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Teatro San Carlo: conto alla rovescia per il nuovo Sovrintendente. Si candida Roberto Race

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NAPOLI, 09 MARZO 2015 – È iniziato il conto alla rovescia per la presentazione delle candidature per la Sovrintendenza del Teatro San Carlo di Napoli. Si chiude infatti mercoledì 11 marzo alle 12 il termine ultimo per la selezione del sovrintendente al massimo napoletano e ed arriva una candidatura che, pur nascendo come una provocazione, sta creando grande dibattito tra gli addetti ai lavori. Teatro prima sull’orlo del fallimento poi commissariato, il San Carlo di Napoli non trova pace. In questi giorni il dibattito si è spostato sulla scelta del Sovrintendente.

In una lettera aperta ai media l’esperto in management delle organizzazioni culturali e per il sociale Roberto Race ha annunciato la sua candidatura. Esperto in comunicazione, Race è uno dei principali esperti italiani di management delle organizzazioni culturali e per il sociale. E’ trustee e direttore della fondazione inglese World for People e segretario generale del think thank Competere.eu.

Nella lettera Race si dichiara pronto a “presentare un progetto strutturato per il rilancio del Teatro”. “Ripensare il San Carlo – spiega – vuol dire contribuire a ripensare il ruolo di Napoli nel Paese”. Per farlo occorre promuovere la partecipazione dei privati: “più si darà una prospettiva internazionale al Teatro e sarà chiara la governance, più sarà possibile coinvolgere le migliori realtà del territorio e grandi aziende internazionali”. A tal riguardo occorre tuttavia superare la logica delle sponsorizzazioni, giudicata ormai desueta. “Bisogna – sottolinea Race – proporre business virtuosi, sostegni duraturi ed economicamente importante a fronte di iniziative profittevoli, pur nella specificità di un altissimo prodotto culturale, in grado di apportare alle aziende sostenitrici un valore aggiunto non solo morale”.

“Perché – continua Race nella lettera- presento la mia candidatura? Mi permetta innanzitutto di presentarmi. Sono un giornalista professionista e comunicatore prestato al management culturale da alcuni anni (mi sono tra l’altro laureato con una tesi in Economia dei Beni Culturali) e vedo con grande interesse un progetto di rilancio del Massimo Napoletano. Credo infatti che il San Carlo, non solo come ente ma per tutto quello che rappresenta, sia uno dei più importanti asset della Città e che la scelta del nuovo Sovrintendente dovrà tener conto di un progetto strutturato per l’Ente lirico che sappia guardare lontano e partecipare al rilancio della “Capitale del Mezzogiorno” (sempre che si voglia continuare ad avere quest’ambizione…).

Perché ripensare il San Carlo vuol dire contribuire a ripensare il ruolo di Napoli nel Paese.”
Race da uomo d’azienda puntualizza poi come sia importante che la scelta del nuovo sovrintendente coincida con la definizione di un progetto del Massimo napoletano: “Sarà importante per tutti i candidati-continua Race- conoscere quali sono la Vision, la Mission, gli Obiettivi di breve medio e lungo termine che il Comitato d’Indirizzo ha dato all’Ente. E’ importante infatti per ognuno di noi, e forse anche per tutti gli italiani, sapere se il San Carlo si candida ad essere solo un Teatro importante di un capoluogo di regione o vuole essere qualcosa in più: vuole, in un arco di tempo da definire, aspirare a essere nelle classifiche internazionali dei Teatri lirici tra i primi cinque o dieci per qualità della programmazione, come lo è già per la sua bellezza e per la sua storia.

La Vision serve proprio a questo: a indicarci il traguardo che l’impresa culturale San Carlo si propone di conseguire. Conoscere la Mission ci consente di sapere, tra l’altro, di quali risorse si potrà disporre. Gli Obiettivi sono di fatto le tappe intermedie che potranno gradualmente trasformare in realtà, in utopia possibile, il sogno rappresentato nella Vision.

Mia intenzione, se il Consiglio d’Indirizzo convocherà i candidati per i colloqui, è di presentare un progetto strutturato per il rilancio del Teatro. Per farlo, peraltro, torno a chiedere: quali sono la Vision, la Mission e gli Obiettivi che si è dato il Comitato d’Indirizzo e che ha condiviso con i suoi stakeholders, a partire dai lavoratori?
Chi andrà a guidare il San Carlo avrà un compito non semplice. L’esiguità delle risorse è ormai una certezza ed è chiaro che, se si vorrà dar vita a un progetto di rilancio di lunga durata, bisognerà farlo coinvolgendo gli imprenditori e facendo fare un passo indietro alla politica. Più si darà una prospettiva internazionale al Teatro e sarà chiara la governance, più sarà possibile coinvolgere le migliori realtà del territorio e grandi aziende internazionali.”

E gli imprenditori interessati a supportare il San Carlo come sottolinea Race non mancano: “Negli ultimi mesi – conclude la lettera- imprenditori come Marco Zigon della Getra, Luciano Cimmino di Yamamay, e il Presidente Nazionale dei Cavalieri del Lavoro Antonio D’Amato della Seda hanno annunciato la loro disponibilità a supportare il rilancio con un business plan di visione e un piano di marketing in grado di posizionare il Teatro tra i primi dieci al mondo in pochi anni.

A loro il nuovo Sovrintendente dovrà dare delle risposte. Dovrà riuscire a coinvolgerli sapendo che da loro non si va solo a bussare cassa, immaginando modelli di sponsorizzazione ormai vecchi, ma bisogna proporre business virtuosi, sostegni duraturi ed economicamente importante a fronte di iniziative profittevoli, pur nella specificità di un altissimo prodotto culturale, in grado di apportare un valore aggiunto alle aziende sostenitrici non solo morale.”

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Questa la lettera aperta inviata ai media:

Gentile Direttore,
Le segnalo che ho deciso di espletare la procedura per acquisire manifestazioni di interesse per la selezione del nuovo Sovrintendente del Teatro San Carlo di Napoli (a questo link il comunicato del Teatro http://www.teatrosancarlo.it/files/PDF/Manifestazione%20di%20interesse%20Sovrintendente.pdf).

Perché presento la mia candidatura? Mi permetta innanzitutto di presentarmi. Sono un giornalista professionista e comunicatore prestato al management culturale da alcuni anni (mi sono tra l’altro laureato con una tesi in Economia dei Beni Culturali) e vedo con grande interesse un progetto di rilancio del Massimo Napoletano. Credo infatti che il San Carlo, non solo come ente ma per tutto quello che rappresenta, sia uno dei più importanti asset della Città e che la scelta del nuovo Sovrintendente dovrà tener conto di un progetto strutturato per l’Ente lirico che sappia guardare lontano e partecipare al rilancio della “Capitale del Mezzogiorno” (sempre che si voglia continuare ad avere quest’ambizione…).

Perché ripensare il San Carlo vuol dire contribuire a ripensare il ruolo di Napoli nel Paese.
Il Teatro San Carlo, già inserito dall’Unesco tra i monumenti considerati Patrimonio dell’Umanità, è il più antico d’Europa ma anche il più bello del mondo, stando alla graduatoria di bestfive.it , presentata qualche giorno fa, seguito dal Bolshoi di Mosca e dall’Opéra Garnier di Parigi.

Un primato che, tra l’altro, va ad aggiungersi ad una miriade di onori e riconoscenze già ricevute dal Massimo partenopeo. Per restare a un esempio recente, lo scorso anno il National Geographic apprezzò le architetture interne ed esterne, le pregiate decorazioni, gli affreschi e i tipici drappi di velluto rosso. Lo staff del popolarissimo magazine di scienze e culture ne fu così conquistato da collocare il San Carlo al di sopra di altre storiche strutture, come la Scala di Milano e tanti altri teatri di fama mondiale.

Sarà importante per tutti i candidati conoscere quali sono la Vision, la Mission, gli Obiettivi di breve medio e lungo termine che il Comitato d’Indirizzo ha dato all’Ente. E’ importante infatti per ognuno di noi, e forse anche per tutti gli italiani, sapere se il San Carlo si candida ad essere solo un Teatro importante di un capoluogo di regione o vuole essere qualcosa in più: vuole, in un arco di tempo da definire, aspirare a essere nelle classifiche internazionali dei Teatri lirici tra i primi cinque o dieci per qualità della programmazione, come lo è già per la sua bellezza e per la sua storia.

La Vision serve proprio a questo: a indicarci il traguardo che l’impresa culturale San Carlo si propone di conseguire. Conoscere la Mission ci consente di sapere, tra l’altro, di quali risorse si potrà disporre. Gli Obiettivi sono di fatto le tappe intermedie che potranno gradualmente trasformare in realtà, in utopia possibile, il sogno rappresentato nella Vision.

Mia intenzione, se il Consiglio d’Indirizzo convocherà i candidati per i colloqui, è di presentare un progetto strutturato per il rilancio del Teatro. Per farlo, peraltro, torno a chiedere: quali sono la Vision, la Mission e gli Obiettivi che si è dato il Comitato d’Indirizzo e che ha condiviso con i suoi stakeholders, a partire dai lavoratori?
Chi andrà a guidare il San Carlo avrà un compito non semplice. L’esiguità delle risorse è ormai una certezza ed è chiaro che, se si vorrà dar vita a un progetto di rilancio di lunga durata, bisognerà farlo coinvolgendo gli imprenditori e facendo fare un passo indietro alla politica. Più si darà una prospettiva internazionale al Teatro e sarà chiara la governance, più sarà possibile coinvolgere le migliori realtà del territorio e grandi aziende internazionali.
Negli ultimi mesi imprenditori come Marco Zigon della Getra, Luciano Cimmino di Yamamay, e il Presidente Nazionale dei Cavalieri del Lavoro Antonio D’Amato della Seda hanno annunciato la loro disponibilità a supportare il rilancio con un business plan di visione e un piano di marketing in grado di posizionare il Teatro tra i primi dieci al mondo in pochi anni.

A loro il nuovo Sovrintendente dovrà dare delle risposte. Dovrà riuscire a coinvolgerli sapendo che da loro non si va solo a bussare cassa, immaginando modelli di sponsorizzazione ormai vecchi, ma bisogna proporre business virtuosi, sostegni duraturi ed economicamente importante a fronte di iniziative profittevoli, pur nella specificità di un altissimo prodotto culturale, in grado di apportare un valore aggiunto alle aziende sostenitrici non solo morale.
Gentile Direttore, forse mi sono dilungato e me ne scuso, ma credo che il dibattito debba spostarsi dai nomi del potenziale Sovrintendente al programma di rilancio del Teatro.

Cordiali Saluti
Roberto Race

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