e allo stesso tempo quella vita essicca. Introduce lo spettacolo un intervento di Fiora Scopece, filologa e studiosa del dramma antico, dal titolo «Le Troiane. Dal mito alla scena».

  La manifestazione, organizzata dalla Associazione Culturale Compagnia Michele Murino Cilento Arte, si svolge con la partecipazione di: Soprintendenza Archeologia della Campania, Comune di Ascea, Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Pro Loco di Ascea, Regione Campania, Ente Provinciale per il Turismo di Salerno; con il patrocinio morale dell’Università degli Studi di Salerno, con la collaborazione scientifica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e in collaborazione con l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo.

Botteghino 15 e 20 euro; 10 euro per bambini sotto i 12 anni. Navette gratuite dal parcheggio all’ingresso del Parco Archeologico di Elea-Velia per l’acropoli dalle 19.30. Info: www.veliateatro.it – tel. 334 3266442 – Pro Loco di Ascea tel. 0974 972230 – Arte’m (biglietteria del Parco Archeologico di Elea-Velia) tel. 0974 271016

L’organizzazione si riserva il diritto di apportare eventuali modifiche al programma.