#SaturdayinArtArt&FinanceBeni rifugio

Art&Finance: La Mode Paris di Richard Boigeol (scheda di lettura)

 

Per la rubrica #SaturdayInArt, oggi ci soffermiamo su un’opera del pittore francese Richard Boigeol (Francia 1959 – vivente). Nato in Provenza il 26 luglio 1959, Richard Boigeol vive e lavora a Marsiglia (Francia). Si avvicina all’arte sin da piccolo. Inizia a prendere le prime lezioni di disegno a sette anni. Prosegue la sua formazione raggiungendo l’Italia per studiare storia dell’arte a Napoli e Firenze. Affascinato dal dadaismo, da Picasso e da Peter Blake, diventa un fautore della “nuova figurazione”, oltre che un “colorista”. Trova la sua dimensione artistica mettendo a punto una forma originale di figurazione illustrativa contemporanea, che enfatizza attraverso un interessante uso del colore, dell’umorismo e dell’allegoria. Il suo pennello è guidato dall’osservazione della società, del quotidiano, dalle sue esperienze di vita, dai miti e simboli della sua infanzia (fumetti, pubblicità, marchi e così via), dalla passione per la musica e il jazz in particolare (Boigeol è anche un pianista). Le sue opere sono state esposte in diverse nazioni, tra cui Francia, Svezia, Cina e Regno Unito.

 


Titolo Opera: La Mode Paris
Autore: Richard Boigeol
Data: 2009
Dimensioni: 130 x 97 x 2.5 cm
Materiali: Tela
Tecnica: Arcrilico
Collocazione: Galerie bruno massa, Parigi – Francia.

 

 

COSA

Il soggetto è una raffigurazione personificata della Torre Eiffel che l’artista rappresenta come una mannequin intenta a sfilare. Così il monumento che campeggia centralmente nel quadro – oltre ad essere l’emblema di Parigi – qui viene identificato con l’haute couture parigina: “La Mode Paris”, come recita la frase/titolo che spicca nella parte alta dell’opera. Nell’angolo in basso a destra del dipinto sono rappresentate tre persone intente ad applaudire la Eiffel-modella mentre sfila. A fare da sfondo a tutta la scena tre bande verticali – rispettivamente di colore blu, bianco e rosso –, ovvero la drapeau tricolore: la bandiera della Francia. In questo modo, esaltando la “francité”, l’opera diventa di genere celebrativo e allo stesso tempo simbolico.

COME

Nell’opera l’uso del colore è una componente essenziale per quanto concerne il racconto figurativo del dipinto. Diventa il “medium” del messaggio che Richard Boigeol vuole lanciare con tale produzione pittorica: l’esaltazione della capitale della moda francese, con i suoi eccessi e i suoi pregi. Questo grazie alla scelta del blu, del bianco e del rosso. Allo stesso tempo, la distribuzione del colore che predomina percorrendo verticalmente entrambi gli estremi del dipinto sono funzionali al fine di mettere in evidenza il soggetto principale, ovvero la Torre Eiffel-modella. Ancora una volta l’artista francese riesce a centrare il suo obiettivo di rappresentare l’improbabile in cui il reale e l’immaginario si fondono insieme.

L’inquadratura del soggetto principale è frontale.

Da marcato “colorista”, Richard Boigeol utilizza i colori in maniera efficace. Questi sono vivaci e brillanti agli estremi laterali, volti – in un certo senso – a delineare il soggetto centrale. A tal riguardo, per la realizzazione della Torre Eiffel, l’artista si attiene ai colori originali del monumento, il nero per segnare le geometrie della torre e il grigio per riempire lo spazio della struttura-vestito della Eiffel-indossatrice.

La luce è artificiale e diffusa. Anche in questo caso, come fatto con il colore, la luminosità viene dosata e accesa – così come avviene nell’ambito di una sfilata di moda – per mettere in evidenziare il soggetto centrale.

Lo spazio è aperto. L’assenza di prospettiva rende piatta la raffigurazione. Tuttavia ci sono degli accenni di dinamicità grazie al modo in cui sono rappresentate le braccia e le scarpe della Eiffel-indossatrice.

La composizione dell’opera è ordinata e statica. Sviluppata in verticale.

PERCHÈ

Impressioni: Chi osserva l’opera viene trasportato, idealmente, nelle atmosfere delle passerelle dell’alta moda parigina degli anni ’50. Un po’ come avviene a Audrey Hepburn nel film “Cenerentola a Parigi” (1957). Allo stesso tempo, l’ironia che caratterizza tutte le produzioni delle opere di Boigel – oltre alle luci della ribalta e all’esaltazione del made in France –, pone l’accento sulla vacuità di un mondo focalizzato più sull’apparire che sull’essere.

Rosy Merola

Rosy Merola

Definisco il mio percorso professionale come un “volo pindarico” dalla Laurea in Economia e Commercio al Giornalismo. Giornalista pubblicista, Addetta stampa, Marketing&Communication Manager, Founder di SinergicaMentis. Da diversi anni mi occupo della redazione di articoli, note e recensioni di diverso contenuto. Per il percorso di studi fatto, tendenzialmente, mi occupo di tematiche economiche. Nello specifico, quando è possibile, mi piace mettere in evidenza il lato positivo del nostro Made in Italy, scrivendo delle eccellenze, start-up, e delle storie di uomini e donne che lo rendono speciale. Tuttavia, una tantum, confesso di cadere nella tentazione di scrivere qualcosa che esula dalla sfera economico-finanziaria (Mea Culpa!). Spaziando dall'arte, alla musica, ai libri, alla cultura in generale. Con un occhio di riguardo nei confronti dei giovani esordienti e di quelle realtà che mi piace definire "startup culturali". Perché, se c'è una frase che proprio non riesco a digerire è che: "La cultura non dà da mangiare". Una affermazione che non è ammissibile. Soprattutto in Italia.