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“Note di Viaggio – capitolo 1: venite avanti…”, i dettagli della nuova raccolta di brani di Guccini

Guccini e Pagani

Note di Viaggio – capitolo 1: venite avanti… è la prima parte della raccolta delle più belle e indimenticabili canzoni di Francesco Guccini interamente prodotta e arrangiata da Mauro Pagani, storico musicista e produttore al suo fianco per la prima volta, e interpretate dalle grandi voci della musica italiana, in uscita il 15 novembre per BMG.

Un progetto straordinario che contiene anche l’inedito Natale a Pavana, una nuova pagina che Francesco Guccini ha voluto regalare alla musica italiana dopo tanti anni lontano dai microfoni. Il brano è una poesia in dialetto scritta dal cantautore e messa in musica da Mauro Pagani, che racconta la nostalgia dei ricordi della sua infanzia a Pavana legati al Natale in famiglia.

“Le canzoni di Francesco hanno accompagnato da sempre il mio cammino di uomo e di musicista – racconta Mauro Pagani – in ogni casa, in ogni festa, discussione o corteo lui in qualche modo c’era. Avere l’opportunità di risalire quel lunghissimo fiume di immagini e di parole, potendo per di più contare sull’aiuto e la maestria di così tanti amici, è stato davvero un gran privilegio. Scegliere è stata la cosa più difficile. Alla fine ciascuno ha cantato ciò che era stato importante per lui, o magari semplicemente ciò che più lo emozionava. Quanta bellezza, quanta vita, quanto presente.”

Tanti gli artisti che hanno aderito con entusiasmo al progetto, che non vuole essere celebrativo, ma guarda al futuro attraverso le canzoni del Maestro. L’album vede la partecipazione di Elisa (Auschwitz), Ligabue (Incontro), Carmen Consoli (Scirocco), Giuliano Sangiorgi (Stelle), Nina Zilli (Tango per due), Brunori Sas (Vorrei), Malika Ayane (Canzone quasi d’amore), Francesco Gabbani (Quattro stracci), Samuele Bersani e Luca Carboni (Canzone delle osterie di fuori porta), Margherita Vicario (Noi non ci saremo), Manuel Agnelli e Mauro Pagani (L’avvelenata).

“Questo disco non è un semplice tributo a un gigante della musica e della nostra cultura – racconta Dino Stewart, Managing Director di BMG – ma è un progetto unico proprio perché realizzato con il prezioso intervento del Francesco Guccini “autore”. Sono convinto che, con questo valore aggiunto, l’album potrà essere apprezzato ancora di più, sia dal suo pubblico, sia da tutti coloro che vorranno conoscere meglio Guccini o addirittura scoprirlo grazie a questo progetto ambizioso”.

La copertina dell’album è una straordinaria opera realizzata dallo street artist Tvboy, comparsa a sorpresa la mattina del 29 ottobre a Bologna, sotto gli occhi increduli e meravigliati dei passanti nei pressi di via Paolo Fabbri a Bologna. Lo steet artist ha rappresentato una barca in mezzo al mare con a bordo tutti gli artisti che hanno preso parte al progetto e, al centro, Francesco Guccini con Mauro Pagani. Un messaggio forte, come sono da sempre quelli che contraddistinguono la produzione di Guccini, che il cantautore ha voluto lanciare questa volta anche dal punto di vista visivo. L’illustrazione ragiona su un tema di stretta attualità, e non a caso è sorto proprio accanto a un’associazione di via Libia che sostiene il valore della differenza e propone progetti aperti di accoglienza e solidarietà.

Note di Viaggio – capitolo 1: venite avanti…, interamente realizzato nello storico studio Officine Meccaniche di Milano è il primo capitolo di un progetto che si completerà nel 2020 e sarà disponibile nelle versioni CD Standard, CD Limited Edition numerata, Vinile, Vinile Limited Edition numerata, in streaming e digital download.

https://www.youtube.com/watch?v=tH7kbUNUX7E&feature=youtu.be

NOTE DI VIAGGIO

capitolo 1: venite avanti…

 

di Mauro Pagani

 

1.  NATALE A PAVANA

“Una delle prime cose che mi è venuta in mente quando abbiamo iniziato questo lavoro è che mi sarebbe piaciuto avere un brano inedito, qualcosa di completamente nuovo che ci permettesse di raccontare una bella storia, insieme. Ho quindi cominciato a insistere con Francesco, che mi rispondeva “ma no dai, non canto più, basta, non ho voglia!”, ma io lo vedevo che aveva un luccichio negli occhi, e quindi ho continuato finché non sono riuscito a convincerlo. Gli avevo chiesto un testo, lui mi ha dato una poesia di due pagine e mezzo in dialetto, dove parla proprio dei suoi ricordi di infanzia, di quando, con la sua famiglia, festeggiava il Natale a Pavana. In questo brano c’è tutta la nostalgia dei ricordi di un tempo andato e più passa il tempo più la nostalgia si affaccia. Ho avuto l’onore di “paganizzarlo” un po’ e di cantare con Guccini i ritornelli. È stata un’emozione vera.”

2.  ELISA – AUSCHWITZ

“Auschwitz è stato il primo brano che ho proposto a Elisa, che ha accettato subito. La tragedia dei campi di sterminio ha toccato anche la sua famiglia: il nonno di Elisa infatti è stato prigioniero in un campo. Mi ero immaginato questo brano cantato da lei fin da subito, perché è un pezzo che vola molto in alto, e ha bisogno di una voce cristallina e leggera. Tutte le volte che Elisa lo ha cantato si è commossa e questa tensione espressiva ha reso l’esecuzione davvero intensa ed emotiva. Siamo partiti insieme, lei alla voce io alla mandola. Ho subito aggiunto il violino, passato attraverso un harmonizer, in modo che avesse un suono straniante, sospeso, com’è sospeso tutto il brano. Ho usato delle piccole percussioni come la kalimba e poi l’orchestra d’archi per far sì che il finale volasse ancora più alto.”

3.  LUCIANO LIGABUE – INCONTRO

“Incontro è presente anche in Radiofreccia. Ligabue fa parte di quella pattuglia di cantautori emiliani per i quali Guccini è stato veramente importante. Ho cercato di costruire tutto l’arrangiamento intorno alla voce di Luciano. Incontro è una “tipica” canzone gucciniana con tante strofe, una dopo l’altra, come se fosse una lettera scritta, senza ritornello e variazioni melodiche. Ho voluto rispettare questa ispirazione, legata ai songwriter americani, accompagnandola con chitarre acustiche, con il violino e l’armonica a bocca. Ho lasciato che fosse la voce di Luciano a raccontare, aggiungendo qua e là solo qualche colore e il profilo dell’orizzonte.”

4.  CARMEN CONSOLI – SCIROCCO

“Scirocco è uno dei brani armonicamente più ricchi dell’intero album. Ritmicamente interessante e pieno di luce. Sentivo quindi il bisogno di un’interprete che riuscisse a essere intensa e contemporaneamente leggera, per questo Carmen Consoli mi è subito sembrata adatta. È stato divertente suonare il violino su e giù per gli accordi, inseguendo la voce e quel lontano, misterioso profumo di Sud America.”

5.  GIULIANO SANGIORGI

“Con Giuliano Sangiorgi ci siamo subito trovati d’accordo sul brano Stelle, ancora di più perché proprio in quei giorni nasceva sua figlia, Stella. È una canzone che spicca per originalità nell’intero repertorio di Francesco, eterea e a tratti davvero “siderale”. Tutto quello spazio mi è sembrato perfetto per la voce di Giuliano e per la sua innata capacità di volare alto. Qua e là mi sono divertito a raddoppiarla e triplicarla con il vocoder, lo strumento più “lunare” che io abbia mai suonato!”

6.  NINA ZILLI – TANGO PER DUE

“Pur avendo un approccio alla musica molto moderno e molto soul, Nina Zilli ha anche la vocalità rotonda e ammaliante delle grandi interpreti italiane. Il suo stile da diva di altri tempi mi sembrava perfetto per Tango per Due, e infatti ha accettato subito entusiasta. Il tango andava rispettato, certo! Ma quello delle balere d’altri tempi, dove si suonava, si ballava e ci si corteggiava lontani da tutti e da tutto. Sognando di essere mille miglia lontano, di là dal mare.”

7.  BRUNORI SAS – VORREI

“Quando ci siamo incontrati per parlare di questo progetto Dario Brunori sembrava un po’ dubbioso, non tanto all’idea di partecipare a un omaggio a Francesco Guccini, quanto preoccupato di riuscire a trovare un brano adatto alla sua vocalità da cantastorie intimista e un po’ svagato. Per fortuna Vorrei gli è piaciuto subito: non è stato necessario neppure terminare il primo ascolto. Questo racconto intimo e quasi sussurrato fatto di grandi sogni e piccole cose quotidiane sembrava scritto per lui. È bastato un arrangiamento lieve, pareti vicine e finestre luminose, per permettergli di sentirsi a casa, raccontare ed emozionarci.”

8.  MALIKA AYANE – CANZONE QUASI D’AMORE

“Malika Ayane sapeva fin dall’inizio di voler interpretare Canzone quasi d’amore, perché, a suo dire, è stata la colonna sonora della sua adolescenza. L’ho immaginata come un discorso tra sé e sé, come un bilancio, raccontato sottovoce, del proprio passato e del proprio presente, fatto di tante domande e di poche certezze. L’introduzione, voce e chitarra, è stata registrata in diretta, senza preoccuparci di tempo e velocità, il resto dell’arrangiamento ho voluto affidarlo al pianoforte e all’orchestra d’archi di modo che la bellezza e il fascino della melodia del brano emergessero a pieno.”

9.  FRANCESCO GABBANI – QUATTRO STRACCI

“Quattro Stracci è un pezzo che ha un’ispirazione folk americana, con un testo abbastanza combattivo e profondamente critico nei confronti della persona a cui è rivolto. È come se fosse un brano un po’ “da strada” e Francesco Gabbani, che ha una vocalità comunicativa e diretta, mi sembrava l’interprete perfetto. Nell’arrangiamento ho voluto rispettare questo mood usando chitarre lap steel e varie chitarre acustiche tra le quali una Stella, realizzata da un produttore italiano agli inizi del secolo scorso, spesso usata dai bluesmen americani, con una accordatura particolare. Su questo impasto sonoro Francesco ha navigato perfettamente a suo agio, mescolando swing, ritmo e quel tanto di pungente ironia che serve quando ci si toglie qualche sassolino dalle scarpe!”

10.  LUCA CARBONI e SAMUELE BERSANI – CANZONE DELLE OSTERIE DI FUORI PORTA

“Canzone delle Osterie di Fuori Porta è stato scelto personalmente da Luca Carboni e Samuele Bersani, entrambi bolognesi doc. All’inizio ero un po’ spaventato, perché trattandosi di una canzone con una struttura compositiva tipica da cantastorie, con tante strofe senza ritornello, sarebbe stato davvero difficile da arrangiare. Avere due voci così personali e affascinanti che si alternano mi ha certamente aiutato a mantenere viva l’attenzione sul testo, per tutta la durata dell’esecuzione. Questa volta mi è sembrato appropriato e divertente usare una sezione di fiati, per donare fascino e swing all’intero racconto. Luca e Samuele sono riusciti perfettamente a farci immaginare due avventori d’osteria, seduti al tavolo con il bicchiere di vino, che ci raccontano un po’ della loro vita.”

11.  MARGHERITA VICARIO – NOI NON CI SAREMO

“Uno degli obiettivi di questo progetto era far conoscere Guccini a un pubblico più giovane, e in quest’ottica mi è venuto naturale proporre Noi Non Ci Saremo a Margherita Vicario. È uno dei primi pezzi che ha scritto Guccini, un testo molto legato agli anni ‘60, alla cultura beat e, soprattutto, alla paura del disastro nucleare, tipica di quegli anni. Margherita l’ha interpretato con la sua voce limpida, l’innocenza, la solarità e l’energia che molti giovani come lei hanno. Ho voluto usare un mix di strumenti acustici ed elettronici, batterie picchiate e accenni di neofolk, usare, insomma, un linguaggio che potesse risultare famigliare a un coetaneo di Margherita.”

12.  MANUEL AGNELLI e MAURO PAGANI – L’AVVELENATA

“L’Avvelenata è uno di quei brani che per le sue parole, meravigliosamente franche e coraggiose, molti colleghi hanno cantato o vorrebbero cantare. Ho subito pensato a Manuel Agnelli, per il rigore che ha sempre dimostrato nel difendere le sue scelte artistiche. Quando gliel’ho proposto, però mi ha obiettato che trattandosi di un brano molto lungo, sarebbe stato più adatto a un duetto. “Eccomi qua!” gli ho subito risposto. Da un po’ anche io stavo cercando un brano adatto a me e mi è sembrata un’occasione da non perdere. Così l’abbiamo fatto insieme. Mi ha molto divertito iniziare l’arrangiamento con un quartetto barocco con flauto dolce, fagotto, corno inglese e oboe, poi arrivano le chitarre rumorose e incazzate, come era giusto che fosse in un brano come questo. Così come trovo giusto che il primo capitolo di Note di Viaggio, finisca con le parole: ho tante cose ancora da raccontare, per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto.”

NOTE DI VIAGGIO

capitolo 1: venite avanti…

 

TRACKLIST

 

  1. Natale a Pavana – Francesco Guccini
  2. Auschwitz – Elisa
  3. Incontro – Ligabue
  4. Scirocco – Carmen Consoli
  5. Stelle – Giuliano Sangiorgi
  6. Tango per Due – Nina Zilli
  7. Vorrei – Brunori Sas
  8. Canzone Quasi d’Amore – Malika Ayane
  9. Quattro Stracci – Francesco Gabbani
  10. Canzone delle Osterie di Fuori Porta – Luca Carboni e Samuele Bersani
  11. Noi non ci saremo – Margherita Vicario
  12. L’avvelenata – Manuel Agnelli e Mauro Pagani

NATALE A PAVANA

INEDITO

Parole di Francesco Guccini Musica di Mauro Pagani

Del volte i m’arcordo quíi Nadali (quand’i ero un bambin):

la sfrúmmia del vacanze, dla valísglia, al sconsummo dla strada a la stazion

(a pée, ma alora a s’ caminava verodío) e me babbo davanti con al peso

e mí e mé madre ‘d dré.

“Modna, stazion ‘d Modna”

E ‘na zízzola (maremma can) col braghe corte, e ‘na nebbia (diolai) ch’a t’inzupava

al córe, e t’a l’ stricava

per avertase quando ‘d sovr’al colle l’aparizion dla Madonna su a San Lucca a t’ disgeva ch’l’era ariva’ Bologgna. (Babbo, perché noialtri

A ‘n se sta ed ca’ a Bologgna? Eee, magara!)

E po’ piazale Ovest,

ghiggne e chiàccare con vosgi che col treno già i m’ portavan’ ed colpo su i mée monti el sudava al vapore e quando ed rado lascia’ cl’altra stazion

s’entrava in galería

al fummo a s’inflitrava int al vagon

e a l’ rempiva i polmon e s’a t’ sopiavi al naso l’era móccio e carbon.

E neve, tanta neve, bianca e fina,

E neve, tanta neve fin a la Venturina.

(D’ed d’là dal fiumme a i era Al monte dla mé Pavna,

la sóo magia

e la mé forza e la mé fantasia) Giò dal treno, Ziarina,

la c’aspetava, l’era anda’ a comprare l’anguilla dla vigília

Ziarina disgeva:

“via, via, ch’l’è belle buíio!”

(per Nadale la notte la vén presto) E via che ‘d strada, tanta,

a i né ancora da fare

(a pée, ma l’era tutt’un caminare) Cla strada belle fatta tante volte Fra dóo montaggne ‘d neve.

E in ca’ i i’eren tutti, Nonnamabília a i era, Ziorico, Nonnopietro, e Ziateresa,

con i taselli ‘d tavole ‘d castaggno

e i sacchi amontina’ lí’d fianco a i muri e l’acqua ch’la scoreva dal botaccio per far andar el masg’ne,

per tridare el castaggne, robbanera, frumento e formenton. Che gran savore ‘d bón!

L’era, l’era ca’ mia,

i ero torna’ a ca’ mia, al me fiumme,

ai mée monti, al mé mondo e Modna, e la só torre, l’eran armaste un soggno, soltanto un brutto soggno, che al Limentra

c’ la piéna d’inverno. a l’portava via

L’era, l’era ca’ mia,

i ero torna’ a ca’ mia, al me fiumme,

ai mée monti, al mé mondo e Modna, e la só torre, l’eran armaste un soggno, che al Limentra

a l’portava via.

“Avrei voluto, qualche tempo fa, scrivere una storia che non ho poi scritto ma che ora voglio raccontarvi.

Immaginavo due peones messicani, guerriglieri con Francisco Pancho Villa o con Emiliano Zapata. I due soldaderos, reduci da un combattimento, si stanno rilassando bevendo tequila, passandosi una bottiglia. Uno dei due prende una chitarra e canta una canzone, Cielito Lindo, dicendo che si tratta di una creazione sua. All’altro quel brano piace molto e lo fa cantare e ricantare al collega, finché non l’impara. Il giorno dopo c’è un altro scontro, ma il chitarrista non torna a riposarsi, forse è morto in battaglia. C’è però l’amico che, imbracciata la chitarra, intona, per un gruppetto di combattenti attorno a lui, Cielito Lindo, e il motivo si diffonde, altre persone lo conoscono e lo portano in giro.

So bene che la canzone non è del tutto popolare, è stata scritta nel 1882 da Quirino Mendoza y Cortez, ma l’andamento del testo e della musica è come se fosse di origine popolare, e così Cielito Lindo si è sparsa in tutto il mondo, ha traduzioni in diverse lingue e viene ancora oggi cantata da allegre brigate di amici che, dopo una buona mangiata e una robusta bevuta, con voci un poco stonate si cimentano in appassionati Ayayayay, canta y no llores.

Tutto questo per dire che la canzone, una buona canzone, è oggetto misterioso, leggero e volatile, e però afferra la mente e il cuore di chi la esegue e di chi l’ascolta e, passando di bocca in bocca, supera lo spazio geografico e quello del tempo. Avevo scelto Cielito Lindo come esempio di canzone popolare capace di viaggiare ovunque e comunque, proprio come è accaduto a certe ballate, ignoti gli autori, nate nel centro Europa, passate in Inghilterra e da lì discese in Italia alla fine del ‘500: la melodia è cambiata ma la storia, sebbene modificata, è quella, simile all’originale. Un bel salto nel tempo e nello spazio.

Perché la canzone è una sorta di gibigianna, e cioè riflesso di luce su una superficie, non sta ferma, si allarga, viaggia, conquista territori e persone, con trame che sfuggono, attraverso passaggi che ignori… Perché la canzone è magia, un fenomeno continuamente migrante.”

Francesco Guccini