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Suggerimento editoriale: “Oltre la strada. Filosofia di viaggio” di Fiorenzo De Vita (recensione)

A fine settembre, attraverso SinergicaMentis (qui il link: https://sinergicamentis.altervista.org/in-libreria-dal-25-settembre-oltre-la-strada-filosofia-di-viaggio-di-fiorenzo-de-vita-mursia/), avevo introdotto la seguente novità editoriale: “Oltre la strada. Filosofia di viaggio” di Fiorenzo De Vita (MURSIA).

Libro che, in una seconda fase, ho avuto modo di leggere. Non una, ma due volte. Le motivazioni sottese al bisogno di una rilettura sono diverse.

Innanzitutto, conoscendo personalmente l’autore, per poterne parlare in maniera intellettualmente “onesta” ho dovuto fare un lavoro su me stessa. Nello specifico, prendendo in prestito espressioni e concetti presenti nel libro “Oltre la Strada. Filosofia di Viaggio”, ho dovuto cercare di epurarmi dai miei stessi «pre-giudizi», qui intesi come la (pre) conoscenza personale di Fiorenzo De Vita, perché la sua opera merita di essere letta al netto delle mie infrastrutture mentali, andando oltre il mio «Io egoico» e agli «attributi» e/o «etichette» applicate all’autore sulla base dei miei già citati «pre-giudizi». Acquisendo, a mio modo, «L’insegnamento del non-giudizio».

Ecco che, così facendo, inizio il mio viaggio tra le pagine del libro; ben predisposta sin dalla lettura del sottotitolo: dal sostantivo «viaggio» (per chi mi conosce, è sufficiente che io scriva “Itineris – Viaggiando s’impara”). Tra l’altro, essendo consapevole di quanto le parole siano importanti, l’autore si sofferma sull’etimologia del termine “viaggio” (paragrafo “All’origine del paragrafo”, pag. 22).

Infatti, è stato un viaggio – o meglio il viaggio – il “medium” alla base di tale lavoro editoriale. Come scrive l’autore nella premessa: «Le considerazioni racchiuse in questo libro nascono da un viaggio a piedi che ho fatto davvero, le cui tracce raccolsi in un diario. […] Quel che leggerete in questo libro, dunque, è un distillato di quelle pagine». Un viaggio che, cronologicamente, inizia il 4 luglio 2014 dalla provincia di Varese e – proseguendo lungo i sentieri della via Francigena – si conclude 33 giorni dopo in Piazza San Pietro, Vaticano.
Tuttavia, ciò che conta davvero è la motivazione sottesa al viaggio: «Una profonda crisi esistenziali fu l’occasione che mi spinse a partire: avevo perso tuto quello che consideravo essenziale».

Tali premesse, però, non devono indurre in errore il lettore, il quale potrebbe essere portato a pensare di trovarsi dinnanzi a una sorta di diario di bordo del viaggio dell’autore. Non è così.

Basta andare a leggere il sottotitolo: “Filosofia di viaggio”. Infatti, questo libro è un saggio di filosofia. Elevato a tale grado, sia per i concetti e i riferimenti filosofici con cui l’autore – laureato in Filosofia – arricchisce la sua opera, anche in virtù dei diagrammi di flusso, schemi e note (quest’ultime raccolte tutte alla fine dello sviluppo dei capitoli che compongono il libro. Curate come si conviene, ndr). Tuttavia, ciò non deve spaventare. Perché “Oltre la strada” non è un saggio di filosofia “canonico”. Il “distillato” dei suoi appunti di viaggio, piccoli flash, aneddoti della vita dell’autore, generano – a livello comunicativo – un legame empatico, un sentire comune, un immedesimarsi nelle circostanze e stati d’animo scritti con maestria – in maniera colta ma, allo stesso tempo, chiara e mai tediosa – da Fiorenzo De Vita. Quanti di noi, ad un certo punto del viaggio che chiamiamo vita, ci siamo – ahinoi – trovati nel buio di un tunnel ideale? A chi non è mai capitato di sentirsi, almeno una volta, sprofondare nelle sabbie mobili di una crisi esistenziale? «Essere polvere. […] Cos’è essere polvere? In un processo di trasformazione è ciò che resta», scrive Fiorenzo De Vita.

Così, indagando, muovendosi e provando a sviscerare l’insegnamento del filosofo ateniese Socrate – «Conosci te stesso e conoscerai l’universo e gli dei» -, passo dopo passo in questo viaggio fisico, l’autore affronta le seguenti tappe: essere polvere, diventare corpo, diventare mondo, diventare casa, essere nessuno (tappe che rappresentano la suddivisione in capitoli del libro).

Si arriva alla fine del viaggio/libro respirando a pieni polmoni, con un senso di serenità e di quiete, che ti rappacifica interiormente. Cosa che, nel mio caso, ha fatto sorgere il bisogno di rileggere “Oltre la strada. Filosofia di viaggio”, consapevole che tale libro è l’esempio tangibile di quanto sosteneva Albert Einstein, ovvero che in mezzo alle difficoltà si nascondono le opportunità. Così, in conclusione: «[…] Quando non sapete più dove state andando o dove dovete andare allora potete affidarvi ai vostri piedi. […] E se non avete piedi, lasciatevi andare all’intuizione, che non è altro che i vostri piedi interiori. Lasciatevi andare al viaggio e lasciate che esso vi insegni questa saggezza».

Nota bene: Dalle pagine di questo libro emerge quanto siano importanti i compagni di viaggio. Come sia importante incontrare un professore/docente che ti faccia amare ciò che insegna. È ciò che ho pensato leggendo alcuni passaggi di “Oltre la strada”. Incontri illuminati e illuminanti che ci inducono ad addentrarci in quel “ΓΝΩΘΙ ΣΑΥΤΟΝ” e ad andare oltre.

Rosy Merola

 

Fiorenzo De Vita, nato a Monza nel 1977, si trasferisce a 13 anni nel Cilento, terra di origine. Laureatosi in Filosofia, viaggia e risiede in diversi luoghi del Nord Italia dove incontra il mondo educativo, le pratiche filosofiche e le cure orientali. Attualmente risiede in provincia di Como, dove si occupa di crescita personale, educazione e scrittura.

Rosy Merola

Definisco il mio percorso professionale come un “volo pindarico” dalla Laurea in Economia e Commercio al Giornalismo. Giornalista pubblicista, Addetta stampa, Marketing&Communication Manager, Founder di SinergicaMentis. Da diversi anni mi occupo della redazione di articoli, note e recensioni di diverso contenuto. Per il percorso di studi fatto, tendenzialmente, mi occupo di tematiche economiche. Nello specifico, quando è possibile, mi piace mettere in evidenza il lato positivo del nostro Made in Italy, scrivendo delle eccellenze, start-up, e delle storie di uomini e donne che lo rendono speciale. Tuttavia, una tantum, confesso di cadere nella tentazione di scrivere qualcosa che esula dalla sfera economico-finanziaria (Mea Culpa!). Spaziando dall'arte, alla musica, ai libri, alla cultura in generale. Con un occhio di riguardo nei confronti dei giovani esordienti e di quelle realtà che mi piace definire "startup culturali". Perché, se c'è una frase che proprio non riesco a digerire è che: "La cultura non dà da mangiare". Una affermazione che non è ammissibile. Soprattutto in Italia.