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Giornata della Memoria, a Firenze la mostra “A lezione di razzismo“

(Illustrazione de "Il Giornalino di Nonno Ebe", 1936)
(Illustrazione de “Il Giornalino di Nonno Ebe”, 1936)

FIRENZE, 23 GENNAIO 2016 – Nell’ambito delle celebrazioni della Giornata della Memoria, martedì 26 gennaio alle 17, a Firenze presso la Sinagoga e la Sala Servi (via Farini, 10), sarà inaugurata la mostra “A lezione di razzismo. Scuola e libri durante la persecuzione antisemita (1938 – 1943)”, a cura di Pamela Giorgi, Giovanna Lambroni e Dora Liscia Bemporad. L’iniziativa è organizzata dalla Comunità Ebraica e dal Museo Ebraico di Firenze e dalla Fondazione Ambron Castiglioni di Firenze con la collaborazione dell’Indire (Istituto Nazionale Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa). La mostra sarà visibile fino al prossimo 10 aprile.

Alle 18 saranno presentati gli atti della Giornata di Studi “Matite razziste. Antisemitismo e razzismo nell’illustrazione del periodo fascista”, a cura di Giovanna Lambroni e Dora Liscia Bemporad. Interverranno Ugo Caffaz e Marta Baiardi. Introdurranno Sara Cividalli, presidente della Comunità Ebraica e Alberto Boralevi, Presidente della Fondazione Ambron Castiglioni. Il tema portante della mostra è il ruolo dell’immagine nella diffusione del razzismo. Durante il fascismo i temi dell’appartenenza etnica e del culto della razza furono veicolati in vari modi, tra i quali il rigoroso intervento sulla scuola, sull’editoria scolastica, sulla letteratura giovanile d’evasione e su un genere molto amato dalle giovani generazioni: il fumetto. Educatori, scrittori, artisti e illustratori, in molti contribuirono a diffondere il seme del razzismo, traducendo in linguaggio pedagogico e in figure accattivanti temi e atteggiamenti in cui la diffidenza pregiudiziale verso l’altro contribuiva alla realizzazione di un progetto educativo di creazione del “noi”.

Per realizzare la mostra, l’Archivio storico di Indire ha messo a disposizione il suo patrimonio documentario, tra cui quaderni, materiali didattici, libri e fotografie che delineano i processi formativi con i quali si tentò di costruire il nuovo uomo fascista, attraverso la creazione del nemico interno, l’esclusione dei diversi, il mito della razza e della pura stirpe italica. La mostra è finalizzata a mettere in luce alcuni aspetti spesso poco considerati, relativi all’applicazione delle leggi razziali del 1938 nella scuola fascista. Tra i documenti della mostra figurano anche quaderni e album di piccoli studenti ebrei alla vigilia delle leggi razziali.

«L’archivio storico dell’Indire – dichiara Flaminio Galli, Direttore Generale dell’Indire – è un prezioso strumento di conoscenza della scuola del ‘900. L’Istituto è orgoglioso di mettere a disposizione della comunità un patrimonio di tale valore. La mostra offre un’interessante ricostruzione storica e rappresenta al tempo stesso un fermo monito a non abbassare mai la guardia verso qualsiasi forma di intolleranza e razzismo».

«Con questa mostra – dichiara Pamela Giorgi, curatrice e ricercatrice dell’Indire – si vuole evidenziare come la politica razziale del regime non ebbe il suo inizio nei pochi mesi antecedenti alle leggi razziali del 1938, ma ben prima, nel corso della politica coloniale e imperialistica dell’Italia nel nord Africa. È un modo per spiegare soprattutto alle nuove generazioni che le politiche di esclusione non nascono mai istantaneamente, ma sono sempre il frutto di processi lenti e mirati, in grado di causare violenza e separazione profonda all’interno di una stessa comunità».