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Bonus bebè, uno degli annunci non (ancora) mantenuti dal Governo Renzi

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ROMA, 10 FEBBRAIO 2015 – Era atteso, dal primo gennaio 2015, il bonus bebè per le neo mamme. Ad annunciarlo, nel corso di una trasmissione televisiva, Matteo Renzi. In particolare, in tale occasione, il premier aveva parlato di un bonus di 80 euro al mese e di durata triennale per ogni figlio nato tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017. L’unico requisito richiesto alle famiglie per poter beneficiare del sopraindicato sostegno era avere, al momento della presentazione della domanda, un reddito non superiore ai 25mila euro annui. Inoltre, l’assegno raddoppia a 160 euro per i genitori che non superano il tetto dei 7mila euro.

Tuttavia, al momento, il “bonus bebè” rimane lettera morta. Questo perché la norma che doveva rendere esecutivo il suddetto provvedimento – attesa entro il 31 gennaio – non è stata varato nei tempi previsti dai ministeri del Lavoro e delle politiche sociali, della Salute e dell’Economia. Al riguardo, il Governo ha comunicato che – nel giro di qualche giorno – si provvederà a far fronte a tale “svista”, varando la norma attuativa necessaria. Quest’ultima includerà, altresì, anche il modulo per fare richiesta e le effettive modalità di pagamento.

In mancanza di ciò, l’Inps non potrà procedere all’erogazione dell’assegno.

(Foto: investireoggi.it)

Rosy Merola – SinergicaMentis

Rosy Merola

Definisco il mio percorso professionale come un “volo pindarico” dalla Laurea in Economia e Commercio al Giornalismo. Giornalista pubblicista, Addetta stampa, Marketing&Communication Manager, Founder di SinergicaMentis. Da diversi anni mi occupo della redazione di articoli, note e recensioni di diverso contenuto. Per il percorso di studi fatto, tendenzialmente, mi occupo di tematiche economiche. Nello specifico, quando è possibile, mi piace mettere in evidenza il lato positivo del nostro Made in Italy, scrivendo delle eccellenze, start-up, e delle storie di uomini e donne che lo rendono speciale. Tuttavia, una tantum, confesso di cadere nella tentazione di scrivere qualcosa che esula dalla sfera economico-finanziaria (Mea Culpa!). Spaziando dall'arte, alla musica, ai libri, alla cultura in generale. Con un occhio di riguardo nei confronti dei giovani esordienti e di quelle realtà che mi piace definire "startup culturali". Perché, se c'è una frase che proprio non riesco a digerire è che: "La cultura non dà da mangiare". Una affermazione che non è ammissibile. Soprattutto in Italia.