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Bebe Vio, “WEmbrace Sport”: «Lo sport olimpico e paralimpico insieme è qualcosa che mi piace tantissimo»

(Bebe Vio e e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen)

 

«Vedere lo sport olimpico e paralimpico insieme a livello agonistico è qualcosa che mi piace tantissimo», così la campionessa paralimpica Bebe Vio – in video conferenza stampa (via Zoom) – ha lanciato: “WEmbrace Sport”, un grande evento sportivo benefico che si svolgerà lunedì 25 ottobre all’Allianz Cloud di Milano. Un progetto fortemente voluto dalla stessa Bebe Vio e da art4sport (www.art4sport.org), l’Associazione fondata nel 2009 dai genitori della campionessa paralimpica.

«Ci stiamo lavorando da molti anni. Il mio sogno sarebbe quello di far sì che, in futuro, la gente riconosca WEmbrace come un marchio di inclusività nel senso più ampio del termine», puntualizza Bebe Vio, che continua: «Per me lo sport integrato è un modo per abbattere i pregiudizi e dimostrare a tutti la grande forza e competitività degli atleti paralimpici. Siamo tutti diversi, ognuno ha i propri limiti, le proprie debolezze ma anche i propri punti di forza e fare sport integrato può davvero mostrare le qualità di ciascun atleta e rappresentare un arricchimento per chiunque assisterà alle competizioni».

Insieme a Bebe Vio, presenti alla video conferenza stampa: Luca Pancalli, presidente del CIP (Comitato Italiano Paralimpico); Giovanni Malagò, presidente CONI; Roberta Guaineri, assessore al Turismo, Sport e Qualità della vita del Comune di Milano; Teresa Grandis e Ruggero Vio, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Associazione art4sport ONLUS.

«Abbracciare, dal latino, è un termine composto da “amb” intorno e “plectere” intrecciare». Parte dall’etimologia del verbo “abbracciare”, Luca Pancalli, soffermandosi sul nome scelto per il progetto. WEmbrace nasce, appunto, dall’unione delle parole inglesi We Embrace, che tradotte in italiano significano “Noi Abbracciamo”.

«Un intreccio straordinario fra lo sport, tra ragazzi abili e disabili. Un intreccio – prosegue il presidente del CIP – fatto di passione, di emozione, di sport, di cultura. Un intreccio che vorremmo si realizzasse nella vita quotidiana. WEmbrace serve anche ad abbracciare, a intrecciare i sogni, le speranze e le passioni di tanti ragazzi che noi vorremmo in gara e aiutarli in tal senso».

Sulla forza e sull’impegno di tutta la famiglia Vio, invece, si è concentrato Giovanni Malagò: «Bebe, Teresa e Ruggero, nel senso bello dell’espressione: siete una macchina da guerra. Avete una capacità straordinaria di realizzare le vostre idee. È complicato dire di no a Bebe. Tuttavia, in questo caso, c’è molta sostanza del progetto».

Nel corso della video conferenza stampa, molte domande dei giornalisti – inevitabilmente – si sono concentrate sull’incontro tra Bebe Vio e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Anche la nostra testata, attraverso chi scrive, si è soffermata su ciò: «Durante l’incontro con von der Leyen. Quest’ultima – tra le altre cose – riferendosi a lei (Bebe) ha puntualizzato: “Questa è l’anima dell’Europa e del suo futuro”. Jean Monnet (il padre ispiratore di quella che è diventata ora l’Unione europea) diceva: “Noi non uniamo Stati, ma uniamo popoli”. Può lo sport essere il fil rouge che unisce i popoli?», Bebe Vio ha replicato: «Questo è stato un momento che mi è piaciuto molto. Mi è stato detto che sono una rappresentanza dello sport, dei giovani, della disabilità, dell’inclusività. Mi piace tanto avere questa etichetta addosso. Naturalmente, ho sentito il peso di tutto ciò che mi è stato detto. A Strasburgo mi sono resa conto di quanto l’Italia sia forte sotto questo punto di vista e forse dobbiamo noi cercare di aiutare l’Europa in generale. Avere il suo supporto è qualcosa di molto figo! Parlando con lei su come stiamo lavorando qui, ci siamo rese conto di come possiamo dare una mano all’estero. Vogliono analizzare come lavoriamo in Italia per esportarlo all’estero. Lo sport, assolutamente, può essere un fil rouge. L’Italia si sta muovendo proprio grazie allo sport. Quest’anno, in particolare, l’Italia ha dimostrato di primeggiare in tutti gli sport. Lo sport unisce perché emoziona farlo. Muove le masse perché la gente ama farlo, si sente unita attraverso le emozioni dello sport».

Ripensano a come era lei da piccola: «Ho avuto la fortuna di essere cresciuta, quando ero ancora tutta intera, in un paesino molto piccolo dove è stato possibile provare tutti gli sport fino a quando ho trovato quello di cui mi sono innamorata. Il terzo provato era la scherma e lì mi sono fermata per il resto della vita. Dopo la malattia ho scoperto che la scherma veniva considerata impossibile per chi ha disabilità, invece non era vero. Per questo dico ai bambini di avvicinarsi a queste nostre iniziative, provare lo sport con tutte le attrezzature disponibili. Il bello dell’Academy è che una volta che si sceglie uno sport, si viene indirizzati verso la società attrezzata, e nel caso non lo fosse, proveremo noi sul territorio ad attrezzarla. Vieni alla Bebe Vio Academy!. Come dice Malagò, è difficile dirmi di noi al telefono, io rompo veramente le palle… la verità è che ho avuto la fortuna di essere stata aiutata da piccola, quando sono entrata nel mondo paralimpico, e sono moralmente obbligata a dare le stesse possibilità ai ragazzini che sono chiusi in casa e non sanno dove fare sport. C’è chi non sa che anche senza una gamba puoi correre, per questo sogno che entro cinque anni sia possibile andare in qualsiasi palestra d’Italia e trovare la pedana paralimpica, così come vedere su un campo di atletica un ragazzo che corre e l’altro che lo fa in carrozzina».

In merito all’esperienza a Tokyo, la campionessa ha evidenziato: «È stata tosta, ma ho sempre pensato di farcela. All’inizio lo facevo più che altro per i compagni di squadra, è dura quando perdi qualcuno per strada… tante persone mi hanno aiutato, credendoci sempre, anche quando stavo messa molto male. Tokyo mi ha insegnato a sopravvivere. Mi sono resa conto che se hai le spalle che escono, il gomito in fiamme, svieni un po’ di volte, vomiti altre mille, puoi riuscire a fare qualsiasi cosa se lo fai per la squadra. L’amore per la squadra ti spinge anche se fisicamente cadi a pezzi».

Alla domanda su cosa sente quando vede un ragazzo che si arrende dopo un incidente, finisce in carrozzina e si isola, ha risposto: «Non sono i ragazzi disabili che fanno più fatica a ripartire, ma quelli che hanno tutto, e hanno difficoltà a darsi degli stimoli. Il vero problema sono quelli che faticano a darsi dei sogni. Ci sono statistiche della Mattel che dimostrano che le bambine spesso smettono di sognare a cinque anni, e questo è incredibile. Lo sport può aiutarti a rinascere fisicamente, come ad avere nuovi stimoli nella vita. Questa è la figata».

A chi le ha domandato se l’Italia fosse in ritardo sui temi della disabilità, Bebe Vio ha sottolineato: «In realtà più viaggio più mi rendo conto di quanto siamo forti a livello di inclusione e di sport paralimpico. Al di là dei Giochi, io vado in Giappone quasi ogni anno e noto che ti guardano strano se vai in giro con una protesi o una carrozzina, pensano che non sia giusto che tu vada per strada perché ci sono strutture apposite per i disabili. In Russia addirittura ci sono persone che sostengono che non esistono disabili, perché non se ne vedono in giro».

Infine, la campionessa paralimpica ha più volte ribadito la sua attenzione verso i giovani: «Mi rendo conto che la disabilità viene vista come una cosa normale, anzi gli atleti paralimpici sono considerati eroi, forse troppo, perché sono persone normalissime che si impegnano molto nello sport e nella vita di tutti i giorni. In Italia mancherà qualcosa, ma siamo ancora fortunati. Io punto sui giovani, per far capire che è giusto che sport olimpico e paralimpico convivano».

WEmbrace Sport sarà un evento unico nel suo genere che in cui campioni delle Nazionali Olimpiche e Paralimpiche saranno impegnati tutti insieme in una sfida sportiva inedita e inclusiva, al fine di sensibilizzare il pubblico al valore della diversità. L’obiettivo è quello di dimostrare al pubblico come lo sport paralimpico sia a tutti gli effetti paragonabile a quello olimpico sia dal punto di vista della spettacolarità, che da quello emozionale e competitivo, grazie alla grande capacità ed energia tipiche di chi pratica questo tipo di discipline. Non a caso, con 14 medaglie d’oro, 29 d’argento e 26 di bronzo, la Nazionale Paralimpica ha saputo riconfermare i successi della spedizione Olimpica. Inoltre, vuole ispirare, stimolare le giovani generazioni. Soprattutto i bambini.

Le discipline in gara nel corso della serata all’Allianz Cloud di Milano saranno 4, tutte giocate nella loro versione paralimpica. Ecco così che dal Basket, al Calcio, fino al Volley e alla Scherma, non mancheranno le occasioni per assistere a sfide entusiasmanti con protagonisti campioni olimpici e paralimpici.

Rosy Merola

 

I biglietti sono disponibili a partire a da oggi, giovedì 16 settembre, su Ticketmaster.it (www.ticketmaster.it/artist/wembrace-sport-biglietti/1098143). I fondi raccolti andranno a sostegno della mission di art4sport.

L’evento – che sarà intrattenuto da Da Move – è organizzato da art4sport con il supporto di numerosi partner ed è realizzato anche grazie al contributo del Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei ministri. Patrocinano WEmbrace Sport il CIP (Comitato Italiano Paralimpico), il CONI, il Comune di Milano e Milanosport. Main Partner dell’evento: Barilla, Toyota, Sorgenia, Nike, Algida (Unilever), Mattel, Costa Crociere, Tommy Hilfiger, Alphazer, Tassoni. Con il sostegno di Intesa Sanpaolo. Tra i Partner Tecnici, invece, ci sono: 21 WOL, Cantine Ferrari, Sportissimo e Croce Rossa Milano. I Media partner dell’evento sono: La Gazzetta dello Sport, Corriere della Sera, IGPDecaux, Radio Capital, Radio Deejay e Telesia.

Le Federazioni coinvolte, infine, sono: FIS, FIP, FIPIC, FISPES e FIPAV, con la partecipazione straordinaria dei club di calcio AC Milan, FC Internazionale Milano e, per il basket in carrozzina, Briantea84.

WEmbrace Sport farà da apripista a un altro grande progetto in cui l’Oro della scherma Paralimpica sarà

impegnata: la Bebe Vio Academy (BVA).

La BVA è un progetto pensato da Bebe in partnership con Nike, organizzato e gestito dall’Associazione art4sport. Sarà la prima accademia italiana a favore dello sport inclusivo con un programma triennale gratuito di attività multi-sportive rivolto a bambini e ragazzi con e senza disabilità fisiche di età tra i 6 e i 18 anni. Il progetto che comprenderà cinque diverse discipline sportive paralimpiche – quali calcio, atletica, basket in carrozzina, sitting volley e scherma in carrozzina – si svolgerà a Milano, con cadenza bisettimanale, presso il Centro Sportivo Iseo e il Bicocca Stadium.

 A dare il via alla Bebe Vio Academy sarà la prima Game Time session, in programma il 26 ottobre: il primo importante momento esperienziale in cui i ragazzi si sperimenteranno, divertendosi, nei vari sport, partecipando anche a workshop dedicati e incontri con grandi campioni olimpici e paralimpici di ritorno da Tokyo 2020.

La Bebe Vio Academy è un percorso che durerà 3 anni con lo scopo di favorire sempre più la conoscenza, l’accettazione e l’integrazione delle diversità partendo dalle nuove generazioni. Gli iscritti all’Academy verranno poi indirizzati verso le società sportive di riferimento per proseguire il percorso iniziato durante le sessioni di allenamento.

Per ulteriori informazioni e iscrizioni sulla Bebe Vio Academy, https://www.bebevio.com/academy/

 

ART4SPORT

L’Associazione art4sport ONLUS (http://www.art4sport.org), che ad oggi conta 38 ragazzi, è ispirata alla storia di Bebe Vio, Campionessa di scherma Paralimpica. Alla fine del 2008, all’età di 11 anni, Bebe è stata colpita da una meningite meningococcica che ha portato come conseguenza all’amputazione dei quattro arti. Nel giro di un anno è tornata alla sua vita di prima e uno dei fattori motivanti che l’ha portata a reagire con forza e determinazione è stato il suo desiderio di tornare a praticare il suo amato sport.

I genitori di Bebe si sono allora attivati affinché questo sogno potesse realizzarsi. Sono dunque venuti a conoscenza della realtà delle protesi e delle attrezzature sportive, tutte molto costose, per ragazzi con amputazioni d’arto e si sono scontrati con un’assoluta mancanza di supporto da parte del Sistema Sanitario Nazionale. Da qui è nata la decisione di creare un’Associazione che rappresentasse un punto di riferimento per Bebe e per altri ragazzi con le stesse necessità e con lo stesso desiderio: praticare sport.

art4sport studia, finanzia e progetta protesi, ausili e tutto ciò che serve ai piccoli atleti per praticare un’attività sportiva, supportandoli anche nella ricerca della società sportiva che li possa accogliere e promuovendo la conoscenza e la pratica dello sport paralimpico in tutto il territorio nazionale.

Rosy Merola

Definisco il mio percorso professionale come un “volo pindarico” dalla Laurea in Economia e Commercio al Giornalismo. Giornalista pubblicista, Addetta stampa, Marketing&Communication Manager, Founder di SinergicaMentis. Da diversi anni mi occupo della redazione di articoli, note e recensioni di diverso contenuto. Per il percorso di studi fatto, tendenzialmente, mi occupo di tematiche economiche. Nello specifico, quando è possibile, mi piace mettere in evidenza il lato positivo del nostro Made in Italy, scrivendo delle eccellenze, start-up, e delle storie di uomini e donne che lo rendono speciale. Tuttavia, una tantum, confesso di cadere nella tentazione di scrivere qualcosa che esula dalla sfera economico-finanziaria (Mea Culpa!). Spaziando dall'arte, alla musica, ai libri, alla cultura in generale. Con un occhio di riguardo nei confronti dei giovani esordienti e di quelle realtà che mi piace definire "startup culturali". Perché, se c'è una frase che proprio non riesco a digerire è che: "La cultura non dà da mangiare". Una affermazione che non è ammissibile. Soprattutto in Italia.