Sociale

Violenza sulle donne, contro il victim blaming: nuova campagna di sensibilizzazione contro i troppi “Se l’è cercata” (video: #TULOSAI!)

“Era in giro da sola”“Era senza segni evidenti di violenza”“Lo ha provocato”: sono alcune delle frasi più ricorrenti usate così spesso per negare o minimizzare una violenza subita da una donna. E’ partita online e nelle via di tutta Italia la campagna di sensibilizzazione TULOSAI nella settimana del 25 novembre in cui tutto il mondo celebra La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1999.

La campagna TULOSAI, ideata da Ratio Studio agenzia di marketing e comunicazione con sede a Caserta e Milano, ha come obbiettivo di sottolineare quanto la violenza di genere appartenga sia al contesto reale che a quello mediatico: in seguito alle morti per femminicidio, le donne subiscono un linciaggio mediatico equiparabile alla violenza subita. , con lo scopo di sensibilizzare la popolazione sul tema.

Se sulla maniglia della vostra macchina o se all’interno dei pochi negozi ancora aperti nonostante le restrizioni avete trovato un messaggio come quelli che siete abituati a vedere appesi alle maniglie delle porte degli hotel, i classici “non disturbare”, ma con messaggi che riguardano le citazioni più utilizzate dai news media e le informazioni del fenomeno della violenza sulle donne, sappiate che si tratta di un’idea del team di Ratio Studio che, grazie al lavoro di concerto con una consulente di genere, ha dato vita a questa originale iniziativa sociale. La campagna avrà diffusione su Caserta, Napoli, Milano e Roma, e nelle  piazze principali d’Italia.

«L’obiettivo che ci siamo posti – spiega Francesca – è quello di sottolineare quanto la violenza di genere appartenga sia al contesto reale che a quello mediatico: in seguito alle morti per femminicidio, le donne subiscono un linciaggio mediatico equiparabile alla violenza subita. È noto quanto la trasposizione giornalistica dei femminicidi non sia aderente alla realtà: i principali soggetti delle news sono donne molto giovani a differenza dei dati Istat (la fascia più colpita va dai 35 ai 60 anni); i responsabili sono per l’80% conosciuti dalle vittime a differenza della notiziabilità che evidenzia una presenza di ‘’male oscuro’’ (stranger danger) che viene dal contesto esterno oltre a sottolineare aspetti della vicenda atti quasi a far ricadere la colpa sempre sui soggetti femminili con una costante deresponsabilizzazione degli autori della violenza».

Da questo contesto nasce la necessità di sottolineare la parola ‘’LEI’’ in maiuscolo per evidenziare la pericolosità del ‘’victim blaming’’ (doppia vittimizzazione); ovvero la colpevolizzazione delle donne come causa principale della loro morte.

La campagna, di forte impatto, trova spiegazioni e risposte sul sito www.tulosai.it, dove viene stilato un elenco di dati riportati da Istat ed Eurostat sulle morti per femminicidio, sulle denunce e sui responsabili delle violenze con una particolare attenzione all’ultimo elemento, ovvero che la violenza sulle donne esiste e non è, certamente, colpa delle donne. Non è la gelosia, non è il raptus, non è il vestito troppo corto: è la legge del possesso e l’esercizio del potere dell’uomo sulla donna. Sensibilizzare è doveroso, agire in tempo è necessario, creare reti di supporto è indispensabile. La violenza sulle donne è un problema che riguarda anche te e se sei arrivato fin qui è perché forse anche #tulosai!