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Sanremo 2021, Francesco Renga e “l’oblio salvifico” del brano in gara “Quando trovo te”

(Ph Toni Thorimbert)

 

«L’essenziale è invisibile agli occhi», questa nota frase tratta dal libro “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry, viene in mente ascoltando Francesco Renga durante l’odierna conferenza stampa (via Zoom) di presentazione di “Quando trovo te” (Sony Music), la canzone in gara al 71° Festival di Sanremo.

Nella canzone di Sanremo, come racconta Renga, si parla di affetti, amore, amicizia, quei sentimenti che legano ognuno di noi al prossimo. «Il brano racconta proprio questo aspetto: l’esplosione di un ricordo che sale dall’anima e ti porta alla normalità, simbolo di felicità. Credo sia salvifico quel momento in cui, in un appuntamento con la disperazione, sai che a casa ti aspetta qualcosa di bello che collima con la felicità», sottolinea il cantante, il quale aggiunge: «Il testo racconta di un uomo che cammina per strada, in tormento e frustrazione esistenziale, negativo, che lo porta a ricordarsi di qualcosa che aveva nascosto. Perché oltre che nell’oblio salvifico – ovvero quei ricordi che dimentichiamo proprio perché ciò ci salva la vita –, io credo anche che nell’opposto. Credo che ci siano ricordi che teniamo ben custoditi per proteggerli dalla vita, dalla frenesia dal casino delle nostre esistenze. Quando questi ricordi riaffiorano ci riportano alla normalità che coincide con la felicità. Le piccole cose di ogni giorno che a me, personalmente, salvano la vita: lo sguardo dei miei figli, il profumo della cucina, il ricordo di un abbraccio, di uno sguardo. Quelle piccole cose che teniamo nascondere per non depauperarle. Andrà tutto bene? No, non è andato tutto bene. È un augurio che ci siamo fatti all’inizio di questo lungo viaggio. Forse ce la stiamo cavando. Quello che si diceva all’inizio, nessuno verrà lasciato indietro non è stato così. Moltissimi sono stati lasciati indietro. Colleghi miei, musicisti, fonici, lavoratori dello spettacolo che hanno avuto pochissime tutele e attenzioni in questo anno. Certamente questo periodo travagliato e così assurdo a me è servito per ritrovare e riscoprire delle cose che stavamo perdendo. Rimanere a casa ci ha dato modo di riscoprire cose che rischiavamo di perdere. Come le piccole cose di cui parlavamo prima. Anche il modo di condividere il dolore dell’altro, tutti soli nella propria abitazione ci ha dato paradossalmente quel senso di comunità che stavano smarrendo. C’è un’attitudine all’inclusione diversa. C’è una visione della società diversa. Ci salverà il ricordo della felicità, delle piccole cose, della quotidianità che non dobbiamo più perdere e dimenticare».

Bisogno di normalità, di cose semplici: “Una stanza, due sedie, la cena e un film”, come recita un verso della canzone sanremese che, come è stato sottolineato più volte dal cantante bresciano, ruota intorno al concetto di “oblio salvifico”: «L’oblio ti salva la vita nel ricordo o per nascondere qualcosa che potrebbe farti male. Lo è sempre stato, nei confronti della vita, in generale. La canzone nasce dall’inizio del lockdown, con uno scatolone di ricordi. Poi i rapporti con i miei figli e le persone intorno a me più care. Sarà una ripartenza perché torno finalmente a cantare su un palco dopo un anno. E continuo a pensare che debba esserlo anche a livello simbolico. Non siamo solamente noi sul palcoscenico, la macchina di Sanremo fa lavorare centinaia di persone che non avrebbero lavorato nemmeno questa volta».

Normalità che manca e che mancherà anche per quanto concerne lo svolgimento dell’edizione 2021 del Festival di Sanremo, dentro e fuori il teatro dell’Ariston. Infatti, la manifestazione dovrà fare i conti con le restrizioni imposte dal Covid. Nonostante ciò, precisa Renga: «Il mio stato d’animo non è mutato. Mai come quest’anno, il Festival di Sanremo rappresenta un simbolo di ripartenza; un riaccendiamo i motori; ricominciamo a fare il nostro mestiere. È il primo momento dopo mesi e mesi di nulla, si torna sul palcoscenico – ahimè senza pubblico – ma comunque con i musicisti, i tecnici. Stiamo vivendo un momento assurdo, il covid costringe a delle restrizioni. Ciò non toglie che rimane il significato simbolico di Sanremo. L’edizione di quest’anno rimarrà negli anni, unico, si spera che non si ripeta più. Per me resta quell’appuntamento imprescindibile per il mio lavoro, un’urgenza di racconto Si spera che non si ripeta più, entrerà nella storia come un Sanremo unico. Per me rimane quell’appuntamento imprescindibile per il mio lavoro quando ho avuto il bisogno, l’urgenza di raccontare».

In particolare, sullo svolgimento del Festival senza pubblico, il cantante bresciano ha puntualizzato che «cantare senza avere pubblico è molto limitante perché ti dà un feedback immediato. È sempre stata un’esperienza vissuta in maniera diversa da un concerto».

Un appuntamento che quest’anno avviene a trent’anni dalla sua prima partecipazione – nel 1991 – con i Timoria. Così, contando anche l’imminente edizione, Francesco Renga torna a calcare il palco del Festival della musica italiana per la nona volta come concorrente: otto da solita e una insieme, appunto, ai Timoria. A tal riguardo, confida Renga: «Mi diverte tantissimo la cosa che sono stato al Festival trent’anni fa. Per me è anche un motivo d’orgoglio, essere rimasto saldamente collegato alla realtà musicale italiana. Sono molto contento. La prima volta ero nelle Nuove Proposte, hanno creato un premio della critica ad hoc per noi. È bello che ci siano dei giovani trai i Big, il segno vero del cambio di passo. La vera novità».

A chi gli domanda se Francesco è cambiato o è rimasto lo stesso, lui ha risposto: «È rimasto lo stesso, non è cambiato molto oltre all’età. Una certa consapevolezza, maturità, le doti che caratterizzano gli anziani (sorride). È rimasto intonso lo spirito, questa sorta di follia e incoscienza, uno spirito leggero».

Riguardo alle sue nove partecipazioni, Renga ha detto di avere un legame particolare con la prima partecipazione: «Sicuramente la prima, quella che ha segnato il mio percorso sanremese. Era l’inizio di tutto con i Timoria. La cosa che ho mantenuto dentro di me è quella vena di follia e incoscienza che ci aveva portato a quel Festival. L’ho sempre mantenuta negli anni. E anche per “Raccontami”, il primo Sanremo da solista. Ricordo tutto, Poi ci fu quello di “Tracce di te”, la poetica della perdita di mia madre, un momento difficile dal punto di vista umano e autorale. Poi ti direi nel 2005 con la vittoria di “Angelo” è stato un anno importante, segna il passaggio da figlio a genitore. Sul palco c’era Ambra… Un Sanremo con un mood molto speciale. Tutti per me hanno significato qualcosa, qualcuno in maniera più profonda. Questo che arriva, passerà alla storia. Irripetibile, si spera che sia la prima e ultima volta».

Tornando all’edizione 2021, il brano sanremese è stato scritto dallo stesso Francesco insieme a Roberto Casalino e Dario Faini. A proposito della fase di scrittura, ha sottolineato Renga: «Sono chiarissime in me le emozioni. Mi sono trovato un mese fa a chiamare Dario per dirgli che volevo mettere a posto una cosa. Ci siamo trovati io, Dario Faini e Roberto Casalino ed è nata in 4 ore. E’ successo qualcosa di magico. Una tensione artistica, tensione emotiva. Quando sono tornato a casa, non vedevo l’ora che Dario mi mandasse la prima cosa mandata giù. Ci sono poi voluto mesi di lavoro ma l’urgenza del racconto di questa canzone c’era».

Infine, a chi gli ha domandato se dedicherebbe a se stesso “Quando trovo te”, Renga ha replicato: «Sì, me lo dedicherei assolutamente. A Francesco del passato direi che le cose arrivano quando devono arrivare, nessuno ce la può fare da solo, la felicità non deve fare paura e non è detto che il prezzo da pagare sia salato. Sarai un uomo fortunato, gli direi. Di sperare nella fortuna. Grazie a Dio sono un uomo fortunato”.

Dopo Sanremo, Francesco si prepara a tornare live da maggio con “INSIEME TOUR”, il tour che lo vedrà protagonista dei principali teatri italiani.

Queste la date al momento confermate: il 14 maggio al Teatro Colosseo di Torino, il 16 maggio al Teatro degli Arcimboldi di Milano, il 17 maggio all’Europauditorium di Bologna, il 21 maggio al Teatro Dis_Play di Brescia, il 24 maggio al Teatro Team di Bari, il 26 maggio al Teatro Augusteo di Napoli, il 28 maggio al Teatro Brancaccio di Roma, il 30 maggio al Teatro Verdi di Firenze.

Note biografiche

Francesco Renga nasce a Udine il 12 giugno del 1968.

Tra le più grandi voci del panorama musicale italiano, con oltre 35 anni di carriera, Francesco Renga dopo aver debuttato come frontman di uno dei più influenti gruppi rock degli anni ’90, i Timoria, ha proseguito la sua carriera artistica negli anni 2000 intraprendendo un percorso da solista. Colleziona singoli di grande successo, da “Raccontami (premio della critica a Sanremo 2001) a La tua bellezza” (brano presentato a Sanremo 2012) e Angelo” (brano vincitore del Festival di Sanremo 2005), passando attraverso alcune delle sue più belle pagine in musica:Ci sarai”, “Cambio direzione”, “Tracce di te”, “Favole”, “Meravigliosa (la Luna)”, “Ancora di lei”, “Dove il mondo non c’è più”, tutti brani del canzoniere di Renga che uniscono come pochi energia e melodia, potenza espressiva e grande immediatezza melodica.

Tra questi non si può di certo tralasciare il successo dell’album Orchestraevoce, omaggio alla musica italiana degli anni 60 divenuto platino in poche settimane dall’uscita, dei singoli “Il mio giorno più bello del mondo” (triplo platino), “Vivendo Adesso” (platino), “Era una vita che ti stavo aspettando” (platino), “A un isolato da te (oro), brani estratti da Tempo Reale(2014), disco certificato platino e che per oltre quaranta settimane ha dominato la top ten degli album più venduti. E ancora i più recenti “Guardami amore (platino), “Il bene (oro), “Migliore” (oro) brani contenuti nel disco “Scriverò il tuo nome (2016), realizzato tra Milano e Los Angeles e certificato disco di platino.

Da solista, Renga ha pubblicato 8 album d’inediti, 1 album con orchestra, 2 album dal vivo, di cui uno insieme a Max Pezzali e Nek, oltre 1 milione di copie vendute, 9 certificazioni di platino e 8 d’oro.

Instancabile dal punto di vista artistico e umano, Francesco sul palco colpisce anche per la sua straordinaria presenza scenica e la naturalezza con cui procede spedito attraverso passaggi vocali e cambi di registro, che solo una voce come la sua può sostenere, e per gli emozionanti e altissimi momenti di spettacolo. Nel corso della sua carriera Francesco ha realizzato più di 1850 concerti tra palasport, teatri e location mozzafiato come l’Arena di Verona e il Teatro Antico di Taormina.

Francesco Renga ha alle spalle 7 partecipazioni al Festival di Sanremo come concorrente in gara, 1 vittoria nel 2005 con il brano “Angelo” e 2 premi della critica, con i brani “L’uomo che ride (1991 – Sanremo Giovani) e “Raccontami (2001 – Sanremo Big).

Si è esibito sul palco dell’Ariston, in occasione della kermesse musicale, anche in qualità di super ospite sia nel 2010, in occasione dei festeggiamenti per i 60 anni del Festival con il brano “La voce del silenzio, sia nel 2018, in trio con gli amici e colleghi Max Pezzali e Nek con i quali nello stesso anno ha realizzato un tour di grande successo nei palasport italiani e ha pubblicato un doppio cd LIVE “Max Nek Renga – il disco, contenente le loro hit più famose reinterpretate a tre voci.

A giugno 2017 Francesco ritira il prestigioso premio LIVE ORO ai Wind Music Awards 2017 all’Arena di Verona per il suo fortunato tour “Scriverò Il Tuo Nome Live nei palasport. Nel 2018, invece, sempre in occasione dei Wind Music Award nella meravigliosa cornice dell’Arena di Verona, ritira due premi: il LIVE ORO per il tour “Scriverò Il Tuo Nome Live Estate e il LIVE PLATINO per il tour nei palasport con Max Pezzali e Nek.

 A febbraio 2019 Francesco partecipa al 69° Festival di Sanremo con il brano “Aspetto che Torni”.

A marzo arriva in radio il brano “L’odore del caffè, singolo che anticipa il suo ottavo disco di inediti “L’altra metà”, in uscita il 19 aprile. L’album viene presentato live al pubblico con due importanti concerti: il 27 maggio all’Arena di Verona e il 13 giugno al Teatro Antico di Taormina (ME).

Da ottobre a dicembre, Francesco Renga porta “l’altra metà tour”, un tour di oltre 50 date, nei principali e suggestivi teatri italiani. Nel mese di ottobre, inoltre, esce il nuovo singolo “NORMALEfeat. ERMAL META: un inno dedicato alla capacità di rendere speciali anche le cose più semplici della vita di tutti i giorni.

Il 2020 segna una battuta d’arresto per il mondo intero a causa della pandemia e le date europee de “l’altra metà tour”, previste nel mese di maggio, vengono annullate.

Durante i primi mesi di lockdown, Francesco continua comunque a dedicarsi a nuova musica e il 22 maggio pubblica il brano “Insieme: grandi amori”, un inno alla vita che rappresenta la voglia di tornare alla normalità.

A settembre vengono annunciate le date dell’“Insieme Tour”, otto date che da maggio 2021 vedranno l’artista protagonista nei principali teatri italiani.

Dal 4 novembre al 12 dicembre 2020 Francesco è in impegnato in tv come giudice del programma di Canale 5 “All Together Now”, insieme a Rita Pavone, Anna Tatangelo e J-Ax, con la conduzione di Michelle Hunziker.

Rosy Merola

 

 

 

 

Rosy Merola

Definisco il mio percorso professionale come un “volo pindarico” dalla Laurea in Economia e Commercio al Giornalismo. Giornalista pubblicista, Addetta stampa, Marketing&Communication Manager, Founder di SinergicaMentis. Da diversi anni mi occupo della redazione di articoli, note e recensioni di diverso contenuto. Per il percorso di studi fatto, tendenzialmente, mi occupo di tematiche economiche. Nello specifico, quando è possibile, mi piace mettere in evidenza il lato positivo del nostro Made in Italy, scrivendo delle eccellenze, start-up, e delle storie di uomini e donne che lo rendono speciale. Tuttavia, una tantum, confesso di cadere nella tentazione di scrivere qualcosa che esula dalla sfera economico-finanziaria (Mea Culpa!). Spaziando dall'arte, alla musica, ai libri, alla cultura in generale. Con un occhio di riguardo nei confronti dei giovani esordienti e di quelle realtà che mi piace definire "startup culturali". Perché, se c'è una frase che proprio non riesco a digerire è che: "La cultura non dà da mangiare". Una affermazione che non è ammissibile. Soprattutto in Italia.