Approfondimenti/Inchieste

Pillole di Storia e Politica dell’Integrazione europea: 2) Geografia

 

Il termine Europa, in senso geografico, è stato usato fin dall’antichità, delineando territori e confini diversi, in epoche successive. In epoca greca e romana l’Europa era un termine geografico indefinito, che comprendeva tutte le terre bagnate dal Mediterraneo. Nella ricostruzione del geografo ionico Ecateo di Mileto, uno dei più antichi logografi ionici (550- 480 a.C.), il limite occidentale del mondo greco erano le Colonne d’Ercole, a nord vi erano le sconosciute regioni iperboree (i greci, infatti, non conoscevano i confini settentrionali del continente); il limite orientale era l’«Asia» (nel suo significato antico di Anatolia o Asia Minore). Nell’Europa erano compresi anche l’Egitto e la Libia. È probabile che la carta di Ecateo sia stata basata su una riproduzione di quella di Anassimandro.

Contro tale posizione si scaglia Erodoto (V. secolo a. C.). Nei suoi scritti lo spazio geografico che lui chiama Europa (Εὐρώπη = superficie ampia), non è ben delineato. Ad occidente i confini sono incerti, ma si fa riferimento ad un mare settentrionale in cui sembrerebbero essere presenti delle isole. Ad oriente, sarebbe divisa dall’Asia dal fiume Fasi. Molti secoli dopo, i cartografi russi, fissarono il confine orientale dell’Europa alla catena degli Urali, nello specifico al km 1777 della Transiberiana, dove si può osservare un obelisco munito di due frecce, una indicante la direzione dell’Asia, l’altra dell’Europa. Riflettendo sull’idea di un’Europa unita la difficoltà, dal punto di vista della geografia fisica, di delimitare ad est l’Europa, ha condizionato in tal senso il suo destino.

La diversità nei climi, negli habitat, hanno determinato la sua naturale frammentazione in regioni geografiche, giustificando così la nascita degli Stati Nazioni. Ciò significa che, non è alla geografica che i sostenitori di un’Europa unita si sono potuti affidare, bensì alla storia e alla cultura. Infatti, se l’Europa geograficamente non presenta una connotazione unitaria, lo è sotto il profilo dell’evoluzione storico-politico. Basti pensare che la civiltà europea è un fenomeno unitario, che trae le sue origini dalle comuni radici delle culture classiche e giudaico-cristiane. Sono quest’ultime che hanno conferito alla civiltà europea il suo carattere universale.

Rosy Merola

Rosy Merola

Definisco il mio percorso professionale come un “volo pindarico” dalla Laurea in Economia e Commercio al Giornalismo. Giornalista pubblicista, Addetta stampa, Marketing&Communication Manager, Founder di SinergicaMentis. Da diversi anni mi occupo della redazione di articoli, note e recensioni di diverso contenuto. Per il percorso di studi fatto, tendenzialmente, mi occupo di tematiche economiche. Nello specifico, quando è possibile, mi piace mettere in evidenza il lato positivo del nostro Made in Italy, scrivendo delle eccellenze, start-up, e delle storie di uomini e donne che lo rendono speciale. Tuttavia, una tantum, confesso di cadere nella tentazione di scrivere qualcosa che esula dalla sfera economico-finanziaria (Mea Culpa!). Spaziando dall'arte, alla musica, ai libri, alla cultura in generale. Con un occhio di riguardo nei confronti dei giovani esordienti e di quelle realtà che mi piace definire "startup culturali". Perché, se c'è una frase che proprio non riesco a digerire è che: "La cultura non dà da mangiare". Una affermazione che non è ammissibile. Soprattutto in Italia.