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Musica, 10 gennaio: esce Cip!, il nuovo album di Brunori Sas (Video intervista)

Cip! è il nuovo album di Brunori Sas che apre il 2020. Un disco dalla poetica potente che si impone con un linguaggio nuovo, profondo, che colpisce ed emoziona dal primo ascolto. Il centro è uno: nelle undici tracce di Cip! Dario ha voluto scrivere “dell’Uomo, e non degli uomini”. Un lavoro che non vuole eliminare le opposizioni intrinseche nella natura umana, nella vita stessa, ma che piuttosto vuole sfumare i confini tra il bello e il brutto, come uno specchio riflesso in cui si ha bisogno del negativo per abbracciare meglio il positivo.

A tre anni di distanza dal successo di A casa tutto bene, un progetto discografico e live di due anni unanimemente apprezzato, Cip! (Island Record) è una scoperta, è la parola che, brano dopo brano, si trasforma in emozione ed è prodotto dallo stesso Dario con Taketo Gohara, registrato tra la Calabria e la Milano.

Il mio precedente lavoro, A casa tutto bene, è stato un album importante per tanti motivi, umani e professionali, come si dice nei colloqui di lavoro” – racconta Brunori Sas – “Con questo nuovo progetto volevo riconsiderare, in una sorta di Gestalt forma calabra, il rapporto fra ciò che ho sempre considerato centrale – la vita degli uomini – e ciò che ho da sempre considerato periferico – l’universo che ci ospita.”

Cip! è un disco sorprendente a cominciare dalla copertina, scelta da Dario e realizzata da uno degli artisti italiani che ama di più, Robert Figlia. Non il solito bel ritratto, non un’immagine a effetto, ma il dipinto di un pettirosso: “Un uccelletto realistico, quasi da vecchia enciclopedia, privo di connotazioni sentimentali stucchevoli, intimamente combattivo e fiero. Una creatura semplice che ama intonare i suoi canti solitari sulla neve, rendendo forse un po’ meno gelidi questi nostri lunghi inverni”.

L’obiettivo era lasciare uno spazio immaginifico, dove ogni ascoltatore potesse sviluppare la sua idea di “cip”, dandogli la sua personale connotazione, che Dario ha identificato con la parte di sé “fanciulla”. Una parte leggera, vitale, combattiva pur nella sua sobrietà, fiera anche nel parlare di argomenti che includono una fine ma senza farlo in modo pessimistico o, al contrario, edulcorato.

Cip! è un soffio di primavera nel centro di un inverno rigido che sembra sospendere la propria lotta per lasciare spazio alle note di un album ricco, che sorprende, che lascia il segno. Brunori manifesta a sé stesso e ai suoi fan un sentire, più che un pensare, un’attitudine poetica che si riflette anche nel titolo onomatopeico e che connota tutto il disco. Il disco racconta del “nostro essere a tempo determinato, della morte come spavento ma anche come consolazione e addirittura come stimolo alla vitalità”, valorizzando anche l’armonia negli attriti e la necessità per la vita stessa di una costante lotta fra gli opposti. E con la serena constatazione che “il mondo girerà anche senza di noi” e che “alla fine va bene”, traducendo cosi musicalmente argomenti sensibili con “accettazione” e non con l’amarezza di un tempo. Sono sostanzialmente “…canzoni per il mio fanciullino” – chiosa Dario – “Forse, oso dirmi, per i figli che non ho. Qualcosa che mi desse un respiro dal mondo adulto, dalle sue complicazioni, i suoi nervosismi, le sue ansie, le sue preoccupazioni, spesso e volentieri inutili”.

Nel disco, Brunori Sas ha dato vita a undici nuove canzoni ricche di sentimento: “Canzoni d’amore dunque, nelle sue diverse declinazioni, da quello di coppia, a quello familiare, sino all’amore ideale, forse utopistico, indubbiamente figlio di un cristianesimo bambino a là Marcellino pane e vino, che per quanto possa averne preso le distanze, ha formato la mia visione del mondo. Quelle di buona volontà, di tenerezza ma anche di difficoltà, di pazienza, di denti stretti per tenere in piedi le cose. Della fatica, in fin dei conti di essere buoni, senza sentirsi al contempo coglioni”.

Dopo il successo di Al di là dell’amore, canto etico e poetico che ha anticipato questo nuovo progetto, conquistando le prime posizioni dei brani più suonati dalle radio, il nuovo singolo estratto da “Cip!” è Per due che come noi, “la ballad perfetta”, definita subito un instant classic da pubblico e critica, che lo ha accolto con immediato e unanime consenso.

Ma non confondere l’amore e l’innamoramento che oramai non è più tempo e senza perdere il senso dell’orientamento quando fuori tira vento. Per due che come noi non si sono persi mai e se ti guardi indietro non ci crederai mai perché ci vuole passione”.

La canzone è stata accompagnata da un videoclip per la regia di Duccio Chiarini (regista anche de L’ospite, presentato al Festival di Locarno, con un cameo di Brunori). Il video, scritto insieme a Dario Brunori, racconta una storia d’amore duratura, i cui momenti più importanti vengono ripercorsi attraverso un film del passato che viene proiettato al centro del salotto della casa della coppia: i due protagonisti si rivedono a distanza di tempo, si interrogano sul presente e guardano al futuro. In modo trasparente, anche quando non è facile. E’ tra le mura di casa, nei momenti più intimi della coppia, scanditi dal trascorrere della vita insieme, che la forza espressiva del legame viene musicalmente sottolineata dal suggestivo accompagnamento dell’orchestra di archi che si lega al pianoforte e alle percussioni profonde.

La chiave d’accesso alle emozioni contenute nell’album è l’inconfondibile narrazione lucida velata di ironia presente nel primo brano, Il mondo si divide, con cui Brunori racconta il naturale sentirsi divisi tra istinto e morale, senza mai trovare una netta linea di confine.

Con una potenza disarmante, da pugni chiusi e lacrime agli occhi, Capita così ci mette davanti ai bilanci, quelli dei risultati raggiunti e quelli per cui ci sente minuscoli: gli anni che passano e l’imprevedibilità della vita, l’attimo che inganna, i cambiamenti e il crederci, nonostante tutto. Un grido di sfogo e di gioia in una cavalcata ritmica ed emozionale.

Mio fratello Alessandro, dal mood beatlesiano, apre una tenera e umana riflessione sulla proprietà transitiva del prendersi cura gli uni degli altri. Si apre invece con un riff corale Anche senza di noi, forse il brano più spirituale di tutto l’album, che si interroga sul senso profondo del nostro passaggio, della traccia che saremo capaci di lasciare, di quello che succederà e verrà riscritto nel prossimo futuro da chi arriverà dopo di noi.

Una chitarra acustica dai toni folk, tra la west coast e il Beck più intimista, accompagna Dario Brunori in una semplice e distesa ballad nel suo stile ormai peculiare fatto di sentimento lieve e dolce ironia: La canzone che hai scritto tu.

Bello appare il mondo è un minuzioso invito ad accogliere la bellezza del mondo intorno facendo spazio ai sentimenti più puri, spesso appannaggio dell’età fanciullesca.

L’ottava traccia, Benedetto sei tu, è una speranzosa preghiera laica sulla ricerca della consapevolezza del nostro saper essere umani nel mondo di oggi.

Un viaggio dai suoni esotici tra i Vampire Weekend e Sufjan Stevens è lo scatto di Fuori dal mondo, un vero e proprio inno dei sognatori. Achille, un bambino che non diventerà mai uomo, è il protagonista di Quelli che arriveranno, il brano struggente che chiude l’album.

Cip! è un capolavoro”. Brunori Sas lo direbbe ironicamente, schernendosi nel gioco costante di non prendersi mai troppo sul serio. Ma questa volta, per chi lo ascolta e lo segue da sempre, non sarà uno scherzo.

https://www.youtube.com/watch?v=4wz9JQxf49M&feature=youtu.be

IL TOUR

Brunori Sas Tour 2020 sarà presto anche uno spettacolo live prodotto per la prima volta insieme a Vivo Concerti. Il tour lo porterà nei principali palazzetti italiani: il debutto è fissato a Jesolo per il 3 marzo prossimo. Il tour toccherà Torino il 7 e ancora il Forum di Assago il 13 marzo. Proseguirà poi sui palchi di Bologna, Firenze, Ancona, Roma, Napoli, Bari e Reggio Calabria.

ll tour nei palazzetti sarà una prima volta per Dario e l’occasione, per il pubblico che lo ama, per ascoltare con un arrangiamento del tutto rivisto per questa nuova dimensione live, brani come La verità, Canzone contro la paura, L’uomo nero e Lamezia Milano. Un viaggio tra passato e presente della sua storia musicale attraverso canzoni che, senza essere mai passate in radio e senza nessun supporto mediatico, hanno conquistato centinaia di persone.

Brunori Sas incontrerà dunque nuovamente il pubblico con la sua poesia, la leggerezza, l’autorevolezza musicale e il senso dell’ironia che da sempre lo contraddistinguono.

In tour con Dario la storica band composta da Simona Marrazzo, Dario Della Rossa, Massimo Palermo, Mirko Onofrio, Stefano Amato e Lucia Sagretti, con l’aggiunta di Alessandro “Asso” Stefana e della sezione brass diretta da Mauro “Otto” Ottolini.

Lo show dopo la data zero di Vigevano farà tappa a Jesolo (3 marzo), Torino (7 marzo), Assago (13 marzo), Casalecchio di Reno – Bologna (15 marzo), Firenze (21 marzo), Ancona (24 marzo), Roma (27 marzo), Napoli (28 marzo), Bari (3 aprile), Reggio Calabria (5 aprile).

I biglietti sono disponibili in prevendita su www.ticketone.it e in tutti i punti vendita autorizzati.

 Mmnb     RTL 102.5 è la radio ufficiale di Brunori Sas Tour 2020.

Cip!

di Dario Brunori

Il mio precedente lavoro, “A casa tutto bene”, è stato un album importante per tanti motivi, umani e professionali, come si dice nei colloqui di lavoro. Non vi nego che il pensiero di doverne replicare i fasti mi ronzava in testa, seppur senza particolari ansie, sin da quando ho iniziato a pensare ad un nuovo disco. Per questo motivo, prima di mettermi a scrivere nuove canzoni (onde non cadere nel tranello di ripetermi), da buon commercialista maniaco dei fogli excel quale io sono, ho stabilito alcune premesse di fondo, che vado ad elencarvi:

  • Avrei cercato di scrivere in modo più poetico e meno prosaico, prediligendo argomenti di ordine etico e filosofico. Si tratta di territori ambigui e spinosi, ne sono cosciente, in cui è facile cadere nel pedante, nel moralismo spiccio o peggio nella banalità. Per questo motivo ho cercato di non lanciarmi in voli inadatti alla mia apertura alare, troppo complessi, intellettuali o semplicemente, per la mia indole, noiosi. Per questo li ho affrontati, al limite, solo col guizzo del poeta, non di certo con la preparazione e la cura dell’accademico, dello studioso o dell’erudito.
  • Non avrei parlato in modo diretto di stretta attualità o di argomenti sociali, se non collocando le vicende umane all’interno di un contesto più ampio, quasi a volerne ridimensionare l’importanza rispetto all’insieme in cui sono calate. Volevo riconsiderare, in una sorta di Gestalt forma calabra, il rapporto fra ciò che ho sempre considerato centrale (la vita degli uomini) e ciò che ho da sempre considerato periferico (l’universo che ci ospita).
  • Avrei cercato di descrivere un sentire più che un pensare. Con particolare attenzione al canto, al suono della voce, al come più che al cosa.
  • Avrei cercato di parlare del nostro essere a tempo determinato, della morte come spavento, ma anche come consolazione e addirittura come stimolo alla vitalità.
  • Avrei sottolineato l’importanza di osservare l’armonia negli attriti, la necessità, per la vita stessa di una costante lotta fra gli opposti. (Un po’ new age da autogrill, ne convengo, ma sono andato dritto comunque, con una rustichella in mano.)
  • Avrei cercato di esprimere la mia naturale e costante tensione verso la spiritualità, cercando di cantare una sorta di religiosità laica. L’etica di chi non crede in Dio, ma si comporta come se ci fosse.
  • Avrei vestito le nuove canzoni in modo adatto ai contesti in cui sarei andato ad eseguirle, optando per una forma canzone che prediligesse la cantabilità, il ritmo, gli arrangiamenti sostenuti e ricchi di vitalità (nei limiti della vitalità massima che può esprimere un calabrese ozioso come me, ovviamente). Canzoni corali. Pop.
  • Sarei passato dal parlare di paura al parlare d’amore, tenendo fede alla celebre massima di John Lennon (che ho citato così tante volte che ormai dico che è mia):
    Ci sono due forze motivanti fondamentali: la paura e l’amore. Quando abbiamo paura, ci tiriamo indietro dalla vita. Quando siamo innamorati, ci apriamo a tutto ciò che ci offre la vita con passione, eccitazione e accettazione”. Canzoni d’amore dunque, nelle sue diverse declinazioni, da quello di coppia, a quello familiare, sino all’amore ideale, forse utopistico, indubbiamente figlio di un cristianesimo bambino a la “Marcellino pane e vino”, che per quanto possa averne preso le distanze, ha formato la mia visione del mondo. Canzoni di buona volontà, di tenerezza, ma anche di difficoltà, di pazienza, di denti stretti per tenere in piedi le cose. Della fatica, in fin dei conti, di essere “buoni” senza sentirsi al contempo dei coglioni.
  • Avrei scritto infine, canzoni per il mio “fanciullino”. Forse, oso dirmi, per i figli che non ho. Qualcosa che mi desse un respiro dal mondo adulto, dalle sue complicazioni, i suoi nervosismi, le sue ansie, le sue preoccupazioni, spesso e volentieri inutili. Per questo ho voluto che in copertina ci fosse un pettirosso, realizzato da uno degli artisti italiani che amo di più, Robert Figlia. Un uccelletto realistico, quasi da vecchia enciclopedia, privo di connotazioni sentimentali stucchevoli, intimamente combattivo e fiero. Una creatura semplice che ama intonare i suoi canti solitari sulla neve, rendendo forse un po’ meno gelidi questi nostri lunghi inverni.

Queste erano le premesse. Ora avete il disco in mano, si fa per dire. Sta a voi giudicare se ho tenuto fede al mio decalogo o mi sono perso per strada.

 

Cip!

TRACKLIST

  1. Il mondo si divide
  2. Capita così
  3. Mio fratello Alessandro
  4. Anche senza di noi
  5. La canzone che hai scritto tu
  6. Al di là dell’amore
  7. Bello appare il mondo
  8. Benedetto sei tu
  9. Per due che come noi
  10. Fuori dal mondo
  11. Quelli che arriveranno

 

Cip!

NOTE ALBUM

 

  1.     Il mondo si divide

È il brano che apre l’album: con il suo stile inconfondibilmente ironico e ragionato allo stesso tempo, Brunori ci invita a riflettere su quanto si stia scomodi in bilico tra la decisione “giusta” e quella più conveniente, e ci fa notare che c’è “un universo solo che unisce il cielo e il mare”. Il segreto è aggrapparsi al piccolo – ma salvifico – spazio per respirare che c’è anche quando si ha l’acqua alla gola. Il mondo si divide è leggera, immediata ma piena di contrasti, con le parole dure del testo che si alternano ai suoni morbidi, quasi infantili di flauti, tromba, glockenspiel, windchimes e toy piano, e un finale che si svuota lasciando spazio ai cori e al violoncello.

  1.     Capita così

Capita che nella vita ci si guardi indietro e si faccia un bilancio dei risultati raggiunti. E capita di accorgersi che si ha sempre marciato sul posto, affidandosi ai vecchi, rassicuranti stilemi. Capita all’improvviso di trovarsi adulti, e di non sentirsi all’altezza. Di dover reagire “da grandi” di fronte ad avvenimenti per i quali ci si sente microscopici. Eppure – sorpresa! – Capitano anche i miracoli, esattamente allo stesso modo: le gioie che ti prendono alla pancia e stravolgono il tuo destino. Semplicemente, capita così. Un brano da pugni chiusi e lacrime negli occhi, semplice ma potentissimo, con gli archi che aprono uno special gridato, quasi esasperato.

  1.     Mio fratello

Un brano con una tessitura armonica interessantissima e sonorità quasi beatlesiane. Una struttura insolita ricca di modulazioni, com’è ricco il set di strumenti coinvolti: pianoforte, hammond, archi, ottoni, cori, mandolino e, nel finale, un solo di sax. Brunori allegorizza le riflessioni con gli aneddoti sul fratello Alessandro che “sviene sempre” e ci ricorda che prendersi cura dei propri cari è la migliore terapia per curare anche noi stessi. Che spesso chi consideriamo “cattivo” è solamente qualcuno di molto solo. Le diverse sezioni del brano sono unite da intermezzi musicali multicolore, diversi tra loro ma ugualmente magici.

  1.     Anche senza di noi

Un pezzo con delle sonorità importanti, da colonna sonora, che si apre con un vocalizzo che è poi il riff di tutto il brano, e che invita a darsi il giusto valore, indipendentemente da ciò che interessa al resto del mondo. Uno dei pezzi più spirituali del disco. Possiamo sentirci piccoli e invincibili, reagire e arrenderci, fare miracoli o il minimo indispensabile, ma la verità è che il mondo andrebbe avanti nonostante tutto e – in fondo – è un bel pensiero da accogliere. Una serena accettazione, terapeutica in un certo senso. Cori, pianoforte e interventi di slide guitar accompagnano tutto il brano, che culmina con un finale emozionante nel quale risuonano luminosi sonagli e armonici di chitarra.

  1.     La canzone che hai scritto tu

Slide guitar e chitarra acustica, molto riverbero. Una canzone d’amore alla maniera di Brunori, che si sminuisce dicendo di non saper fare di meglio, quando in realtà riesce a fare il regalo più bello di tutti. In breve: “vorrei scriverti una canzone ma evito di dilungarmi con banalità descrittive e romanticherie viste e riviste. Ti regalo solo le mie parole e le mie note semplici, e rimetto a te la facoltà di scegliere. Puoi farne quel che vuoi”. E l’amore, in fondo, è esattamente questo. Il brano si anima nella coda con sonorità elettroniche e psichedeliche, abbinate bizzarramente – ma efficacemente – a ottoni con una linea dominante di basso tuba.

  1.     Al di là dell’amore

È il primo singolo estratto dall’album: un canto etico e poetico a tre voci che, partendo da una riflessione sociale, si interroga sulla sempiterna contesa fra ciò che pensiamo sia Bene e ciò che pensiamo sia Male. La struttura del testo è costruita come alternarsi di stati d’animo in attrito, seppur armoniosi. Il primo canto, quello delle strofe, è un disincanto, un ribollire di sarcasmo spazientito, amarezza e rimpianto. Un’invettiva d’impulso contro quella parte di umanità che sembra aver perso per strada i suoi connotati fondamentali. Il secondo, quello dei ritornelli, è la voce di una saggezza antica che invita alla riflessione, al prendere distanza senza distacco, a guardare le cose da una prospettiva più ampia, panoramica, un invito a lavorare anzitutto su sé stessi piuttosto che limitarsi a scagliare ogni volta la prima pietra. L’esortazione finale “difendimi al di là dell’amore” si libra sopra i versi precedenti come una specie di preghiera laica. Il tentativo di sintetizzare in quattro parole un’etica intuitiva appannaggio di tutti, che prescinda dai torti e dalle ragioni, dalle ideologie, dai singoli punti di vista. Un comandamento d’amore espresso al di là dell’amore stesso.

  1.     Bello appare il mondo

Una ballata al modo di Brunori: incalzante, mai smielata, con un ritmo ternario e melodioso. Bello appare il mondo apre con la voce in primo piano, sorretta da chitarra acustica e interventi di mandolino, quasi a voler sottolineare musicalmente la bellezza delle cose semplici, genuine, raccontate nel testo. Nella seconda parte il brano si arricchisce e assume una struttura più corposa, che culmina in un ritornello cantabile che viaggia su diverse modulazioni. Un invito a lasciar andare risentimento e rancore, a non fissarsi su ciò che non si può cambiare, a non portarsi il proprio passato addosso come una zavorra e a tornare di nuovo a osservare il mondo in modo panoramico, grandangolare. Impossibile non unirsi ai nanana del cantautore nel finale, che improvvisamente si svuota e della delicatezza di carillon e voci di bimbi ti sbatte in faccia la verità: “la tua storia personale è una grande invenzione”.

  1.     Benedetto sei tu

Armonici acutissimi di archi e banjo, e poi all’improvviso basso e batteria, chitarre, fiati, cori, windchimes. Benedetto sei tu è una preghiera laica da cantare come un sol uomo, come un inno, che dichiara che la morale sta al di là delle confessioni religiose o delle convinzioni personali. Brunori riflette con ironia su temi delicati, esortandoci a risvegliarci dal torpore rassicurante delle persuasioni personali per coltivare un’etica vera. Il risveglio non è solo metaforico: il brano si chiude all’improvviso dopo un momento “celestiale” in cui i cori, puri, aperti, si librano fra interventi di tromba.

  1.     Per due che come noi

Una canzone dolce, in cui la voce di Brunori è accarezzata da un arrangiamento ricchissimo, con una vera orchestra d’archi che si lega al pianoforte, alla celesta e a percussioni profonde. Un brano d’amore sincero, che alle parole più schiette e ironiche alterna una delicatezza senza eguali. Per due che come noi racconta la bellezza di un legame duraturo e trasparente, delle dinamiche psicologiche, non sempre sane, che inevitabilmente emergono in una relazione di lunga data, della difficoltà, ma anche della gioia di tenere in piedi le cose resistendo al soffio dei venti esterni.

  1. Fuori dal mondo

Un ritmo accattivante e stralunato, che al sapore tropicale abbina bizzarri suoni cartoon. Il cantautore passa in rassegna tutte le peculiarità di chi, (come lui?), si sente un po’ un pesce fuor d’acqua. L’hook nel ritornello “noi siamo fuori dal mondo” è irresistibile. Fuori dal mondo è l’inno dei sognatori che non smettono mai di vedere il mondo a colori, nonostante la società li voglia cinici e disincantati.

  1. Quelli che arriveranno

Elegia per pianoforte e voce. Un brano struggente, che porta in superficie i sentimenti più profondi, anche se dolorosi. Achille è un bambino che non diventerà un adolescente e nemmeno un adulto, e ne è consapevole. Si chiede come sarà il mondo che lui non potrà vedere. Ancora una volta Brunori trasforma il dolore in poesia, l’accettazione della fine in una forma di fiducia per quello che arriverà e con un groppo alla gola chiude l’album trasportando l’ascoltatore in una dimensione dolce, delicata.

 

Cip!

TESTI

 

1 – Il mondo si divide

Il mondo si divide fra chi pensa che i violenti debbano essere trattati con violenza / E chi pensa che con la violenza invece non si ottenga nient’altro che violenza / Ci sono certi giorni in cui penso che sia giusto fare bene a prescindere dal male che mi torna /E ci sono giorni in cui vorrei strozzare anche mia mamma //Ma c’è un universo solo che unisce il cielo e il mare e stanotte io voglio solo respirare /Con l’acqua fino al collo e gli occhi dritti al cielo / Io stanotte voglio stare un po’ leggero // Il mondo si divide fra chi pensa che i falliti debbano essere trattati come tali/ E chi pensa che rialzarsi bene dopo una caduta sia il meglio della vita/ Ci sono certi giorni in cui vorrei alzare anch’io la coppa dei campioni/ E poi ci sono i giorni in cui mi sento veramente il peggiore dei coglioni // Ma c’è un universo solo che unisce il cielo e il mare /E stanotte io voglio solo respirare / Con l’acqua fino al collo e gli occhi dritti al cielo /Io stanotte voglio stare un po’ leggero/ Con l’acqua fino al collo e gli occhi dritti al cielo/ Io stanotte voglio starmene sereno // Superficiale a volte non è male /Anzi /Spesso è così bello// Ridere del mio cervello/ C’è un universo solo che unisce il cielo e il mare/E io stanotte voglio solo respirare /Dividere le cose è un gioco della mente/ Il mondo si divide inutilmente/ Il mondo si divide inutilmente

Testo e musica: Dario Brunori

Dario Brunori: Voce, Piano, Chitarre Acustiche ed Elettriche

Simona Marrazzo: Cori e Percussioni

Mirko Onofrio: Flauto, Vibrafono, Marimba e Cori

Dario Della Rossa: Toy Piano, Clavicembalo, Mellotron, Sintetizzatori e Organi

Stefano Amato: Basso e Violoncello

Massimo Palermo: Batteria

Paolo Malacarne: Tromba Bassa

 

2 – Capita così

Capita così /Che un bel giorno ti guardi allo specchio /E ti trovi più vecchio/ Di parecchio /Capita così/Che ti affidi all’ennesima dieta/A un cantante che sembra un profeta/ E ti dice che bella è la vita/ Anche se capita così/ Anche quando tuo padre scompare /Senza neanche avvisare/ E senza fare rumore/ Senza darti un minuto per potergli dire /Che gli hai voluto bene /E che ti manca da morire/ Anche se ormai sei grande/E se sembri un gigante //Ma ti senti piccolo /Minuscolo/ Ti senti ridicolo/Sei ridicolo/Quando pensi che sei uno su sette miliardi /E che tanto comunque oramai è troppo tardi/ Oramai è troppo tardi/ Perché capita così//Ma non eri tu/Che il bello della vita è riuscire a rientrare in partita/Quando sembra finita/ Me l’hai insegnato tu/Che la felicità non è una colpa/E che puoi tornare a ridere ancora/Ancora una volta//Ma ti senti piccolo/ Minuscolo/Ti senti ridicolo/Sei ridicolo/Quando pensi che sei uno su sette miliardi/E che tanto comunque oramai è troppo tardi/Oramai è troppo tardi// E accade il miracolo/È un miracolo/Accade in un attimo/È un attimo/Una gioia che inganna di nuovo il tuo cuore/Che ti fa dire che in fondo alla fine andrà bene/E alla fine va bene//Anche se capita così/Anche se capita così/Anche se capita così/Anche se capita così/Anche se capita così

Testo: Dario Brunori

Musica: Dario Brunori, Antonio Di Martino

 

Dario Brunori: Voce, Chitarre Acustiche ed Elettriche

Simona Marrazzo: Cori e Percussioni

Mirko Onofrio: Clarinetto Basso, Vibrafono, Sintetizzatori e Cori

Dario Della Rossa: Pianoforte, Piano Elettrico, Sintetizzatori e Organi

Stefano Amato: Basso e Violoncello

Lucia Sagretti: Violino

Massimo Palermo: Batteria

Taketo Gohara: Sintetizzatori

Niccolò Fornabaio: Sintetizzatori

3 – Mio fratello Alessandro

Mio fratello Alessandro ormai sviene sempre/Forse ha qualcosa nel cuore/Forse nella mente/Ma visto che un poco di lui alberga anche in me/Mi prenderò cura di lui/Per curarmi di me/E adesso c’è pure tuo padre/Che è sempre più assente/Forse è questione d’età/Forse non ci sente/Ma visto che un po’ del suo sangue/Scorre anche in te/Mi prenderò cura di lui/Per curarmi di te//Però tu dormi/Adesso dormi/Ti prego dormi/Perché gli uomini smettono di essere buoni/Solo quando si pensano soli/Quando perdono di vista la luce/Che sta in tutte le cose//…ma visto che un po’ del mio sangue/Adesso è anche in te/Mi prenderò cura di noi/Per curarmi di me//Però tu dormi/Adesso dormi/Ti prego dormi/Perché gli uomini smettono di essere buoni/Solo quando si sentono soli/Quando perdono di vista la luce/Che sta in tutte le cose/Nella pioggia e nel sole/Nella terra e nel fiore/E persino nel filo che unisce/Lo sguardo dell’uomo che uccide/E dell’uomo che muore/Dell’uomo che muore//Mio fratello Alessandro/E mo’ chi lo sente…

Testo e musica: Dario Brunori

 

Dario Brunori: Voce, Chitarre Acustiche ed Elettriche

Simona Marrazzo: Cori e Percussioni

Mirko Onofrio: Sax e Cori

Dario Della Rossa: Pianoforte, Sintetizzatori e Organi

Stefano Amato: Basso, Mandola, Mandolino e Violoncello

Massimo Palermo: Batteria

Edodea Ensemble di Edoardo De Angelis: Archi

Arrangiamento e direzione Archi: Stefano Amato

4 – Anche senza di noi

Possiamo godere /Provare piacere/Possiamo versarci qualcosa da bere/Possiamo fumare anche tutte le sere/E dirci che in fondo alla fine va bene//Se ci siamo chiusi in un metro quadrato/Se ci siamo persi nel supermercato/Se adesso parliamo col televisore/Se prendiamo gocce in mancanza d’amore//E tutto sembra essere bellissimo/E sembra non dover finire mai/E invece il mondo girerà/Anche senza di noi/Anche senza di noi//Possiamo strappare i giorni dal muro/Sperando che arrivi più in fretta il futuro/Possiamo pensare che il meglio è passato/O illuderci che non sia ancora arrivato//Possiamo sognare un uomo più forte/Che vinca il destino/Che uccida la morte/Oppure possiamo accettare il dolore/Che la vita è vita soltanto se muore//E tutto sembra essere bellissimo/E sembra non dover finire mai/E tutto sembra essere dolcissimo/E nel tuo cuore speri non finisca mai/E invece il mondo girerà//Anche senza di noi/Anche senza di noi/Anche senza di noi/Anche senza di noi//Ma come puoi non commuoverti/Se guardi a un passo da te/Ma come puoi non capire che/È un corpo solo l’albero col sole/E tu sei un fiore/E tu sei un fiore/Anche senza di me/E anche senza di noi//Possiamo godere/Provare piacere/Possiamo versarci qualcosa da bere/Possiamo fumare anche tutte le sere/E dirci che in fondo alla fine va bene/Alla fine va bene/Alla fine/Va bene

Testo e musica: Dario Brunori

 

Dario Brunori: Voce, Chitarre Acustiche ed Elettriche

Simona Marrazzo: Cori e Percussioni

Mirko Onofrio: Flauto, Sax Alto, Clarinetto Basso, Vibrafono, Marimba e Cori

Dario Della Rossa: Pianoforte, Piano Elettrico, Sintetizzatori e Organi

Stefano Amato: Basso e Violoncello

Massimo Palermo: Batteria

Patty Spadafora: Cori

Danielina Capua: Cori

Mauro “Otto” Ottolini: Trombone, Tromba Bassa, Sousaphone

Paolo Malacarne: Tromba, Trombino e FIicorno

Corrado Terzi: Sax Baritono

Arrangiamento Fiati: Mirko Onofrio

 

5 – La canzone che hai scritto tu

Volevo scriverti una canzone speciale/Una canzone per tirarti su/Col ritornello che pian piano sale/E le lacrime che vanno giù//Però ti devi accontentare/Io non so fare davvero di più/E se qualcuno dice che è banale/Facciamo finta che l’hai scritta tu/Che l’hai scritta tu//Però tu prendila cantala falla suonare/In un giorno di pioggia quando stai male/Sdraiata sul letto a fissare le ore/O nei pomeriggi passati a fumare/E se le parole che ho scritto non bastano più/Buttale via/E inventale tu//Volevo scrivere una canzone popolare/Di quelle che non si scrivono più/Col ritornello che sa di Natale/E la neve che scende giù//Però ti devi accontentare amore mio/Io non so fare davvero di più/E se somiglia a qualche vecchia canzone/Diciamo a tutti che l’hai scritta tu/Che l’hai scritta tu//Però tu prendila cantala falla volare/In un giorno di pioggia quando stai male/Sdraiata sul letto a fissare le ore/O nei pomeriggi passati a fumare/E se le parole che ho scritto non bastano più/Buttale via//E inventale tu/E inventale tu/E inventale tu//E se le parole che ho scritto non bastano più/E se tutto quello che ho detto non ti serve più/E se le parole che ho scritto non servono più/Buttale via//E inventale tu/E inventale tu/E inventale tu

Testo e musica: Dario Brunori

 

Dario Brunori: Voce, Chitarre Acustiche ed Elettriche, Percussioni

Simona Marrazzo: Cori e Percussioni

Mirko Onofrio: Flauto, Sax Alto, Clarinetto Basso, Vibrafono e Cori

Dario Della Rossa: Pianoforte, Piano Elettrico, Sintetizzatori e Organi

Stefano Amato: Basso e Violoncello

Lucia Sagretti: Violino

Massimo Palermo: Batteria

Taketo Gohara: Kalimba

Mauro “Otto” Ottolini: Trombone, Tromba Bassa e Sousaphone

Paolo Malacarne: Tromba, Trombino e Flicorno

Corrado Terzi: Sax Baritono

Arrangiamento Fiati: Mirko Onofrio

 

6 – Al di là dell’amore

Questi parlano come mangiano/E infatti mangiano molto male/Sono convinti che basti un tutorial /Per costruire un’astronave/E fanno finta di non vedere/E fanno finta di non sapere /Che si tratta di uomini/Di donne e di uomini//E mentre il mio cuore trabocca d’amore/Lungo le spiagge c’è un sogno che muore/Come una notte golosa di sole/Che ruba alla terra profumo e calore/E il soffio del vento/Che un tempo portava il polline al fiore/Ora porta spavento/Spavento e dolore//Ma vedrai che andrà bene/Andrà tutto bene/Tu devi solo metterti a camminare/Raggiungere la cima di montagne nuove//E vedrai che andrà bene/Andrà tutto bene/Tu devi solo smetterla di gridare/E raccontare il mondo con parole nuove/Supplicando chi viene dal mare/Di tracciare di nuovo il confine /Fra il bene ed il male/Fra il bene ed il male//Ma questi vogliono solo urlare/Alzare le casse e fare rumore/Fuori dal torto e dalla ragione/Branco di cani senza padrone/Che fanno finta di non vedere/E fanno finta di non sapere/Che si parla di uomini qui/Di donne e di uomini//E mentre il mio cuore trabocca d’amore/All’orizzonte c’è un sole che muore/Stretto tra il cielo e la linea del mare/Rosso di rabbia non vuole annegare/Al soffio del vento /Che un tempo portava il polline al fiore/E ora porta spavento/Spavento e dolore//Ma vedrai che andrà bene/Andrà tutto bene/Tu devi solo metterti a camminare/Raggiungere la cima di montagne nuove/E vedrai che andrà bene/Andrà tutto bene/Tu devi solo smetterla di gridare/E raccontare il mondo con parole nuove/Supplicando chi viene dal mare/Di tracciare di nuovo il confine fra il bene ed il male/Se c’è ancora davvero un confine fra il bene ed il male//Difendimi al di là dell’amore/Dell’amore/Difendimi al di là dell’amore/Al di là dell’amore

Testo: Dario Brunori

Musica: Dario Brunori, Antonio Di Martino

 

Dario Brunori: Voce, Chitarre Acustiche ed Elettriche, Mandolino

Simona Marrazzo: Cori, Congas, Bongos e Percussioni

Mirko Onofrio: Flauto, Sax Alto, Clarinetto Basso, Vibrafono e Marimba

Dario Della Rossa: Pianoforte, Piano Elettrico e Sintetizzatori

Stefano Amato: Basso, Violoncello e Mandola

Lucia Sagretti: Violino

Massimo Palermo: Batteria

Mauro “Otto” Ottolini: Trombone, Tromba Bassa e Sousaphone

Paolo Malacarne: Tromba, Trombino e FIicorno

Corrado Terzi: Sax Baritono

Arrangiamento Fiati: Mirko Onofrio

7 – Bello appare il mondo

Bello appare il mondo/Agli occhi di Francesco/Coi baci della nonna/E il panino fresco fresco/Bello appare il mondo/Agli occhi di Lorenzo/Che col suo teletrasporto/Gira tutto l’universo//Bello dovrebbe apparire il mondo anche a te/Che invece sei sempre nervoso/Chissà poi perché//Non puoi fare l’amore/Se non smetti di urlare/Se non smetti di farti ogni volta del male/Per le cose che non puoi cambiare/Ma lasciale stare/Ma lasciaci stare//Bello appare il mondo in cima a una montagna/Coi fiumi nelle valli e le strade di campagna/Bello appare il mondo seduti in riva al mare/Quando il sole si addormenta lasciandosi annegare/Bello dovrebbe apparire il mondo anche a te/Che invece stai sempre incazzato/Chissà poi perché//Non puoi fare l’amore/Se continui ad urlare/Se non smetti di farti ogni volta del male/Per le cose che non puoi cambiare/Ma lasciale stare/La tua storia personale è una grande cazzata e lo sai/È soltanto una scatola vuota riempita di vecchie versioni di te/Che non servono più/Che non sei neanche tu//Non puoi fare l’amore/Se continui ad urlare/Se non smetti di farti ogni volta del male/Per le cose che non puoi cambiare/Ma lasciaci stare//La tua storia personale/È una grande invenzione e lo sai/È soltanto una scatola vuota /Riempita di vecchie versioni di te/Che non servono più/Che non sei neanche tu

Testo e musica: Dario Brunori

 

Dario Brunori: Voce, Chitarre Acustiche ed Elettriche, Mandolino

Francesco Brunori: Seconda Voce

Simona Marrazzo: Cori, Percussioni, Glockenspiel

Mirko Onofrio: Flauto, Sax Alto, Clarinetto Basso, Vibrafono e Cori

Dario Della Rossa: Pianoforte, Sintetizzatori e Organi

Stefano Amato: Basso e Violoncello

Massimo Palermo: Batteria

Mauro “Otto” Ottolini: Trombone, Tromba Bassa, Sousaphone

Paolo Malacarne: Tromba, Trombino e FIicorno

Corrado Terzi: Sax Baritono

Arrangiamento Fiati: Mirko Onofrio

8 – Benedetto sei tu

Sia benedetto il signore Gesù Cristo/Che se fosse nato oggi non lo avremmo neanche visto/Perso nel Mediterraneo su una barca in mezzo al mare/A portare un po’ di fiori sulla tomba di suo padre//Sia benedetto anche il povero Maometto/Diventato suo malgrado il complice perfetto/Per un gruppo di bambini disillusi ed affamati/Che reclamano attenzione vestiti da soldati//È inutile stare fermo /Mentre il mondo va all’inferno/Credimi//Prendimi la mano e andiamo /Verso un mondo più lontano/Dove troveremo l’uomo/Dove troveremo il modo per/Risvegliarci/E ritornare umani//Sia benedetta l’energia delle persone/Che si abbracciano lo stesso anche senza religione/Quelli che lo sanno ancora cosa è bene cosa è male/Senza che ci sia un padrone a doverglielo spiegare//Ma è inutile c’è un incendio/E stai pisciando controvento/Capita//Prendimi la mano e andiamo/Verso un mondo più lontano/Dove troveremo l’uomo/Dove troveremo il modo per/Respirare un po’/E ritornare umani

Testo e musica: Dario Brunori

 

Dario Brunori: Voce, Chitarre Acustiche ed Elettriche, Banjo

Simona Marrazzo: Cori, Congas, Bongos e Percussioni

Mirko Onofrio: Flauto, Sax Alto, Clarinetto Basso, Vibrafono, Marimba e Cori

Dario Della Rossa: Pianoforte, Sintetizzatori, Organi, Armonio e Toy Piano

Stefano Amato: Basso, Violoncello, Banjo, Cori

Lucia Sagretti: Violino

Massimo Palermo: Batteria

Mauro “Otto” Ottolini: Trombone, Tromba Bassa e Sousaphone

Paolo Malacarne: Tromba, Trombino e FIicorno

Corrado Terzi: Sax Baritono

Arrangiamento Fiati: Mirko Onofrio

 

9 – Per due che come noi

Vuoi fare l’amore o vuoi solo godere?/La linea sottile la posso intuire/Dal modo in cui mi mordi il labbro superiore/Dalla tua bocca che stringe e non mi lascia scappare//E chi se ne frega se è sesso o se è amore/Conosco la tua pelle tu conosci il mio odore/Che poi chi l’ha detto che è peggio un culo di un cuore/E che serve una canzone per parlare d’amore/Ma non confondere/L’amore e l’innamoramento /Che oramai non è più tempo/E senza perdere/Il senso dell’orientamento /Quando fuori tira vento//Per due che come noi non si son persi mai/E che se guardi indietro non ci crederai/Perché ci vuole passione//Vuoi fare un bambino o lo faccio io?/Se ti fa piacere so farlo da Dio/Oppure vorresti che fossi tuo padre/Per stringerti al petto e cantarti le fiabe//E chi se ne frega di Jung o di Freud /Non siamo dei santi dai sbagliamo anche noi/E a volte è anche bello trattarsi un po’ male/Dormire di schiena per poi farsi abbracciare//Ma non confondere/L’amore e l’innamoramento /Che oramai non è più tempo/E senza perdere/Il senso dell’orientamento /Quando fuori tira vento//Per due che come noi non si son persi mai/E che se guardi indietro non ci crederai/Perché ci vuole passione// Dopo vent’anni a dirsi ancora di sì/E stai tranquilla sono sempre qui/A stringerti la mano/Ti amo/Andiamo

Testo e musica: Dario Brunori

 

Dario Brunori: Voce, Chitarre Acustiche ed Elettriche

Simona Marrazzo: Cori, Timpano, Glockenspiel e Percussioni

Mirko Onofrio: Vibrafono e Cori

Dario Della Rossa: Pianoforte, Piano Elettrico e Celesta

Stefano Amato: Basso

Massimo Palermo: Batteria

Edodea Ensemble di Edoardo De Angelis: Archi

Arrangiamento e direzione Archi: Stefano Amato

10 – Fuori dal mondo

Noi che crediamo ancora nell’amore profondo/E che ci preoccupiamo per le sorti del mondo/Che gli vogliamo bene a questo sasso rotondo/Perduto nello spazio con le stelle lì in fondo//Noi che mangiamo sempre senza l’olio di palma/E che apprezziamo molto la virtù della calma/Noi che mica badiamo solamente al look/E ci curiamo il cuore con i fiori di Bach//Noi che guardiamo sempre il mondo a testa in giù/E che non ci crediamo a chi non crede più//Noi figli dei fiori/Con gli occhi a colori/Beh…//Noi siamo/Fuori dal mondo/Fuori dal mondo/Noi/Noi siamo/Fuori dal mondo/Fuori dal mondo/Noi //Insieme/Fuori dal mondo/Fuori dal mondo/Noi/Di nuovo/Fuori dal mondo/Che ci gira intorno//Noi che vogliamo vivere il momento presente/E che ci piace stare sempre in mezzo alla gente/Noi che sappiamo bene che volere è potere/Ma che non ci interessa di chi vuole il potere//Noi che “Buongiorno amore” anche se è un giorno di merda/E che per stare in piedi non puoi stare per terra/Noi che siamo contenti anche nei giorni infelici/Perché quello che muore nutre le radici//Di questa terra che si sente un poco giù/Che adesso c’ha la febbre e suda un po’ di più//Noi figli dei fiori/Con gli occhi a colori/Beh…//Noi siamo/Fuori dal mondo/Fuori dal mondo/Noi //Noi siamo/Fuori dal mondo/Che ci gira intorno/Noi /Insieme//Fuori dal mondo/Fuori dal mondo/Ancora/Fuori dal mondo/Noi /Noi siamo /Fuori dal mondo/In un girotondo //E volerà oltre il cielo/L’uomo del futuro/E andremo//Fuori dal mondo…//Noi che giochiamo a Risiko fino al mattino/E che condividiamo l’erba col vicino /(Fuori dal mondo)/Noi che vediamo al rallenty volare il pavone/E che ci sembra magica ogni registrazione/(Fuori dal mondo) //Noi che sentiamo spesso degli strani suoni/Che vanno dai tromboni fino ai sassofoni /(Fuori dal mondo)

Testo e musica: Dario Brunori

 

Dario Brunori: Voce, Chitarre Acustiche ed Elettriche

Simona Marrazzo: Cori, Congas, Bongos, Glockenspiel e Percussioni

Mirko Onofrio: Flauto, Sax Alto, Clarinetto Basso, Flauto Dolce, Vibrafono, Marimba e Cori

Dario Della Rossa: Pianoforte, Piano Elettrico, Sintetizzatori e Organi

Stefano Amato: Basso, Mandola e Violoncello

Massimo Palermo: Batteria

Mammarella Sas: Cori e Trilli

Mauro “Otto” Ottolini: Trombone, Tromba Bassa e Sousaphone

Paolo Malacarne: Tromba, Trombino e FIicorno

Corrado Terzi: Sax Baritono

Arrangiamento Fiati: Mirko Onofrio

 

11 – Quelli che arriveranno

Achille guarda le stelle/Ma proprio non le capisce/Si chiede perché ogni cosa su questa terra/Prima comincia e poi/Finisce//E dopo pensa alla mamma/Chissà come piangerà/Achille che sente un vento dentro al petto/Che prima arriva e poi se ne va/E domani comincia la scuola/Ma lui proprio non ce la fa/Achille certe notti dentro al letto/Pensa al mondo come sarà/A poterlo sapere/A poterlo vedere…//Quelli che arriveranno/Chissà come saranno/E se avranno le stesse mie mani/Se saranno più alieni o più umani/E se avranno le solite gambe/Le solite braccia le solite facce/Ma chiuso nel petto magari/Un cuore più grande//Achille guarda la luna/E in un attimo lo capisce/Che la vita è una stella cadente che illumina il cielo/E poi sparisce//E subito strizza gli occhi/Il desiderio tanto lo sa/È sempre lo stesso soffiato nel vento/Quasi dieci anni fa/Quasi dieci anni fa//Ma stanotte la guerra finisce/E Achille questo lo sa/Achille stanotte nel letto/Mamma che freddo che fa/Se cadesse la neve/Se ci fosse la neve//Quelli che arriveranno/Chissà come saranno/E se avranno le stesse tue mani/Se saranno più alieni o più umani/E se avranno le solite gambe/Le solite braccia le solite facce/Ma chiuso nel petto magari//Un cuore più grande/Un cuore più grande/Un cuore più grande/Un cuore gigante/Un cuore più grande/Un cuore più grande/Un cuore gigante

Testo: Dario Brunori, Antonio Di Martino

Musica: Dario Brunori, Antonio Di Martino

 

Dario Brunori: Voce, Pianoforte, Sintetizzatori, Basso, Chitarre Acustiche ed Elettriche

Simona Marrazzo: Percussioni

Massimo Palermo: Sintetizzatori, Batteria Elettronica, Suoni Campionati

TaketoGohara: Percussioni

 

Cip!

TOUR 2020

Sabato 29 febbraio Vigevano – data zero

Martedì 3 marzo 2020 – Jesolo (VE) @ PalaInvent
Sabato 7 marzo 2020 – Torino @ Pala Alpitour
Venerdì 13 marzo 2020 – Assago (MI) @ Mediolanum Forum
Domenica 15 marzo 2020 – Casalecchio di Reno (BO) @ Unipol Arena
Sabato 21 marzo 20202 – Firenze @ Mandela Forum
Martedì 24 marzo 2020 – Ancona @ PalaPrometeo
Venerdì 27 marzo 2020 – Roma @ Palazzo Dello Sport
Sabato 28 marzo 2020 – Napoli @ PalaPartenope
Venerdì 3 aprile 2020 – Bari @ PalaFlorio

Domenica 5 aprile 2020 – Reggio Calabria @ PalaCalafiore

Cip!

CREDITI  

Produzione artistica: Taketo Gohara e Dario Brunori

Produzione esecutiva: Matteo Zanobini per Picicca

Direttore creativo: Stefania Bonomini

Registrato tra aprile e novembre 2019 da Taketo Gohara, Dario Brunori, Niccolò Fornabaio, Filippo Slaviero, Cristian De Maestri, Stefania Bonomini e Massimo Palermo presso:

Studio del Rinacchio di San Fili (CS)

The Basement – Università della Calabria, Rende (CS)

Casa della montagna di Lorica (CS)

Officine Meccaniche, Milano

NoiseFactory, Milano

Punto Rec, Torino

Casa Degli Artisti, Milano

Assistenti di studio: Filippo Slaviero, Giuseppe Salvadori e Marina Pace

Drum tech: Nicki Collu

Allestimento acustico The Basement: Peppe De Angelis

Mixato da Pino “Pinaxa” Pischetola e Patrizio ”Mybestfault” Simonini presso Pinaxa Studio, Milano eccetto “Bello appare il mondo” mixato da Taketo Gohara

Masterizzato da Giovanni Versari a La Maestà, Faenza

Illustrazioni: Robert Figlia

Artwork: Luciano Marchetti

Coordinamento e logistica: Ester Apa

Assistente di produzione: Alessia Castiglioni

Island Records: Jacopo Pesce, Giorgia Aldi, Alice Mancabelli, Lucio Schirripa, Vittoria Perin

Ufficio stampa Goigest: Dalia Gaberscik, Giulia Trippa, Annalisa Di Rosa

Publishing: Picicca / Warner Chappell Music Italiana eccetto “Capita così”, “Al di là dell’amore” e “Quelli che arriveranno”: Picicca / Warner Chappell Music Italiana / Sony/ATV Music Publishing (Italy), EMI Music Publishing Italia Srl

Management: Matteo Zanobini

www.universalmusic.itwww.brunorisas.itwww.picicca.it

Si ringrazia: Vivo Concerti, Warner Chappell Music, K-Array, Alessandro “Asso” Stefana, Egidio Galvan, Giorgio Adriano, Oscar Rojer e Te.De.S. Srl, Francesco Piccolomini, l’Università della Calabria.

Grazie a tutti gli esseri viventi, visibili e invisibili, che mi hanno ispirato nella stesura di questa raccolta di canzoni fanciulle. Alle persone di buona volontà direttamente coinvolte penso di aver già palesato, in un modo o nell’altro, la mia gratitudine. Evito il dettaglio perché la paura di dimenticarmi di qualcuno, cosa assai probabile, mi attanaglia e mi mette una terribile ansia. 

Cip e love!

Cip!

PARLA CON DARIO

Parla con Dario è il titolo scelto per il nuovo giro di incontri, organizzato da Island Records in collaborazione con Feltrinelli e Picicca, che attraverseranno l’Italia a partire dal 10 gennaio, in occasione dell’uscita del nuovo disco di Brunori Sas, dal titolo Cip!.

Non il consueto appuntamento nei grandi spazi commerciali che solitamente accompagna l’inizio di un nuovo progetto discografico, ma delle occasioni di incontro intime, dirette e senza filtri, in cui Dario ritroverà il suo pubblico conversando liberamente e senza un canovaccio preciso sul nuovo lavoro, ma anche su una serie di suggestioni, temi che scaturiranno al momento.

Un’esigenza, quella del dialogo diretto, della vicinanza con la propria comunità di ascoltatori, che è in perfetta sintonia con alcune delle tematiche più importanti tracciate dal nuovo disco, prima fra tutte l’importanza di rimettere l’uomo al centro della narrazione contemporanea.

Ecco dunque che la voglia di vedersi, confrontarsi, discutere, senza un motivo specifico se non il piacere di ascoltarsi reciprocamente, di creare e consolidare nuove forme di aggregazione, una rinnovata umanità, diventa motore imprescindibile per l’inizio del viaggio che faranno queste nuove canzoni. Un momento di condivisione e improvvisazione, di domande e risposte, di dialogo, di sano piacere nel conversare senza alcuna trama definita, ma con il gusto di ritrovarsi in uno stesso luogo, con la consapevolezza di costruire un momento unico che siamo certi condenserà leggerezza, profondità e una buona dose di ironia.

I luoghi che ospiteranno gli incontri saranno aule universitarie, club, circoli, spazi pensati per la cultura e per la musica e toccheranno quasi tutta la penisola. Il Parla con Dario partirà da Milano il 10 gennaio e si sposterà a Napoli, Torino, Bologna, Firenze e Roma. Poi ancora a Bari, Lecce, Catania, Palermo, Verona, Padova, Genova e per finire Cosenza.

Il meccanismo per fare una domanda a Brunori è molto semplice: si potranno fare domande durante l’incontro stesso, di persona o tramite un foglietto da inserire in una apposita urna da cui l’artista potrà estrarre la domanda, oppure ancora attraverso le storie di Instagram nei giorni che precedono l’incontro.

Per ottenere l’accesso prioritario all’evento bisognerà essere in possesso di un braccialetto che Feltrinelli consegnerà al momento dell’acquisto dell’album. L’acquisto può essere effettuato sia nei negozi della catena che in loco, fino ad esaurimento posti. Nel caso in cui ci fosse ancora disponibilità di posti, potrà accedere all’evento anche chi ha acquistato l’album da altri rivenditori.

La presentazione dell’album Cip! è stata possibile anche grazie alla fondamentale collaborazione di Francesco Piccolomini e della Casa degli Artisti, dove Dario ha trascorso diverse settimane nel corso della stesura dell’album, inaugurando la prima vera “residenza artistica” nella nuova, stupenda struttura di corso Garibaldi. Si ringraziano inoltre Egidio Galvan e Galvan Pianoforti, Klaus Hausherr e K-Array per la dotazione delle strumentazioni dello spazio.