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Laura Pausini e candidatura Oscar 2021: «Questa nomination va oltre il mio nome, spero possa essere di conforto a tutti gli italiani»

 

«Ho la testa molto confusa da ieri», ha ammesso candidamente Laura Pausini all’inizio della videoconferenza stampa su zoom, all’indomani della nomination ai Premi Oscar 2021 nella categoria Best Original Song per il brano “Io sì/Seen”, l’original song del film prodotto da Palomar per NetflixThe life ahead/La vita davanti a sé” con la regia di Edoardo Ponti e il ritorno sulle scene di Sophia Loren.

La cantante, ancora fortemente emozionata dopo l’annuncio di ieri, non è riuscita a trattenere qualche lacrime di commozione ripensando al percorso «lungo, bellissimo e complesso», che l’ha portata fino alla nomination agli Oscar 2021. «Sono molto impaurita, ma tutti i traguardi mi hanno dato la voglia di spingere sul mio acceleratore interno per vedere se mi merito davvero quello che ho. Sono sempre la stessa di quel Festival di Sanremo – di 28 anni fa (1993) – con le stesse ansie, le stesse paure, lo stesso modo di gioire. Le cose, però, diventano sempre più importanti, sempre più grandi. Perciò, a volte, mi sento piccola», sostiene Laura Pausini, la quale ammette di essere ancora in ansia quando viene chiamata da Pippo Baudo.

«In Italia, ho paura. All’estero, no. In Italia – puntualizza Laura Pausini – ti si chiede sempre un perché. Sono anche andata anni fa da una psicologa, perché c’è stato un periodo in cui mi sentivo in colpa per questo successo. Non riuscivo a viverlo bene. Mi ha aiutata molto, ma ancora oggi, in questo momento di pandemia, vivere una cosa così grande mi porta a fami delle domande. “Perché io?”. La risposta non è semplice, perché io ancora non so darmela».

La cantante poi ha ammesso che, dopo la candidatura di ieri, sta iniziando a pensare a una eventuale vittoria: «Ci sto pensando da quando siamo entrati nella quindicina dei nomi. Cominci a farti dei voli pindarici nella testa. Se vinco l’Oscar? Cosa resta, ancora, dopo un riconoscimento del genere? I miei compagni di scuola mi hanno detto: “Laura, ti mancano solo le Olimpiadi”. E non c’è pericolo io mi ci avvicini. Mi piace guardarlo, lo sport, mica farlo. La paura che tutto finisca è quel che mi spaventa di più. Forse, c’è la stessa cosa che pensavo all’inizio: c’è il pianobar, la mia mansarda di Solarolo dove cantavo e i vicini mi chiedevano di abbassare il volume. Invece di sentirmi figa, all’idea di un premio così importante, mi sento in ansia. Perché la gente, poi, si aspetta di più. Io mi aspetto di più da me stessa».

Una candidatura agli Oscar 2021 che arriva a quindici giorni esatti dalla vittoria dei Golden Globes per la canzone “Io sì/Seen”, nata dalla collaborazione con la compositrice statunitense Diane Warren (undici nomination agli Oscar), Bonnie Greenberg (music supervisor di film come Tutto può succedere, Il matrimonio del mio migliore amico, What women want e The Mask) e, per il testo italiano coscritto con Niccolò Agliardi

Soffermandosi sul testo della canzone, Laura spiega: «La canzone è nata in inglese e non sapevo che potesse essere in italiano. Quando l’abbiamo provata sulle immagini, Edoardo Ponti mi ha detto che c’era qualcosa che non funzionava e di provare a fare qualche frase in italiano. Non era facilissimo mischiare le due lingue. Diane stessa mi ha detto di provarla a fare tutta in italiano. A me piaceva tantissimo già il titolo, il quale racconta in sé la storia. La parola “Seen” racconta la storia del film. Io volevo conservare tutta la profondità con una sola parola, cosa che in italiano non era possibile. Ringrazio Niccolò Agliardi, perché mi ha aiutata a trovare parole che da sola non avrei trovato. Ci abbiamo messo quasi un mese per la realizzazione del testo. Volevamo dare la stessa intensità e profondità della versione in inglese, con una metrica che non potevamo cambiare. La metrica inglese è diversa. Non l’abbiamo scritta per la pandemia, ma ci sono passi che ne raccontano il significato. “Quando essere invisibile è peggio che non vivere” è un verso che mi porta a commuovermi, e credo che questa profondità del testo abbia influito tanto sulla decisione dell’Academy di nominarmi». A tal riguardo, la cantante evidenzia che il video della canzone che è stato sottoposto alla giuria è in lingua italiana con i sottotitoli in inglese. Cosa che, tuttavia, non ha impedito a “Io sì/Seen” di scalare le classifiche americane: «È in radio, tra i trenta brani più trasmessi. Confesso che tutto questo, un po’, mi spinge a tirarmela: sentire gli americani cantare un brano in italiano è qualcosa di magico».

«Non so cosa ha di particolare la mia vita, ma mi chiedo continuamente perché ho avuto quello che ho avuto. Ciò che sento, e che ho sentito anche con il Golden Globe, è talmente più grande di quello che ho sognato nella mia vita, che non so come affrontarlo. Mi sento così piccola, ma è mio dovere non arrendermi. È così contrastante questa gioia con il momento che stiamo vivendo, che spero possa essere di conforto a tutti gli italiani, a chi non mi segue, a chi non ama la musica. Questa nomination va oltre il mio nome».

Un passaggio che tocca particolarmente le corde emotive della cantante candidata all’Oscar 2021. A tal riguardo, ribadisce di avere paura dell’opinione degli italiani, puntualizzando: «Il Sud America mi ha formata più come donna che come risultati. Io lì non faccio concerti agli stadi, li faccio qui: a casa mia. Loro mi hanno insegnato ad avere forza. Solo voi italiani mi avete vista sempre per come sono. Mi avete vista a Sanremo che riuscivo a dire solo grazie. Voi mi avete visto dire: Italia abbiamo vinto ancora. Non ho detto: mamma. Ho detto: Italia! Mi sento orgogliosa di essere italiana e di vivere questo momento così emozionante insieme a voi (qui, la voce di Laura Pausini viene interrotta da qualche lacrima di commozione, n. d. r.)».

Ancora commossa, ha proseguito dicendo che, in caso di vittoria, il discorso di ringraziamento sarà rivolto al padre: «Per la cerimonia, sto aspettando istruzioni. Di norma, comunque, non scrivo mai discorsi in previsione della vittoria. Questa volta, invece, l’ho fatto. Ho scritto un discorso di ringraziamento per mio papà. Questa nomination io la dedico al mio babbo, perché io ho cominciato con lui, quando ero piccola. Lui suonava, con un collega ha aperto un piano bar. Non mi ha mai chiesto di cantare, ma ad otto anni gli ho chiesto di regalarmi un microfono. Allora, abbiamo cominciato qualcosa di unico, di bellissimo. Mio papà mi ha sempre rimproverato di sognare in piccolo. Io non credevo nemmeno sarei mai andata a Sanremo, figurarsi agli Oscar. Io, nella mia vita, volevo cantare, al pianobar. Ed è la stessa cosa, solo che farlo adesso porta più visibilità, più denaro. Dopo gli Oscar, non so se condurrei Sanremo. Di certo, non mi occuperei della direzione artistica, perché io sono molto plagiabile: metterei solo i miei amici, e so che non è giusto. Nel 2022, vorrei uscire con un nuovo disco e Sanremo non sarebbe compatibile».

Infine, la videoconferenza stampa si è conclusa ringraziando tutti coloro i quali hanno contribuito ad arrivare a tale candidatura, soprattutto alla Loren: «Mi sento pieno di riconoscenza nei confronti di Sophia Loren perché mi ha scelto lei. Sentirla farmi i complimenti è stata una forte emozione».

Rosy Merola

https://www.youtube.com/watch?v=OAQrU3ONTCU

 

Riconoscimenti – Laura Pausini è già vincitrice di un Grammy Award (2006), di quattro Latin Grammy Awards (2005, 2007, 2009, 2018), il Golden Globe Award, ottenuto nella categoria Best original song, l’Hollywood Music in Media Awards e il Satellite Award.

Rosy Merola

Definisco il mio percorso professionale come un “volo pindarico” dalla Laurea in Economia e Commercio al Giornalismo. Giornalista pubblicista, Addetta stampa, Marketing&Communication Manager, Founder di SinergicaMentis. Da diversi anni mi occupo della redazione di articoli, note e recensioni di diverso contenuto. Per il percorso di studi fatto, tendenzialmente, mi occupo di tematiche economiche. Nello specifico, quando è possibile, mi piace mettere in evidenza il lato positivo del nostro Made in Italy, scrivendo delle eccellenze, start-up, e delle storie di uomini e donne che lo rendono speciale. Tuttavia, una tantum, confesso di cadere nella tentazione di scrivere qualcosa che esula dalla sfera economico-finanziaria (Mea Culpa!). Spaziando dall'arte, alla musica, ai libri, alla cultura in generale. Con un occhio di riguardo nei confronti dei giovani esordienti e di quelle realtà che mi piace definire "startup culturali". Perché, se c'è una frase che proprio non riesco a digerire è che: "La cultura non dà da mangiare". Una affermazione che non è ammissibile. Soprattutto in Italia.