Appuntamenti/AgendaEventi

Presentata oggi la sesta edizione dello Sponz Fest di Vinicio Capossela, dal 21 al 26 agosto a Calitri e in Alta Irpinia

 

Preceduto da un’anteprima il 19 agosto con Michela Murgia e Marco Aime, torna dal 21 al 26 agosto lo Sponz Fest, il festival ideato e diretto da Vinicio Capossela.  Giunto alla sua sesta edizione, il Fest si svolgerà a Calitri e in 5 comuni limitrofi dell’Alta Irpinia. Tema e titolo di quest’anno: Salvagg’ – Salvataggi dalla mansuetudine.

Autentici protagonisti dello Sponz 2018 saranno i rappresentanti del popolo Mapuche, che inaugureranno lo Sponz il 21 agosto con una cerimonia di canti e danze propiziatorie. Popolo originario che abita il sud del Cile e Argentina, protettori della Patagonia, i Mapuche sono gli unici indigeni i cui territori sono stati riconosciuti dai conquistatori europei come “nazione” proprio per non essere mai riusciti a conquistarli e che ancora oggi conservano le loro tradizioni e i loro costumi millenari. Saranno allo Sponz per l’intera settimana con i loro riti ancestrali, le musiche e le danze collettive, la preparazione del cibo e la medicina naturale: un autentico programma nel programma. La cerimonia Mapuche sarà il rito perfetto che precederà In-Trance, un grande tributo ad Antonio Infantino, alla sua musica e al suo pensiero con Ago Trance e i Tarantolati di Antonio Infantino, le figlie del maestro recentemente scomparso Victoria, Katrine e Kristina e con la partecipazione di Daniele Sepe. Un set di percussioni e voci, musica elettronica ed altre esperienze legate allo stato di trance, elevazione, estasi, dialogo con la natura, rotazione, pitagorismo, campi d’indagine che hanno accompagnato tutta l’esistenza del Maestro. L’omaggio si chiuderà con la proiezione notturna di The Fabulous Trickster, il docufilm di Luigi Cinque su e con Antonio Infantino.

La prima alba dello Sponz Fest 2018 verrà salutata come da tradizione da un concerto che guarda a Oriente. Per questa edizione sarà il turno di A Hawk and A Hacksaw, duo americano affascinato dall’est Europa e dalla natura selvatica. I due musicisti di Albuquerque, New Mexico, presenteranno il loro ultimo (il settimo) album uscito ad aprile e che ha conquistato la critica internazionale, Forest Bathing, titolo che richiama la pratica giapponese di cura e rigenerazione attraverso gli elementi naturali. Fra Santur persiani, archi e ottoni, una musica rurale pronta a trasportare il pubblico in un viaggio senza confini fra Bulgaria, Grecia, Romania, Turchia e Albania.

Fra gli appuntamenti principali di una settimana sponzante e dionisiaca, il concerto di Angelo Branduardi con un ensmble di musica antica guidato da Giovannangelo De Gennaro del 22 agosto, una versione particolare del celebre album del 1996 Camminando Camminando. Un concerto con i brani più celebri del Maestro, con le canzoni meno note ma soprattutto di “musica da suonare in un luogo selvatico, tra selve e boschi, con lo sfondo del vecchio castello di Calitri, che si illuminerà alla luce del tramonto” come commenta lo stesso Branduardi. Il giorno seguente, 23 agosto, sarà invece la volta di Music for Wilder Mann, spettacolo musicale e visivo di Teho Teardo con la straordinaria partecipazione del fotografo Charles Fréger, autore di un progetto fotografico (pubblicato poi in volume) dal titolo Wilder Mann, la figura dell’uomo selvaggio, risultato di una ricerca sulla tradizione, comune a molti popoli europei, di travestirsi da animali per celebrare antichi riti pagani. In questa versione inedita dell’album che Teardo ha dedicato al lavoro di Fréger, alle spalle dei musicisti trionferanno gigantesche e totemiche le immagini dell’artista francese, figure intere di uomini/bestie, stranianti nel loro essere al tempo stesso figure arcaiche che si perdono nella notte dei tempi e creature futuribili.

Torna per il secondo anno consecutivo, stavolta in veste di musicista, Massimo Zamboni, chitarrista e co-fondatore dei CCCP – fedeli alla linea prima e dei CSI dopo, oltre che scrittore. Il 24 agosto Tifiamo Rivolta sarà un viaggio – in compagnia di amici di vecchia data come Erik Montanari, Cristiano Roversi, Gigi Cavalli Cocchi e soprattutto dell’impareggiabile Artista del Popolo Danilo Fatur – nel presente e nel passato dell’artista emiliano, reduce dal successo del progetto di teatro musicale I Soviet + l’Elettricità e dell’omonimo album appena uscito. In scaletta, il repertorio dei CCCP, dei CSI insieme ai brani della carriera da solista di Zamboni.

Dopo Zamboni, sarà la volta di Alfio Antico, con un progetto che unisce arcaicità a psichedelia.

Momento clou dello Sponz Fest 2018, la “Notte Selvaggia” del 25 agosto, durante la quale l’intero paese, percorso dal “vallone della cupa” a Borgo Castello da uomini-bestia, uomini-alberi, sponzati con pelo e sponzati semplici, diventerà, dal tramonto all’alba, palcoscenico e, al tempo stesso, opera collettiva del rito. Ad aprire le cerimonie della “Notte Selvaggia” del 25 agosto sarà lo stesso Vinicio Capossela in ‘nta la Cupa, un concerto/rappresentazione unico – nel luogo della leggenda da cui prendono il nome le canzoni della cupa – in compagnia di Mimmo Borrelli, una delle voci più originali e profonde del teatro contemporaneo, reduce dello straordinario successo della prima rappresentazione de La Cupa, fabbula di un omo che divinne un albero. Piece infera in 2500 versi ambientata tra i cavatori dei territori flegrei, avvenuta lo scorso aprile al teatro stabile di Napoli. Due cupe che si vanno a ombreggiare come in una doppia eclissi. Nta la cupa sarà il concerto di interramento e restituzione delle canzoni nel luogo mitico da cui hanno preso il nome.

 “Cupa è la zona d’ombra, la zona selvatica, il labile confine tra la luce della contemporaneità e il buio della storia pregressa. Il confine tra i vivi e i morti, tra la realtà e la verità inconoscibile. Questo è stato per me la cupa, e in questo mondo di mezzo sono nate le canzoni della cupa, cominciate nel 2003 e pubblicate nel 2016.  Il 25 agosto l’atto finale… la loro rappresentazione nel luogo del toponimo…le note, le voci e i conti sparsi nel declivio scavato dal fiume Cortino. Un terreno discendente che fornirà l’anfiteatro per la scenografia naturale del sentiero della Cupa”, scrive Vinicio Capossela.

Ad accompagnare gli sponzati nella seguente processione, le creature ibride uomo-animale: i Rumiti, maschere ancestrali del Carnevale di Satriano di Lucania che richiamano lo spirito dei boschi della Basilicata; i Merdules, le maschere sarde di Ottana che svelano tracce evidenti degli antichi culti del Mediterraneo arcaico, su tutti il culto della fertilità; e i diavoli dei Krampus di Canazei (Tn) che secondo la tradizione, durante le serate del 5 e 6 dicembre, hanno la funzione di accompagnare San Nicolò nella consegna dei doni ai bambini. Si aggireranno nel buio delle strade del paese assumendo, attraverso lo “spavento”, il ruolo rituale punitivo/educativo per rendere coscienti i più piccoli della scelta fra il bene e il male. E prima della consueta cerimonia all’alba dei Mapuche, a notte fonda, il concerto del misterioso Vurro, polistrumentista spagnolo, uomo dal cranio di vacca circondato da strumenti infuriati.

Come sempre, i linguaggi dell’arte saranno di casa nella sezione SponzArti, ideata da Mariangela Capossela e curata insieme a Tommaso Evangelista, che quest’anno avrà il titolo “Selvaggio io o selvaggio tu?” e si articolerà attraverso quattro appuntamenti/percorsi accomunati da un approccio multidisciplinare (scienze umane, teatro, opere d’arte pubblica) teso a riflettere sui concetti di confronto, alterità, egemonia, questione meridionale, rapporto fra colonialismo e capitalismo. Attraverso questi temi SponzArti incrocerà le attività della Libera Università per Ripetenti in una serie di incontri con alcuni docenti e artisti, presenterà uno spettacolo teatrale e le creazioni artistiche selezionate dal bando che ha coinvolto i richiedenti asilo e i migranti di quattro centri SPRAR irpini e proietterà a ciclo continuo per tutta la settimana The couple in the cage,  video del 1993 che documenta un’opera d’arte performativa degli artisti Coco Fusco (Cuba-Usa) e Guillermo Gomez-Peña (Messico-Usa), realizzata durante l’anno di celebrazioni del cinquecentenario della scoperta dell’America

Dopo lo straordinario successo della scorsa edizione, tornano anche gli incontri e le lezioni della Libera Università per Ripetenti che quest’anno propone i corsi di “controddomesticamento”. Fra attualità, archeologia e politica, una serie di incontri con docenti universitari, percorsi di mitologia e astronomia, azioni sciamaniche, tavole rotonde per restare diversamente selvaggi e aperti ad altri flussi culturali, al valore delle differenze. Apriamo le menti, i luoghi dell’abitare, le terre irpine al Selvaggio e ai salvataggi. Restiamo selvaggi, nel tempo della propaganda avversa alla complessità, del pensiero ridotto ai caratteri di un tweet. Ammansiti dall’epoca della brutalità dei social, dalla semplificazione di un dibattito pubblico circoscritto ai titoli della stampa” come scrive la curatrice della sezione Rita La Bruna

E ancora durante la settimana gli imperdibili appuntamenti con lo sponzamento al Ballodromo di Piazza Giolitti per salvarsi dalla mansuetudine quotidiana e ballare fino a cadere “sponzati come baccalà”: l’Omaggio a ’68 giri il 22 agosto con l’Orchestrina di Molto Agevole, Kembo & Calitri Popolare –’ e l’indimenticabile band protagonista della storia del beat italiano I Corvi; la serata del 23 agosto Wild Trinacria presentata dall’attore Palma d’Oro a Cannes (per Dogman di M;atteo Garrone) Marcello Fonte con Skunkiuruti Band e Le Matrioske; la serata Wild Hirpos con il siciliano Alfio Antico, il tamburo più selvaggio della Trinacria, accompagnato al marranzano e all’armonica da Giuseppe Milici e alla chitarra da Francesco Buzzurro, la Scuola di Tarantella Montemaranese e la quadriglia irpina dell’immancabile Tonuccio Bi-Folk, il 24 agosto; e, infine, The Wildest, il tributo a Luis Prima dei The Good Fellas – gangsters of swing, preceduto dall’esibizione della Banda della Posta.

Ogni sera in località segrete i Voltaggi Selvaggi, i set di musica elettronica curati da Angelo Martin Maffucci, e le performance musicali e le degustazioni IN THE GROTTO fra i vicoli del centro storico di Calitri, con i suoi scalini “disegnati da Esher e dai muli”. Appuntamenti di grande suggestione per capienze ridotte, incontri ravvicinati sottoterra, nella straordinaria scenografia delle grotte di Calitri. Performance di A Hawk and A Hacksaw, del travolgente fiddle player irlandese Mickey Kenney, l’addomesticatore del tamburo parlante Peppe Leone, in una sfida con il ciclope Alfio Antico, e poi la grotta della cumversazione dove il vino di botte farà intonare la tradizione del sonetto calitrano. E infine gli spettacoli spontanei che sempre animano il labirinto dei vicoli, che restano la parte più indimenticabile del Fest.

 Evento unico sarà invece il 24 agosto Selvaggina, rassegna di musicisti emergenti del territorio curata da Virginio Tenore. E durante i giorni del Fest, la possibilità di spostarsi sui vagoni d’epoca della tratta ferroviaria di interesse storico Avellino – Rocchetta, anche quest’anno attivata per l’occasione; le escursioni in bici di Bici-Sponziamoci, i laboratori e i giochi selvaggi per grandi e piccini, le escursioni curate da Irpinia Trekking.

Lo Sponz Fest 2018 si chiuderà il 26 agosto nella straordinaria cornice dell’Abbazia del Goleto a Sant’Angelo dei Lombardi con il pianista e compositore Stefano Nanni che dirigerà l’orchestra degli allievi del conservatorio di Avellino nel concerto Requiem per animali immaginari, con la voce narrante dello stesso Capossela.

Il concerto sarà l’atto finale di un’ultima giornata molto intensa che coinvolgerà tre comuni. Nella splendida cornice del casone di Montevaccaro di Lacedonia, una esperienza di unione tra cibo e musica. Il confronto antichissimo tra natura e cultura nella preparazione di un piatto che unisce culture migranti e la musica senza tempo di uno speciale camminatore in musica, Giovannangelo de gennaro. A seguire la perfomance di Sponz Arti, versione sperimentale de La tempesta.

Nel pomeriggio ci si sposta nel castagneto di Villamaina, per una rilettura dantesca dell’archetipo della selva oscura con Sara Paola Generali, autrice di uno splendido saggio su Selva e altri luoghi della divina commedia.

Infine, a sera, l’atto conclusivo nell’abbazia a cielo aperto del Goleto chiuderà l’edizione.

Durante l’intera settimana, ogni sera, per rifocillare gli sponzati, in piazza Giolitti a Calitri, il bar ristorante “Riavolo” con specialità locali a cura dell’Associazione Sponziamoci e Associazione Mesáli – Transumanza gastronomica in Irpinia. Il ristorante sarà aperto tutti i giorni dello Sponz a partire dalle 13 per il pranzo e dalle 20 per la cena. A Borgo Castello invece il bar enoteca La Frasca con le specialità dell’oste Diego Sorba.

La maggior parte delle attività dello Sponz Fest 2018 sono gratuite. Per alcuni eventi è previsto un ingresso a pagamento mentre per partecipare ad altre attività sarà necessario iscriversi in anticipo.

Programma in aggiornamento.

Info su www.sponzfest.it

 

SALVATICO È COLUI CHE SI SALVA
LEONARDO DA VINCI

 

Una peste percorre la società contemporanea: l’ammansimento. La bestia educata a venire sotto la mano. Siamo ammansiti dalla impossibiltà, dalla frammentazione del lavoro, dal ricatto del precariato. Isolati e connessi nell’individualismo collettivo e masturbatorio delegato alla rete. Veniamo sotto mano ma in cambio di cosa? Sponz Fest 2018, sviluppa il doppio tema del salvaggio, del salvamento, della salvazione, e quello del selvatico in opposizione al mansueto

L’Irpinia prende il suo nome dall’Hirpos, il lupo nella lingua osco sannita. Terra di selve, di animali e uomini di indole selvatica, come le faine, le volpi e i lupi dell’immaginario totemico locale.

Un Fest per s-fasciarsi dall’idiocrazia. Per praticare la fierezza, a partire dalla fiera non domesticata che è in noi. Per salvarsi inselvatichendo.

Vinicio Capossela

 

Lo Sponz Fest non è un festival tradizionale, pensato cioè come una vetrina per il consumo estetico irreggimentato dentro un programma fisso, quanto piuttosto un evento di eventi pensato per fare esperienza di sé e degli altri, per indagarsi e indagare, magari per rendersi perplessi attraverso lo sconfinamento, l’attraversamento dei limiti che ci confinano.

Quest’anno forse più delle edizioni precedenti il tema che fa da cornice alla varietà degli eventi è infatti proprio il Limite per eccellenza, quello antropologico, che da una parte ci separa dagli altri animali e dall’altra ci separa da noi stessi in quanto animali; insomma, che ci separa dalla nostra selvatichezza per confinarci, mansueti, nella nostra civiltà capitalista.

Questo limite però non è mai segnato una volta per tutte come un confine invalicabile, anzi, la separazione tra uomo civile e bestia selvaggia, nel bene e nel male, non è mai definitiva o a senso unico. Una soglia permeabile tiene insieme queste due dimensioni che s’intrecciano nell’uomo muovendosi in entrambe le direzioni. Ecco perché a volte è necessario richiamare la selvatichezza per salvarsi, scatenare le forze del caos per salvare l’ordine del mondo. Ecco perché, infine, è necessario fare esperienza di tutte le dimensioni dell’umano per impedire che la mansuetudine non diventi semplicemente un confino asfittico, un isolamento forzoso in cui la bestialità può riemergere con i caratteri odiosi della rivalsa e della violenza.

Bisogna allora usare la selvatichezza prima che la bestialità faccia uso di noi, uscire dall’individualismo collettivo e specioso dei social per tentare una socialità comunitaria che nella trasgressione rituale e nell’insubordinazione della festa salvi tutti i suoi partecipanti senza distinzione, prima che tutti ci si perda ognuno nel proprio angolo. Solo dagli altri e dall’altro selvatico dormiente da qualche parte in noi possiamo essere salvati da noi stessi.

A cosa rinunciamo, infatti, insieme alla nostra selvatichezza? E per che cosa? Cosa ci fa accettare di essere animali mansueti e cosa rinneghiamo nel selvaggio? Che tipo di risorsa è l’inselvaggimento quando la civiltà assume i caratteri della bestialità?

Lo Sponz Fest, nella sua edizione del 2018, vuole indagare l’oscurità delle selve, l’emersione del rimosso, insomma, l’ampio versante del selvaggio liberatorio che ci salva tutti, approcciandolo lungo molteplici strade: con gli incontri della Libera Università per Ripetenti, con le istallazioni artistiche e gli scatenamenti musicali e festivi, con l’esplorazione dei territori selvatici e, infine, con l’esperienza di una notte selvaggia che evocherà le paure e i rimpianti più ancestrali per esorcizzarli durante il culmine dell’edizione.

 

La direzione.