Coronavirus, “Primo maggio, su coraggio…”: (Resis)TiAmo
Di forza e coraggio, in questo primo maggio ai tempi del Covid-19, ne abbiamo proprio bisogno.
Infatti, il coronavirus, con il conseguente lockdown, ha inferto un duro colpo (spero non il colpo di grazia) al mercato del lavoro che – per restare nell’ambito di una terminologia che, ahinoi, nelle ultime settimane abbiamo dovuto quotidianamente sentire – era in “terapia intensiva” da anni. Così, mentre ancora stiamo contando il numero delle vittime (una perdita che nessuno potrà più colmare), già si stimano ingenti danni all’economia italiana. Dolore su disperazione. Alla vigilia della cosiddetta “Fase 2”, dove l’unica certezza è la paura che «divide et impera». Per questo, forse, è utile ricordare l’invito che – lo scorso 11 marzo, in conferenza stampa – il Primo ministro Giuseppe Conte aveva rivolto agli italiani, ovvero di rimanere: «Lucidi, misurati, rigorosi e responsabili…». Io aggiungerei anche umani.
Poiché, come ha scritto, Salvatore Quasimodo: «Le parole ci stancano, risalgono da un’acqua lapidata; forse il cuore ci resta, forse il cuore», semplicemente grazie dal profondo a tutte quelle categorie di lavoratori che in questi mesi – a rischio della propria vita – in prima linea hanno lavorato per preservare la nostra salute.
A chi di loro, purtroppo, non ce l’ha fatta: che la terra vi sia lieve.
Infine, a tutte le categorie di lavoratori, ai titolari di attività commerciali, di partita IVA, in cassa integrazione, lavoratori in nero, precari, disoccupati: ResisTiAmo!
Rosy Merola