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Minori in comunità: in vacanza per riscoprire se stessi

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MILANO 23, GIUGNO 2015 – La cooperativa sociale COMIN, insieme al tour operator Pindorama ha progettato una vacanza molto speciale per 36 adolescenti, preadolescenti e altri minori di 5 comunità – 2 educative, 3 di stampo familiare – gestite dalla cooperativa a Milano e nel milanese. Un format nuovo, dalla forte valenza educativa, per un periodo – quello delle vacanze-, molto critico e delicato per i minori accolti in comunità. “In vacanza insieme per riscoprire se stessi” è un progetto in sinergia con Pindorama, uno storico tour operator di turismo responsabile i cui titolari Lucia e Massimo, hanno deciso di sostenere per tre anni i costi delle vacanze estive dei minori accolti in comunità.

Un soggiorno estivo in ambiente naturalistico – montagna e mare -, anche grazie ai contenuti delle singole proposte, è infatti una straordinaria occasione di crescita personale, per socializzare e per instaurare relazioni amicali autentiche e profonde. “L’ambiente naturale – spiega Emanuele Bana di COMIN – è uno dei luoghi dove l’educatore può, attraverso il linguaggio del corpo in movimento, osservare e interpretare il disagio. La relazione educatore-minore assume anche nuove possibilità rispetto a quelle offerte dalla quotidianità: le dinamiche di aiuto e interdipendenza sono vissute a livello fisico e rese visibili, per poi essere verbalizzate; una volta rientrati in città, è possibile trasferire ad un piano intellettuale e relazionale le capacità dimostrate e le risorse (ri)trovate”.

L’idea forte è quindi lavorare con i minori in difficoltà nel contesto dato dall’ambiente naturale, con la consapevolezza che proprio l’interazione con la natura offre molti spunti educativi. I minori potranno conoscere e apprezzare la bellezza dei luoghi, praticare attività sportive e affrontare piccole difficoltà per sperimentare se stessi su un piano fisico, scoprire le risorse interne per affrontarle e mostrare così caratteristiche di sé diverse da quelle espresse nei contesti ordinari di vita, incrementando così il livello di autostima. Lo scopo della vacanza non è quello di far vivere ai ragazzi imprese “titaniche”, ma, nel rispetto dei limiti connaturati all’affrontare lo sforzo fisico, permette di vivere esperienze belle, gratificanti, varie e ricche nella portata simbolica. Un altro obiettivo importante per i “grandi” è migliorare le relazioni interpersonali con il gruppo dei pari.

In Italia sono circa 15.000 i minori in comunità di accoglienza, di cui almeno un terzo è straniero, 6 su 10 sono inseriti in comunità tramite un provvedimento giudiziario. La cooperativa COMIN gestisce oggi 6 comunità di accoglienza per minori,  2 educative e 3 di stampo familiare che nel 2014 hanno accolto 50 minori.
Tra le diverse proposte il soggiorno all’Ostello “I Ribelli della Montagna” di Lozzo (VA), il campeggio libero negli ambienti selvaggi della Val Grande, la visita all’Arsenale della Pace di Torino, le vacanze marine a Spotorno (SA) o Guardistallo (PI). I più piccini, con un’età compresa tra 0 e 3 anni, ospiti della comunità di pronta accoglienza, si godranno invece un soggiorno climatico di due settimane in ambiente marino (talassoterapia).

Così Massimo Busani di Pindorama Viaggi Consapevoli “Le nostre strade si sono incrociate qualche anno fa con la comunità educativa di Milano Bicocca e i bisogni dei ragazzi che la abitano. Attraverso questo filo d’amicizia tra Pindorama e Comin è nato il progetto “In vacanza insieme per riscoprire se stessi” Questo filo lo vediamo unito a quello del gomitolo del logo di Pindorama, che srotolandosi scopre un mondo diverso e avvolge realtà nuove, collaborando alla costruzione di una comunità sociale più coesa e matura, attenta ai bisogni e alle potenzialità di ogni persona”.

Gli attori del progetto:

Cooperativa sociale COMIN
La Cooperativa Sociale COMIN nasce nel 1975 a Milano allo scopo di realizzare interventi educativi a favore di bambini e famiglie in difficoltà. I settori tradizionali dell’accoglienza in comunità e dell’assistenza domiciliare ai minori, nel corso degli anni, sono stati affiancati da interventi di promozione dell’affido familiare, del benessere e della coesione sociale di giovani e famiglie. Particolare attenzione è rivolta agli stranieri e alla prima infanzia. COMIN, oggi, è articolata in 5 Unità Territoriali [U.T. Milano, U.T. Ovest (Rhodense-Magentino), U.T. Pavese, U.T. Giussano, U.T. Martesana], che rappresentano la Cooperativa in ciascun territorio. Attraverso i suoi interventi, ogni anno, raggiunge oltre 2.000 persone tra beneficiari diretti e indiretti. Per COMIN benessere e disagio devono entrare in contatto e dialogare, alla ricerca comune di soluzioni creative che rispondano alle esigenze della collettività ;. Occorre, per questo, favorire occasioni di incontro e relazione, dando vita a contesti comunitari che divengano progressivamente capaci di esprimere solidarietà tanto al loro interno quanto all’esterno. COMIN conta oltre 200 soci tra lavoratori e volontari, a cui si aggiungono alcuni lavoratori non soci. I minori accolti in comunità da COMIN nel 2014 sono stati circa 50, divisi in 5 comunità, due comunità educative (con educatori e coordinatore) e tre comunità di stampo familiare (con educatori e famiglia). Contatti: Via E. Fonseca Pimentel 9 –  20127 Milano, www.coopcomin.org

PINDORAMA Viaggi Consapevoli
Pindorama nasce nel 1994, ed è uno dei primi tour operator italiani a sperimentare e organizzare viaggi di turismo responsabile, con modalità di viaggio più autentiche e rispettose delle popolazioni locali e dell’ambiente. Dopo qualche anno ottiene la autorizzazione IATA per l’ emissione e la vendita di biglietteria aerea, ed effettua servizio di prenotazione e vendita di biglietteria aerea internazionale con tutte le compagnie aeree. In particolare vengono offerte tariffe speciali per tutta l’area del Centro e Sud America. In questi anni oltre alla clientela italiana, alle Associazioni e ONG, Pindorama è diventata un punto di riferimento per la comunità latino americana della Lombardia e di altre regioni italiane ed è da qualche anno il principale operatore italiano per traffico sviluppato verso il Centro e Sud America. Il suo organico è “multietnico”, con persone italiane, del Perù e dell’Ecuador. Attraverso il suo sostegno, PINDORAMA intende collaborare con COMIN alla costruzione di una comunità sociale più coesa e matura, attenta e sensibile ai bisogni e alle potenzialità di ogni persona, rendendosi, pertanto, disponibile a concorrere allo sviluppo di un welfare di comunità, che coinvolge e interpella tutti gli stakeholders del territorio. Il nuovo paradigma di welfare deve porre le basi sulla partecipazione attiva di tutti, nella realizzazione di un nuovo modello e nel controllo dei servizi e dei risultati. Coerentemente alla propria attività ‘core’, PINDORAMA ha individuato nel sostegno alle vacanze dei minori in comunità, l’azione che meglio lega la sua esperienza ventennale nell’ambito del turismo responsabile a un bisogno specifico a cui COMIN intende rispondere. Contatti: Via Sebastiano Veniero 48 – 20148 Milano  02 3921 8714, www.pindorama.it

Scheda 1. Le vacanze a luglio e agosto:

Numero totale: 36 minori, di cui 30 preadolescenti e adolescenti e 6 “piccolissimi”.
11 minori dal 4 al 18 luglio a Spotorno (SV) in una casa per ferie e dal 12 al 19 agosto a Ollomont (Val d’Aosta) in campeggio. | 9 minori dal 27 luglio al 12 agosto all’Ostello “I Ribelli della Montagna” – Lozzo (Varese), dal 18 al 21 Agosto 4 giorni in gita a Roma,  dal 21 al 24 agosto a Citerna (PG)e dal 24 al 28 agosto a Cecina (LI). Di questi 9, 6 dal 20 al 25 luglio andranno all’Arsenale della Pace (Torino), gli altri tre più grandi sono impegnati con lavori estivi/tirocini formativi.  Comunità educativa La Girandola: 10 minori dal 29 Luglio al 3 Agosto uscita in Val Grande (compresa nei confini della provincia del Verbano Cusio Ossola) e dall’8 al 31 agosto in vacanza al mare a Guardistallo (Pisa). Per i 6 minori ospiti della comunità di pronta accoglienza per bambini 0-3 anni non è ancora nota la destinazione. Verosimilmente come lo scorso anno potrebbe essere una località di mare della Liguria .

Le testimonianze dei minori delle comunità al ritorno dalle vacanze estive 2014:

“Amo andare in campeggio perché si vive all’aperto immersi nella natura. Si conosce tanta gente nuova, anche se la maggior parte sono stranieri e non parlano italiano. È bello perché vivi faccia a faccia con tutti i compagni di comunità senza le distrazioni della tecnologia, circondato dai rumori del bosco. La sera si giocava a  nascondino e a guardie e ladri, era bello stare insieme, divertirsi con i più piccoli e rincorrere i più grandi. Dormire in tenda guardando le stelle poi, è stato stupendo: un’esperienza che a Milano è quasi impossibile fare. Sono felice di sapere che l’anno tornerò coi miei compagni nello stesso posto”. A.

“Quest’anno per la prima volta sono andato in campeggio. È stato molto bello dormire in tenda con Denisa in mezzo alla natura. Ho visto animali che non avevo mai visto: cinghiali, volpi, scoiattoli e cerbiatti. Mi è piaciuto tanto cucinare all’aperto e mangiare in compagnia sotto il gazebo.” K.

“All’inizio di settembre abbiamo fatto una gita di quattro giorni con tutta la comunità e Massimo in Valmalenco. I primi tre giorni ci siamo svegliati presto e siamo andati a camminare e ad arrampicarci sulla roccia. L’ultimo giorno invece ci siamo svegliati alle 5 del mattino e dopo una camminata di due ore siamo arrivati sul ghiacciaio, ci siamo messi i caschetti e i ramponi, ci siamo legati con una corda e i moschettoni tutti insieme per sicurezza e siamo partiti. Destinazione: passo Cassandra. Subito poco la partenza eravamo stanchi di salire e volevamo tornare indietro, poi ci siamo convinti e alla fine siamo quasi arrivati al passo. Questa esperienza ci è piaciuta molto perché abbiamo fatto una cosa nuova: scalare il ghiacciaio. Abbiamo provato emozioni opposte come la paura dell’altezza e di non farcela ma anche la felicità di arrivare al nostro traguardo. Perché anche se non siamo arrivati proprio al passo abb iamo dovuto superare difficoltà e ostacoli che salendo abbiamo incontrato. Essere tutti legati in cordata è stata una sicurezza, sapere che avevamo davanti e dietro di noi una persona pronta a sorreggerci e a spronarci ti ha fatto sentire più sicuri. Noi la consiglieremmo a tutte le persone che hanno voglia di scoprire cose nuove perché per noi è stata un’esperienza unica!”. A e D

“I 4 giorni in Valmalenco non sono stati affatto male come gita, anzi mi sono proprio divertita, come sempre quando sono fuori con la comunità. La gita e tutte le attività che abbiamo fatto sono state stupende. Ho provato tante emozioni: rabbia, paura e felicità. Abbiamo camminato fino a un lago molto grande e molto bello, ci siamo arrampicati su una parete di roccia ed è stato proprio lì che ho tirato fuori tutte le mie emozioni. L’ultimo giorno tutti gli altri della comunità, tranne Laura, io e Kelly sono andati sul ghiacciaio. Noi non ce la siamo sentita. Da una parte è stato bello vedere i nostri compagni contenti per ciò che li aspettava, dall’altra brutto, perché pensarli senza di me era una strana sensazione. Non mi sentivo parte del gruppo. Poi, quando sono tornati, dopo 6 ore, mi hanno portato quasi tutti dei sassi a forma di cuore e lì ho capito che anche se non ero salita con lo ro fisicamente, ero nei loro pensieri durante la scalata.” K.

“La vacanza al mare a Finale Ligure è stata come una seconda con la comunità. Ovviamente mi sono divertita molto perché c’era con me Maddalena, la mia migliore amica e questa vacanza ha anche rinforzato la nostra amicizia. Con gli altri del gruppo è andato tutto bene. Anche se a volte litigavamo, mi sono anche divertita, anzi ci siamo fatti tantissime risate. Ogni sera giocavamo tutti insieme e cantavamo. Abbiamo visto tanti animali e guardare il cielo stellato è stato meraviglioso. Questa vacanza è stata importante perché ha rafforzato anche il mio rapporto coi i miei compagni della comunità”. K.

Scheda 2. Le potenzialità educative del progetto “In vacanza insieme per riscoprire se stessi”:

Educazione ambientale
Il generico obiettivo di far conoscere o riavvicinare i minori all’ambiente naturale significa:
distinguere tra “naturale” e “artificiale”;
pensare come potenzialmente distruttivo (oltre che buono) l’influsso dell’uomo sulla natura;
maturare una sensibilità ambientale iniziando a concepire stili di vita diversi da quelli adottati.

Sviluppo fisico
Si prende in considerazione la dimensione fisica dell’esperienza in ambiente naturale nei suoi molteplici aspetti:
capacità condizionali: forza, resistenza, velocità;
capacità coordinative: equilibrio, senso della posizione, postura, fantasia motoria, orientamento;
sensorialità: vista, tatto, udito, gusto, olfatto sono sollecitati dall’esperienza a contato con la natura.

Ambito relazionale
Lavorare su questo ambito inventando nuovi contesti e con nuovi strumenti per rendere la relazione educativa dinamica se è statica, aperta se si è in una situazione asfittica, intima, se è diventata troppo depressiva. Nello specifico:
provare a socializzare, mettersi in gioco in un contesto protetto e stimolante;
a seconda del progetto educativo di ciascuno, il percorso potrà permettere ad alcuni di relazionarsi con figure adulte  diverse dai propri educatori;
osservare i comportamenti del minore in relazione ad ambienti naturali diversi per rielaborarli e trovare nuove strategie educative.

Scheda 3. Che cos’è una comunità d’accoglienza educativa o familiare:

Nell’immaginario collettivo le comunità di accoglienza per minorenni somigliano ancora a dei grandi casermoni anonimi con enormi stanzoni pieni di lettini, quelli che una volta si chiamavano orfanotrofi perché ci finivano i bambini orfani come pure i minori allontanati dai genitori. Con la legge 149 del 2001 gli orfanotrofi sono stati aboliti e sostituiti dalle cosiddette «case-famiglia»: comunità private che assistono per conto dello Stato chi, per svariati motivi e con una sentenza della magistratura, non può più vivere con la famiglia.
Oggi le case-famiglia ospitano un numero ridotto di minori e somigliano in tutto e per tutto a della abitazioni private perché cercano di riproporre, grazie alla presenza di educatori la struttura di un vero e proprio nucleo familiare, poiché tra i requisiti necessari per aprire una casa-famiglia vi è appunto la presenza di «figure genitoriali sostitutive». Senza dimenticare che i genitori, salvo alcune eccezioni, possono vedere i figli allontanati nei modi e nei tempi imposti dal giudice minorile. I minori temporaneamente accolti in comunità di solito sono ragazzi o bambini allontanati dalla famiglia di origine principalmente per due motivi: o per inidoneità genitoriale o per veri e propri maltrattamenti, che sono però la minoranza dei casi. Esclusi i casi di estrema povertà – i bambini non sono mai sottratti ai genitori solo per motivi economici – in cui le autorità intervengono con sussidi alle f amiglie stesse. L’inidoneità genitoriale è una valutazione psicologica sulle capacità dei genitori di prendersi cura dei figli. Si va dalle semplici regole di comportamento, fino alle questioni pratiche del sostentamento, dell’obbligo d’istruzione e del mantenimento della salute. Nei casi il giudice valutasse che questi criteri non siano presenti, viene dichiarata l’inidoneità genitoriale. La procedura di allontanamento è però complicata. Anzitutto bisogna essere in presenza di una segnalazione (che può essere fatta da tutti) di disagio alle forze dell’ordine, che a loro volta segnalano la situazione a un giudice minorile. Questi dispone quindi un’indagine approfondita da parte degli assistenti sociali, che in presenza di un ambiente non idoneo alla crescita dei bambini propongono al magistrato l’affidamento in comunità. A decidere, però, è sempre il giudice. Per questo occorre comprendere quando l’a ccoglienza in comunità è progetto specifico e insostituibile. La comunità non svolge funzione di custodia, bensì è luogo capace di promuovere il cambiamento nella definizione del sé e del significato attribuito dal ragazzo stesso alla propria condizione di svantaggio mettendo a sua disposizione la relazione con adulti significativi (Lynch, Cicchetti, 1992 – Bombi, Scittarelli 1998) in un contesto di vita caratterizzato da ritualità condivise e da un clima relazionale in grado di ridurre la catena di reazioni negative sostenuta invece dalla prolungata esposizione a condizioni di rischio ambientale, relazionale, psicosociale e ad eventi critici, ma anche – nel caso di ragazzi che hanno commesso reati – da un confronto serrato con le azioni commesse, con il danno arrecato e con il necessario riconoscimento delle proprie responsabilità.
La comunità residenziale può allora essere considerata un ambiente terapeutico globale (Winnicott 1965 – Bettelheim 1967) nella consapevolezza che ciò che svolge funzione terapeutica è la vita quotidiana della comunità, intesa come luogo pensato nella sua globalità, come luogo vivo e vitale. Se nell’immaginario di molti la casa famiglia somiglia ancora a quei casermoni e le comunità anziché svolgere per lo Stato funzione vicaria della famiglia sono realtà che sottraggono i bambini alle famiglie più indigenti per lucrarci – c’è anche questo ed è giusto denunciarlo se e quando accade, probabilmente per molti i minori accolti in comunità vanno ancora in vacanza nelle colonie. Come per nessuno di noi, anche e soprattutto per i minori ospiti delle comunità d’accoglienza le vacanze rappresentano una pausa importante. Anzi per loro la vacanza è ancora pi&u grave; importante.  Il periodo delle vacanze, per i minori accolti in comunità, è molto critico e delicato. Poter trascorrere giornate ricche di attività e opportunità lontani dalla città, permette di non affollare la mente con pensieri troppo faticosi. L’importanza di un soggiorno estivo si riscontra anzitutto nella forte valenza educativa che una vacanza in ambiente naturalistico (montagna e mare) assume, sia per i contenuti delle proposte rivolte, sia per il suo connotarsi come una valida occasione di crescita personale, di socializzazione, di condivisione e di stimolo a relazioni amicali autentiche e profonde. E’ per questo che quando finisce la scuola minori ed educatori vanno via per almeno un mese. Anche la relazione educatore-minore ha nuove e diverse possibilità rispetto a quelle che offre la quotidianità: le dinamiche di aiuto e interdipendenza vengono vissute a livello fisico e, così vis ibili, possono essere verbalizzate e riprese una volta rientrati in città; le capacità dimostrate, le risorse (ri)trovate possono essere trasferite da un piano intellettuale e relazionale.

Quanti sono e chi sono i minori accolti in comunità in Italia e chi sono?

Quindicimila minori in comunità di accoglienza, almeno un terzo è straniero, 6 su 10 sono inseriti con provvedimento giudiziario. Secondo i dati al 31 dicembre 2011 (fonte 7° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia 2013-2014), dei 29.388 bambini e ragazzi fuori dalla propria famiglia di origine sono stati accolti in comunità 14.991 minorenni. Questo dato conferma il trend pressoché invariato in questi ultimi anni: infatti al 31/12/2010 la presenza di minorenni in comunità era pari a 14.781e rimane di fatto stabile, se confrontata con la prima indagine del 1998. Il dato permane in crescita rispetto alla rilevazione al 31/12/2005 che registrava 11.543 minorenni accolti in strutture residenziali. Considerando i dati al 31 dicembre 2011, il numero di minorenni accolti in comunità è stato superiore di 594 unità rispetto a quello di min orenni in affidamento familiare. Quasi la metà dei minorenni in affidamento familiare (6.986) sono però in affido a parenti, mentre 7.441 sono in contesto etero-familiare.
In riferimento al genere, si rileva che il 49,6% dei maschi sono accolti in comunità e il 50, 4% in affidamento familiare; mentre le femmine per il 40,8% sono accolte in comunità e il 59,2% in affidamento familiare.
Relativamente all’età, la rilevazione al 31/12/2011 conferma la tendenza a inserire inizialmente in comunità, piuttosto che in affido familiare, sia gli adolescenti nel 59,2% dei casi, sia i bambini nella fascia di età 0-2 anni, con un ricorso iniziale all’inserimento in comunità che è del 61% rispetto all’affido, che viene disposto solo nel 39% dei casi. La rilevazione al 31/12/2011 evidenzia poi il dato disaggregato relativo ai minorenni presenti in comunità residenziale che è pari al 22,5% per i pre-adolescenti (11-14 anni) e al 43,9% per gli adolescenti (15-17 anni); ma anche i bambini nella fascia di età 6-10 anni sono una realtà  significativa con il 15,5% di presenze.
Risulta in aumento anche la percentuale dei minorenni stranieri accolti in comunità: al 31/12/2011 un terzo dei minorenni accolti in comunità è straniero (con punte più alte in alcune Regioni: 48% Marche, 41% Toscana); di questi, il 51% sono minorenni stranieri non accompagnati, con punte particolarmente elevate di MSNA in relazione al totale dei minorenni stranieri in comunità nella Provincia di Trento (90,9%), in Campania (90,1%), Puglia (86,0%), Basilicata (84,8%), Emilia Romagna (47,1%), Provincia di Bolzano (44,4%), Marche (43,1%).
Al 31/12/2011, i ragazzi neo-maggiorenni accolti in comunità residenziale risultano essere 1.023, a seguito di provvedimento di “prosieguo amministrativo”. Si tratta di un dato parziale e riferito all’80% circa dei servizi residenziali presenti sul territorio, ma che segnala comunque la necessità di avviare seri interventi a favore dei neo-maggiorenni in uscita dai percorsi di tutela, affinché sia sostenuto adeguatamente il percorso di avvio all’autonomia, superando le gravissime carenze attualmente presenti nel sistema di welfare.

Testimonianze di educatori:

Claudio Figini, coordinatore della cooperativa COMIN:
«Le comunità d’accoglienza son delle famiglie “non tradizionali” se vogliamo, ma sono famiglie. I ritmi di una comunità sono quelli di una famiglia molto numerosa che deve affrontare complessità di vario genere: la gestione quotidiana, le relazioni, l’attenzione alle esigenze di tutti nel rispetto del gruppo, la cura dell’ambiente e degli spazi in cui si vive. Una sfida ulteriore è rappresentata dal piano della sostenibilità per chi come noi vuole mantenere alto lo standard educativo dei progetti e dei servizi pur in presenza di un Welfare in crisi. Pensiamo che per svolgere al meglio la propria attività, la retta giornaliera per minore accolto dovrebbe essere compresa almeno tra i 125 e i 151 euro. Nella quasi totalità del paese non si arriva a questa cifra, a Milano siamo intorno ai 78 euro, in Lombardia ai 107, sono le stime del CNCA. Ciò vuol dire che le comunità per continu are a offrire un’accoglienza adeguata hanno bisogno sempre più di risorse private che integrino le insufficienti rette pubbliche.  In assenza di partnership o donazioni non riusciremmo a garantire un mese di vacanze ai minori accolti in comunità senza vedere i budget dei servizi andare in rosso. Dal 2014 è attiva una partnership triennale con l’agenzia Pindorama Viaggi Consapevoli per noi assai preziosa».

Jelle ,educatore COMIN nella comunità educativa La Girandola di Cernusco sul Naviglio:
«Ospitiamo 8 minori, il più piccolo ha 10 anni il più grande quasi 19. Abbiamo un gruppo composto non solo da italiani, abbiamo il mondo in casa. Questa anche è una risorsa bellissima che rappresenta la Milano di oggi. Io sono belga, ci sono tre ragazzi filippini, uno nigeriano e uno equadoriano».