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Amadeus per la prima volta all’Arena di Verona con “Arena ’60 ’70 ‘80”: «Sarà una grande festa»

(Amadeus, foto di Marco Rossi per Ufficio Stampa Rai)

«Saranno due serate di festa», così Amadeus ha introdotto – durante la conferenza stampa di presentazione (che si è svolta a Verona, in presenza e via zoom, il primo luglio) – “Arena ’60 ’70 ‘80”: due serate evento, il 12 e il 14 settembre 2021, per fare rivivere tre decenni di musica iconica.

Due appuntamenti che saranno trasmessi il 2 e il 9 ottobre su Rai 1 e che rappresentano la prima volta di Amadeus all’Arena nella “sua” Verona come conduttore e non solo. Infatti, sua è l’idea di far rivivere le hit che hanno segnato trent’anni di musica, portando le canzoni e i protagonisti originali laddove sono stati resi celebri. Concetto che ha ben puntualizzato Federico Sboarina, sindaco di Verona e Presidente della Fondazione Arena di Verona, durante la conferenza stampa di presentazione dei due spettacoli: «Quello che succederà all’Arena di Verona, a metà settembre, è qualcosa d’incredibile. Perché penso che ognuno di noi è cresciuto con una o più canzoni a cui collega un episodio particolare della propria vita. Gran parte di quelle canzoni hanno un minimo comune denominatore: hanno risuonato in tutta la loro bellezza e splendore all’interno dell’Arena di Verona. Il fatto di farle ritornare con gli artisti che le hanno lanciate, prodotte, cantate in quello che ormai è diventato un simbolo, un “tempio della musica”, ovvero l’Arena, credo sia qualcosa d’incredibile. Ovviamente, non poteva non essere Amadeus a costruire e a presentare le due serate evento».

Dopo il Primo cittadino di Verona, è intervenuto il direttore di Rai 1, Stefano Coletta (in collegamento via Zoom): «Sono davvero molto contento che quest’anno siamo riusciti a realizzare queste due serate in tale scenario davvero meraviglioso. Vedere le persone tra gli spalti, come è successo già con “Il Volo”, è davvero il significato di una ripresa che tante volte abbiamo invocato. Mi piace il fatto che, attraverso la memoria degli anni ’60, ’70 e ’80, si possa far vivere ai telespettatore due serate di leggerezza e di identità. Un programma che rappresenta un elogio a una biografia, quella di Amadeus, che rappresenta Rai 1. Lui si metterà anche in gioco nella città dove è cresciuto e dove ha avuto origine la sua carriera. Il tracciato narrativo di queste due serate, con tanti artisti e tante hit, sarà anche raccontare il percorso professionale di Amadeus. Siamo contenti perché Rai 1 aprirà l’autunno con queste due serate piene di ricordo ma anche di speranza e leggerezza».

Saranno, quindi, i racconti del padrone di casa Amadeus a fare da filo conduttore durante le serate. A tal riguardo, il presentatore si è soffermato su alcuni episodi del passato, parlando dei suoi esordi, del suo fortunato incontro con il padron del “Festival Bar”, Vittorio Salvetti che, a sua volta, gli aveva presentato Claudio Cecchetto. «Sono realmente emozionato. Abbiamo l’occasione di trascorrere due serate di festa, di gioia e di divertimento. Nel mio caso, anche due serate emotivamente importanti. Il mio rapporto con questa città è speciale. Sono arrivato qui con la mia famiglia all’età di sei anni dalla Sicilia (regione d’origine dei genitori di Amadeus, N.d.R). La mia avventura professionale – ha sottolineato Amadeus – è partita da Verona. L’amore per la radio è iniziata da una piccola radio locale che non esiste più che si chiamava “Blu Radio Star” di Borgo Venezia. Poi sono venute radio più importanti. Ma il mio sogno era legato a questo meraviglioso monumento che tutto il mondo ci invidia: l’Arena. Essendo un ragazzo cresciuto qui, non mi sono perso nemmeno una delle edizioni del “Festival Bar”. Il mio sogno, quindi, era condurlo. Grazie a Vittorio Salvetti, che per me è stato come un papà, sono riuscito a condurre cinque edizioni. Lui mi voleva in tutte le riunioni e, in un certo senso, mi ha insegnato un po’ tra virgolette la direzione artistica. Tuttavia, in quei cinque anni, io non ho mai fatto alcuna finale all’Arena di Verona. L’allora ministro dei Beni Culturali e Ambientali, Alberto Ronchey, aveva chiuso l’Arena di Verona ad ogni manifestazione che non fosse lirica, operistica. Ciò significa che io, a 59 anni, condurrò per la prima volta un mio programma all’Arena di Verona. Sono davvero felice».

Due serate di spettacolo dal retrogusto un po’ nostalgico.  Attraverso la musica si cercherà di fare rivivere un po’ la magia delle serate che si facevano all’Arena di Verona. Ad alternarsi sul palco, artisti leggendari e canzoni simbolo di quegli anni. Tra i nomi anticipati da Amadeus durante la conferenza stampa: gli Europe, il gruppo rock svedese reso noto dal brano “The Final Countdown” (canzone che ha preceduto l’inizio della conferenza stampa di “Arena ’60, ’70, ‘80”); Gazebo, star della disco con brani come “I Like Chopin” e “Masterpiece” e poi ancora Loredana Bertè e Patty Pravo, la coppia formata da Umberto Tozzi e Raf.

Come già in precedenza accennato, Amadeus non condurrà soltanto le due serate evento. Infatti, per “Arena ’60 ’70 ‘80”, tornerà nel ruolo del dj. Da dietro una consolle, che sarà uno dei nuclei fondamentali della scena, Amadeus farà ascoltare il suo repertorio da dj-vocalist, la sua playlist, un viaggio musicale articolato anche dai suoi incontri con gli ospiti.

Infine, i biglietti per assistere agli spettacoli sono disponibili sul circuito Ticketone i biglietti in prevendita

Rosy Merola

Rosy Merola

Definisco il mio percorso professionale come un “volo pindarico” dalla Laurea in Economia e Commercio al Giornalismo. Giornalista pubblicista, Addetta stampa, Marketing&Communication Manager, Founder di SinergicaMentis. Da diversi anni mi occupo della redazione di articoli, note e recensioni di diverso contenuto. Per il percorso di studi fatto, tendenzialmente, mi occupo di tematiche economiche. Nello specifico, quando è possibile, mi piace mettere in evidenza il lato positivo del nostro Made in Italy, scrivendo delle eccellenze, start-up, e delle storie di uomini e donne che lo rendono speciale. Tuttavia, una tantum, confesso di cadere nella tentazione di scrivere qualcosa che esula dalla sfera economico-finanziaria (Mea Culpa!). Spaziando dall'arte, alla musica, ai libri, alla cultura in generale. Con un occhio di riguardo nei confronti dei giovani esordienti e di quelle realtà che mi piace definire "startup culturali". Perché, se c'è una frase che proprio non riesco a digerire è che: "La cultura non dà da mangiare". Una affermazione che non è ammissibile. Soprattutto in Italia.