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Vallo della Lucania (Sa), AperiCoro: Saggio finale del “Mini Miafonè”

Vallo della Lucania (SA), 7 luglio 2017 – «Vale la pena che un bambino impari piangendo quello che può imparare ridendo?», così sosteneva lo scrittore per bambini, Gianni Rodari. Una frase che riflette lo spirito che anima “La Casetta di Totto e Clodovea”, lo spazio laboratoriale a misura di bambino, dove si respira un po’ di quella magia che contraddistingue le case delle fiabe. Situato nel cuore di Vallo della Lucania, grazie ai diversi laboratori attivati – che spaziano dalla cucina al riciclo, dal cucito al canto – i bambini imparano divertendosi. Come evidenzia il saggio finale del “Mini MiaFonè”, il coro nato dal corso di canto corale (destinato ai bambini da 5 – 10 anni), diretto dalla direttrice Rosamaria De Magistris e che si rifà all’esperienza del coro giovanile Miafonè.

Organizzato nel giardino di Totto e Clodovea, l’Aperi Concerto –che si è svolto il primo luglio – è stato anch’esso a misura di bambino. Un caleidoscopio di note, suoni e sorrisi a cui è stato impossibile – per chi era presente – non farsi coinvolgere. I piccoli del Mini Miafonè hanno eseguito un repertorio che, al di là dell’apparente leggerezza, presentava dei brani articolati che, oltre alla voce, richiedevano l’impiego di oggetti vari. Insieme ai bimbi, hanno preso parte al concerto anche i giovani del coro Miafonè che, oltre a dare un sostegno canoro ai piccoli cantori, hanno eseguito alcuni brani, accompagnandoli anche  strumentalmente.

Un momento educativo importante per i bambini, perché –  come già scritto in passato – se c’è una cosa che l’esperienza in un coro polifonico insegna, è il sapere ascoltare il tuo vicino. Rispettare la voce altrui. Anche se si possiede un registro vocale e/o una partitura diversa. Perché si deve cantare (esprimersi) senza prevaricare – alzando la voce – sugli altri. Mettendo da parte l’egocentrismo, l’individualismo, l’egoismo. Per questo è fondamentale imparare e sapere ascoltare, armonizzare, rispettare la metrica, le pause. “Fare sistema” tra le diverse partiture. Sì, perché l’unica cosa che conta è il risultato finale: comunicare, trasmettere, arrivare, emozionare, noi stessi e chi ci ascolta. Sentirci ognuno parte di un tutto. Ecco perché la musica unisce e non divide.

Rosy Merola

«Credo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente».

Gianni Rodari

https://www.youtube.com/watch?v=F5tF4sdQP1g&feature=youtu.be

LA “CASETTA DI TOTTO E CLODOVEA” – «Nasciamo sei anni fa con l’idea di coinvolgere e di far sperimentare ai bambini tante cose. Perché, solo sperimentando, i bambini possono scoprire passioni, attitudini cosa gli piace e, allo stesso tempo, cosa non gli piace per niente», così ci racconta il suo sogno divenuto realtà Giuseppina Romanelli, che prosegue riassumendo le attività fino ad oggi svolte e anticipando alcuni dei progetti futuri: «Alla casetta abbiamo fatto un po’ di tutto: laboratorio di canto, laboratorio di cucito, di cucina, di riciclo. In particolare, nel laboratorio di cucito abbiamo realizzato borse, cappelli, mantelle e altri oggetti e indumenti. Attraverso tale laboratorio, i bambini hanno imparato – tra le altre cose –, come prendere una misura, quindi hanno scoperto la matematica. Cucinando, hanno fatto un viaggio intorno al mondo, hanno scoperto verdure ed ortaggi (come piselli e carote). Nel laboratorio di riciclo, hanno imparato cosa può nascere dalle bottiglie di plastica, dalle lattine, dai piatti e bicchieri di plastica. Insieme abbiamo realizzato dei giocattoli, borse per il mare, portapenne. Con i corsi d’arte ad opera di Valentina Pilerci – che si sono conclusi con una mostra finale -, i bambini hanno fatto, anche in questo caso, un viaggio intorno al mondo, sperimentando varie tecniche pittoriche, di manipolazione di diversi materiali (pasta di sale, creta, ed altri), a colorare sui tessuti. Infine, l’anno prossimo vorremmo sfruttare anche lo spazio fuori, destinando una parte di esso alla realizzazione di un orto. Attraverso quest’ultimo, potranno scoprire cosa accade in inverno, se si riposano le piante e così via. Inoltre, collegando l’orto al laboratorio di cucina, impareranno come trasformare i prodotti ottenuti dall’orto».

MIAFONÈ – Il coro “Mia Fonè” nasce nel 2009 per volontà della prof.ssa Rosamaria De Magistris con l’intento di avvicinare giovani al canto corale a cappella in tutte le sue espressioni: dal sacro al profano. Il nome del coro significa “UNA SOLA VOCE” ed è stato scelto perché cantare in coro non è così facile come sembra: non esiste un solista, ma ogni corista, con la propria personalità, con la propria voce, dà il suo contributo alla creazione dell’armonia. Questa la sfida che si cerca di vincere ogni qual volta si canta: far percepire a chi ascolta il frutto di tante individualità che nel canto si fondono in un’ UNICA VOCE.

Il coro è iscritto a Feniarco, Federazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali. Ha partecipato a molte rassegne organizzate sul territorio, riscuotendo sempre grandi consensi. Ha partecipato alle edizioni 2010 e 2011 del Salerno Festival.

Ha eseguito la “Missa Brevis” KV275 di Mozart con l’Orchestra da Camera di Benevento sotto la direzione del M° Luigi Leo.

Nell’aprile del 2013 ha partecipato alla 3° edizione del Concorso Nazionale di Musica San Vigilio In…canto, ottenendo il primo premio nella sua categoria.

Pagina Facebook @coromiafone

INFORMAZIONI DI CONTATTO AGGIUNTIVE

Cell: 335 5961802 – 339 8240283

E-mail: info@tottoeclodovea.it

Pagina Facebook La casetta di Totto e Clodovea

Rosy Merola

Definisco il mio percorso professionale come un “volo pindarico” dalla Laurea in Economia e Commercio al Giornalismo. Giornalista pubblicista, Addetta stampa, Marketing&Communication Manager, Founder di SinergicaMentis. Da diversi anni mi occupo della redazione di articoli, note e recensioni di diverso contenuto. Per il percorso di studi fatto, tendenzialmente, mi occupo di tematiche economiche. Nello specifico, quando è possibile, mi piace mettere in evidenza il lato positivo del nostro Made in Italy, scrivendo delle eccellenze, start-up, e delle storie di uomini e donne che lo rendono speciale. Tuttavia, una tantum, confesso di cadere nella tentazione di scrivere qualcosa che esula dalla sfera economico-finanziaria (Mea Culpa!). Spaziando dall'arte, alla musica, ai libri, alla cultura in generale. Con un occhio di riguardo nei confronti dei giovani esordienti e di quelle realtà che mi piace definire "startup culturali". Perché, se c'è una frase che proprio non riesco a digerire è che: "La cultura non dà da mangiare". Una affermazione che non è ammissibile. Soprattutto in Italia.