Ricordando...Voci dal Territorio

Angelo Vassallo: Il Cilento non dimentica!

549647_4549084574912_1869037785_n

“Due pistole che sparano, le pallottole che colpiscono al petto, un agguato che sembra essere anche un messaggio. Così uccidono i clan. Così hanno ucciso Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, in provincia di Salerno. Si muore quando si è soli, e lui – alla guida di una lista civica – si opponeva alle licenze edilizie, al cemento che in Cilento dilaga a scapito di una magnifica bellezza. Ma Angelo Vassallo rischia di morire per un giorno soltanto e di essere subito dimenticato”. Con queste parole, Roberto Saviano, commentava l’assassinio del “sindaco-pescatore”.

Era la sera del 5 settembre 2010, il sindaco Vassallo stava rientrando a casa dalla sua famiglia, percorrendo una strada comunale stretta, ripida e in salita quando, stando alla ricostruzione fatta dagli inquirenti, poco prima del bivio che conduce alla sua abitazione, la sua auto fu bloccata da un’altra che procedeva in direzione inversa e in senso vietato. Gli assassini si avvicinaromo al finestrino e cominciarono a sparare da una pistola calibro 9 in rapida successione, centrando il cuore, la testa e la gola del sindaco, seduto al posto di guida.

“Un omicidio con modalità brutte e pesanti, un’esecuzione cattiva con troppi colpi, per un omicidio”, così commentò subito il pm Greco, che continuò dicendo: “Negli ultimi tempi era preoccupato e mi teneva costantemente informato sugli sviluppi di alcune vicende. Era un uomo che si batteva contro l’illegalità, sempre in prima linea. Quando accadeva qualcosa di particolare sul suo territorio, me lo segnalava. Un’uccisione feroce, fatta per colpire chi, forse, aveva scoperto qualcosa che non doveva scoprire”. Non hanno ucciso solo un uomo hanno ucciso una speranza per il Cilento. Era un simbolo di legalità. Hanno voluto colpire chi si opponeva all’illegalità”.

Probabilmente, la maggioranza dell’opinione pubblica, nell’apprendere la suddetta notizia, fu portata a pensare (date le vicende di cronaca nera che coinvolgono il territorio campano) che, citando sempre Saviano, “fosse normale, fisiologico per un sindaco del meridione essere vittima dei clan”. Invece no! Il Cilento, un territorio caratterizzato da tanti piccoli Comuni, dove ci si conosce tutti, fortemente radicato sui valori della famiglia, delle tradizioni, non era per nulla abituato e preparato ad un simile evento. Infatti, la prima reazione fu quella d’incredulità. L’intera popolazione rimase attonita. Man mano che la notizia si diffondeva, portava con sé uno strano silenzio, carico di significato. Lo stupore lasciò il posto alla paura, prima, e alla rabbia poi: con l’assassinio di Vassallo, il nostro Cilento era stato VIOLENTATO!

Da quel 5 settembre, nessuno degli abitanti del Cilento ha dimenticato e vuole dimenticare l’accaduto, e brama con veemenza che si faccia chiarezza e giustizia, in quanto è diventato un dovere morale e civico mantenere vivo l’esempio di legalità che è costato la vita ad Angelo Vassallo. Come afferma una pagina di Facebook dedicata al sindaco, “Hanno ucciso Angelo Vassallo, non il sogno del Cilento”. Hanno ucciso l’uomo, non le sue idee.

Ciao Angelo!

«Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini».
Giovanni Falcone

Rosy Merola

Definisco il mio percorso professionale come un “volo pindarico” dalla Laurea in Economia e Commercio al Giornalismo. Giornalista pubblicista, Addetta stampa, Marketing&Communication Manager, Founder di SinergicaMentis. Da diversi anni mi occupo della redazione di articoli, note e recensioni di diverso contenuto. Per il percorso di studi fatto, tendenzialmente, mi occupo di tematiche economiche. Nello specifico, quando è possibile, mi piace mettere in evidenza il lato positivo del nostro Made in Italy, scrivendo delle eccellenze, start-up, e delle storie di uomini e donne che lo rendono speciale. Tuttavia, una tantum, confesso di cadere nella tentazione di scrivere qualcosa che esula dalla sfera economico-finanziaria (Mea Culpa!). Spaziando dall'arte, alla musica, ai libri, alla cultura in generale. Con un occhio di riguardo nei confronti dei giovani esordienti e di quelle realtà che mi piace definire "startup culturali". Perché, se c'è una frase che proprio non riesco a digerire è che: "La cultura non dà da mangiare". Una affermazione che non è ammissibile. Soprattutto in Italia.