MusicalMentis

Marco Mengoni, dal 30 novembre il nuovo singolo in rotazione: Hola (I Say) feat Tom Waler (Video intervista)

(Crediti BRAINSTORM AGENCY)

Da domani, venerdì 30 novembre, sarà in rotazione in radio e su tutte le piattaforme HOLA (I SAY), il nuovo singolo di Marco Mengoni in duetto con Tom Walker. Questo pezzo rappresenta qualcosa di straordinario perchè è la prima volta che Marco inserisce un duetto in un suo disco di inediti.

Sono rimasto stregato dalla sua voce al primo ascolto. Leave the light on è stato in cima alle mie playlist tutta l’estate. Appena ho sentito HOLA ho capito che sarebbe stata sua la voce che sentivo nella mia testa e che le nostre due voci insieme sarebbero state perfette – racconta Marco Mengoni “Sono contentissimo che abbia accettato il mio invito e ho conosciuto una bella persona con cui credo di avere costruito un rapporto di amicizia vera. Mi è molto piaciuto lavorare con lui”.

HOLA è in assoluto uno dei brani più intensi e potenti dell’intero disco. Una ballad in cui le voci si fondono in un’incredibile crescendo musicale ed emotivo e, caso più unico che raro, la prima che si sente è proprio quella avvolgente di Walker, poiché Marco ha scelto di lasciargli tutto lo spazio creativo e vocale possibile.

Questa è la storia di come un attimo può cambiare per sempre il destino di alcune persone, con storie diverse, estrazioni sociali differenti e legami che inizialmente sembrano non esserci. Le uniche cose che li tengono legati, sono un esatto momento nello stesso luogo, ognuno di loro è lì per motivazioni diverse, ma il destino ha voluto farli trovare tutti li, nello stesso attimo. Qui è il momento chiave della storia, dopo averli portati nello stesso luogo, il destino sconvolgerà il futuro di ognuno di loro, facendo incrociare alcune storie e separandone altre, il loro domani non sarà mai più lo stesso. Siamo tutti legati da fili invisibili e le nostre storie, apparentemente lontane, per una serie di motivi sono tutte legate tra loro anche se destinate alcune volte anche ad allontanarsi.

Venerdì 30 novembre uscirà il nuovo disco di MARCO MENGONIATLANTICO. Per presentare il progetto, Mengoni ha ideato ATLANTICO FEST – Attraversa la musicatre giorni di eventi a Milano a partire da giovedì 29 novembre.

https://www.youtube.com/watch?v=bVKpN-51kXs&feature=youtu.be

LA TRACKLIST

  1. VOGLIO
  2. HOLA (I SAY) feat. Tom Walker
  3. BUONA VITA
  4. MUHAMMAD ALI
  5. LA CASA AZUL
  6. MILLE LIRE
  7. INTRO DELLA RAGIONE
  8. LA RAGIONE DEL MONDO
  9. AMALIA feat. Vanessa Da Mata & Selton
  10. RIVOLUZIONE
  11. EVEREST
  12. I GIORNI DI DOMANI
  13. ATLANTICO
  14. HOLA
  15. DIALOGO TRA DUE PAZZI

VOGLIO

Nato a New York, Voglio è uno dei due brani che ha anticipato l’uscita di Atlantico.

Voglio, senza sfumature, senza se e senza ma. Un contrasto continuo nel testo, ma senza sfumature. “Voglio” come una sorta di “imperativo” verso sé stessi. Un tempo verbale del tutto inusuale per il cantautore, ripetuto all’infinito quasi a volerne perdere il valore del significato originale.

Luoghi comuni, modi di dire, atteggiamenti di vita quotidiana che vengono ribaltati esagerati ed esasperati frase dopo frase, tutto è il contrario di tutto. Un pezzo tanto introspettivo da prendersi in giro per la troppa serietà.

Un brano nato in studio con un arrangiamento sporco e istintivo, pieno di controtempi e con un continuo rimpallarsi di battere e levare, coerente con il contrasto del testo.

HOLA (I SAY)

Si cerca sempre di fare del proprio meglio, ma a volte non è abbastanza. Le persone non sono mai perfettamente complementari e scoprirlo è sconvolgente. “A cosa è servito studiare lo spagnolo se riesco solo a dire Hola”. A cosa è servita tutta la nostra storia, tutto quello che abbiamo passato insieme, se ora rimane solo questa piccolissima parte di noi.

Anche il pianto e il dolore vanno vissuti e compresi: sono una ricchezza e sono importanti, proprio perché non rimanga solo un piccolo frammento di una storia importante.

Tom Walker arricchisce questo brano con la sua voce calda e profonda, in qualche modo complementare a quella di Mengoni. L’insieme è impressionante, la miscela delle due voci semplicemente perfetta.

BUONA VITA

Uscito insieme a Voglio per anticipare questo nuovo lavoro, Buona vita augura qualcosa di migliore alle persone che ci sono e a quelle che non ci sono più. Probabilmente non esiste augurio migliore, miglior viatico per chi si perde, come tutti, per le vie del mondo.

Il brano porta un messaggio, con un vestito leggero che contrasta con le parole. Prodotta da Pablo Diaz-Reixa, meglio conosciuto come EL Guincho e già collaboratore di Rosalia, questa traccia è armonicamente composta “in maggiore”, questa canzone ha una doppia personalità. Da una parte una veste musicale allegra, scaldata dal sole dei ritmi caraibici del sud, e dall’altra un rosario di parole, di benedizioni e buoni auspici “per chi ha il cuore inquieto”, per chi è alla ricerca di qualcosa, per chi insegue un’idea, un ideale, un motivo che renda l’esistenza il solo viaggio degno di questo nome.

MUHAMMAD ALI

Uno dei brani più up dell’album parte con un arrangiamento vocale di Mengoni che da sempre segue e realizza in prima persona sorprendenti tappeti armonici per tutti i suoi brani. L’introduzione riprende i canti dei guerrieri della tradizione Masai per i preparativi alla caccia, canti propiziatori anche per esorcizzare la paura della caccia.

A differenza degli altri due racconti/dediche ai personaggi presenti nel disco, questa traccia è un inno, un incitamento a prendere Muhammad Alì come riferimento.

Siamo tutti al centro di un ring e dobbiamo imparare ad incassare i colpi, trasformarli e restituirli. Molte volte nella vita siamo noi il peggior nemico di noi stessi ponendoci limiti e ostacoli. La citazione di un’icona per ambire a fortificarci e a trasformare ogni problema in una grande opportunità.

LA CASA AZUL

La storia di Frida Kahlo, il suo percorso di sofferenza al centro di un brano che la prende come simbolo. Come per Buona Vita, il clima festoso dalle radici sudamericane, accompagna un testo intenso e profondo.

Un altro omaggio, questa volta alla pittrice di cui Picasso scriveva in una lettera al marito di lei Diego Rivera “Né tu, né Derain né io sappiamo dipingere i volti come quelli di Frida Kahlo”.

La sua storia travagliata ha fortificato la sua immagine e l’ha resa l’artista immensa che è e un simbolo di femminismo ante litteram e di libertà. “La casa azul” vuole accostarsi all’ombra fuggevole di questa donna meravigliosa, alla sua arte, allo squarcio che i suoi pennelli sono stati in grado di aprire sulla condizione umana. E vuole essere un invito per tutti noi a saper trasformare la sofferenza in forza. Per rendere il brano ancora più prezioso, la voce sicura e carica di storia di Adriano Celentano , è la pennellata finale, il graffio definitivo di una canzone perfetta.

MILLE LIRE

Marco ha scelto Takagi e Ketra per questo pezzo e ha indicato loro qual era la strada da intraprendere, mantenendo il connubio fra la rumba e la musica elettronica, una delle correnti più importanti presenti in questo disco. Il testo è autobiografico e descrive una fase di passaggio, un racconto del cantautore alla vigilia dei suoi 30 anni. Un’evoluzione come essere umano, in cui ci si sente padroni di un’indipendenza nuova, mentre tutto cambia e cambiamo anche noi. Un nuovo modo di affrontare i rapporti interpersonali, attraversando anche aspettative disattese mentre si cerca di affrontare un bilancio della vital.

LA RAGIONE DEL MONDO

Per quanto l’uomo s’affanni a cercar risposte, il senso della vita resta, e probabilmente è destinato a restare, un mistero. Ci diciamo spesso che non è necessario cercare un senso alla propria esistenza, che forse questo senso non c’è, o meglio, che forse risiede nell’osservare la bellezza del mondo, la ricchezza che emana anche dalle cose più semplici: da un taglio di luce che conferisce agli oggetti nuova vita, svelandone la voce nascosta mentre il rumore del mondo rimane fuori, lontano. “La ragione del mondo” è l’inseguimento dello stupore che gli occhi provano nel lasciarsi ammaliare dalle cose del mondo.

È mettersi in ascolto e d’un tratto aprire gli occhi come fosse la prima volta, posare lo sguardo sul circostante e nella meraviglia sussurrare: sono nato solo adesso.

AMALIA

Amalia Rodrigues, la voce del fado portoghese, la voce di un popolo in punta di piedi davanti all’oceano sterminato, con il suo respiro incessante.

Il fado di Lisbona, cantato nelle cantine, con la sua radice anarchica e il suo campionario di uomini e donne del popolo; gl’incontri e gli abbandoni della vita che hanno trovato in Amalia Rodrigues la loro voce più intensa e rappresentativa. Questo brano è per lei e per quel mondo così naturalmente poetico che si muove tra le rughe dei quartieri popolari.

Per raccontare di questo personaggio così importante, nel brano si inserisce la straordinaria voce di Vanessa Da Mata, che Mengoni ha incontrato proprio a Lisbona, e che insieme ai Selton restituisce tutte le vibrazioni e le sonorità tipiche della musica brasiliana e portoghese.

RIVOLUZIONE

Uscito dalla pre-produzione questo brano era ricchissimo e carico di spunti strumentali. Per questo Marco ha sentito la necessità di consegnare il pezzo in mano a Rudimental, uno dei suoi gruppi musicali più apprezzati e che domina qualunque playlist esistente, con la sicurezza che avrebbero potuto alleggerire il pezzo e in qualche modo farlo rinascere, senza affollamento ma comunque pieno. Di ispirazione musicale medio-orientale, Rivoluzione è uno dei testi più importanti dell’album, dove per la prima volta esplode tutta la riflessione interiore di questi ultimi due anni. L’attraversamento musicale lo è anche di vita, che è fatta di colori e tonalità diverse, tutte da accogliere e affrontare, a volte andando anche contro sé stessi.

EVEREST

Una ballad che diventa un brano UP. “Io cambio e mi trasformo per sopravvivere al cattivo tempo”

Il momento in cui percepisci che devi assecondare il desiderio di trasformazione che senti affiorare in te e che ti affascina. L’arrangiamento accompagna l’evoluzione di questo stato d’animo raccontando una storia d’amore da una prospettiva soggettiva.

I GIORNI DI DOMANI

Quando si cammina a lungo con una persona, al suo fianco, in qualche modo si diventa quella persona. Se ne acquisiscono gesti e inflessioni. E a poco a poco la s’impara, ricalcandone la cadenza del passo come un omaggio, ripetendone il nome come una preghiera che ci estranea facendoci leggeri, fino a che quel nome diventa il proprio.

Ed ogni luogo visto insieme, ogni orizzonte e prospettiva diventano molecole di quel tratto di vita condiviso.

Anche quando verrà il tempo per stare lontani, “Ogni ponte, ogni casa…ogni odore, ogni strada”, resteranno impregnati della nostra vita che per un attimo è passata di là.

ATLANTICO

Arriva al numero 13 la title track dell’album. Scritta da Frah Quintale con la collaborazione di Dario Faini, Atlantico è un racconto del viaggio, la perfetta sintesi testuale e musicale per descrivere l’intero progetto. Al primo ascolto questo era già il pezzo giusto per raccontare questo percorso e l’unica cosa che Mengoni ha inserito all’interno del testo è stata proprio la parola “atlantico”, che rappresenta anch’essa un contenitore, un universo variegato ma al tempo stesso coerente con la sua natura. Musicalmente il brano evoca le sonorità degli Earth, Wind & Fire e riprende le influenze di quel genere musicale. La particolarità più evidente è l’approccio funky del pezzo, soprattutto attraverso lo slap del basso che lo caratterizza in maniera potente.

DIALOGO TRA DUE PAZZI

L’intro vocale si ispira ad un canto calabrese che si tuffa in un brano ritmicamente tutto “storto”. Il clap in quattro quarti convive con un ritmo “terzinato”. Dopo il primo inciso un solo di chitarra elettrica fulminante sottolinea il clima di follia di cui è pervaso l’intero brano.

La melodia strizza l’occhio alle sonorità di brani come “Four woman” di Nina Simone.

Quanta follia c’è nella mente di un uomo apparentemente sano?

In “Dialogo tra due pazzi” sono le due personalità di un uomo a confrontarsi, confondendosi l’una nell’altra nel tentativo di definire uno spartiacque tra lucidità e follia, un limite ben definito che definisca un ruolo, poiché il ruolo tranquillizza e codifica l’uomo in un abito sociale. Le due voci, inizialmente separate e autonome, d’un tratto si sovrappongono, s’intrecciano fino a che risulta impossibile capire chi sia l’uno o l’altro, come in un gioco di specchi dove domanda e risposta sono il riflesso della stessa persona.