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Milano, Fondazione Mudima: Mostra “Julien Friedler” e presentazione dell’associazione “Spirit of Boz”

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Fondazione Mudima,

Via Tadino 26 – 20124 Milano

Mercoledì 28 ottobre, ore 18.30

Incontro

Julien Friedler / Spirit of Boz / La Foresta delle Anime

Azione collettiva

(Questionario della Foresta delle Anime da completare)

 

In occasione della mostra di Julien Friedler, Mania Boz, la Fondazione Mudima presenta l’associazione Spirit of Boz, supporto di un’azione che Julien Friedler intende condurre sviluppando un programma intitolato Be Boz Be Art, che comporta diversi settori di intervento e che contribuisce a divulgare, in tutto il mondo, nuove pratiche artistiche allo scopo di dar loro visibilità.

Il progetto Be Boz Be Art poggia su tre programmi che implicano la ricerca attiva di complicità dai talenti multipli, e l’incontro con realtà quotidiane molto lontane dalle nostre, la cui scoperta e approccio in un rispetto reciproco contribuiscono ad arricchire un’eterogeneità di espressione e di trasmissione, facendo nascere opportunità di scambi. È in questa consapevolezza e in questa convinzione che l’associazione Spirit of Boz conduce azioni partecipative che implicano l’impegno di persone dalle origini sociali più diverse, dalle provenienze geografiche più lontane.

– Give Up: Queste azioni rispondono ad alcuni criteri definiti dal programma Give Up, che raccoglie opere spontanee in occasione di viaggi (Ruanda, Togo, Messico…) nel corso dei quali l’équipe del Boz va incontro a culture e tradizioni che spesso gli sono totalmente sconosciute. Con le persone che lo desiderano, l’équipe raccoglie oggetti di uso comune, realizzazioni creative spesso a carattere tribale, e colleziona ogni oggetto rilevante, di significato particolare. L’accumulazione di queste espressioni partecipa a un fondo «di opere» che appartengono al concetto Be Boz Be Art, e costituiscono gli elementi di una collezione eteroclita, vitale ed esplosiva.

– Le Clochard Céleste costituisce un’altra sezione del programma Be Boz Be Art, che ci porta dalle strade di Bruxelles, alle periferie di Giacarta o sui sentieri del Ruanda, a contatto con i più poveri, i bambini delle strade, gli esclusi delle città prospere. Questa «azione» consiste nel dare i mezzi e gli strumenti propizi a un’espressione artistica a persone in situazione di disagio o di precarietà, suscitando in esse un gesto liberatorio, spontaneo, impulsivo i cui risultati spesso si avvicinano a opere di art brut. Queste realizzazioni infatti rientrano nella simbologia della testimonianza nata dal profondo dell’animo senza ricorso ai cliché dell’arte e risuonano in eco al furore del mondo, secondo tecniche e mezzi di espressione propri a ognuno. Dall’indigenza scaturisce la fiamma dell’innocenza, dalla sofferenza nasce un atto di sopravvivenza.

La Forêt des Âmes Friedler, attraverso il suo progetto del Boz, intende raccogliere i fremiti emersi dall’inconscio delle persone, che egli ama esplorare e di cui segue i meandri attraverso il terzo programma di Be Boz Be Art intitolato La Forêt des La Forêt des Âmes, La Foresta delle anime. Questo origina delle risposte a un questionario, espressione di sei domande:

  1. Dio esiste?
  2. Come possiamo caratterizzare questa epoca?
  3. Come vede l’avvenire?
  4. Lei è felice?
  5. La sessualità è importante?
  6. Io chi sono?

Domande che possono sembrare banali, ma che sono al cuore della nostra costruzione sociale; esse sono al centro di preoccupazioni esistenziali che costituiscono il motore dello sviluppo delle nostre culture. L’équipe di Spirit of Boz viaggia in tutto il mondo per distribuire e raccogliere questi questionari. Dal Togo all’Amazzonia, passando per gli Stati Uniti, l’Indonesia, la Ruanda, l’Argentina, il Belgio, il Tibet, la foresta delle anime si arricchisce di incontri, di prolungamenti inattesi. Essa è divenuta il cuore di un dispositivo artistico, di un movimento di cercatori d’arte. Intrapresa nel 2006, si presenta all’inverso della nostra concezione del tempo: lo svolgimento del Tour du Boz è previsto in 80 anni. Il questionario ha lo scopo di privilegiare l’incontro. Le risposte a queste domande, preziosamente conservate, costituiranno la sostanza stessa dell’opera. Infatti, tutti i questionari saranno racchiusi in casse che saranno poi impilate in colonne; ogni colonna materializza un albero. Dalla moltiplicazione degli alberi emergerà una foresta. Una foresta di anime. La foresta delle anime è prima di tutto movimento. Uno slancio verso l’altro e verso sé, un’opera che si fa, nel corso degli scambi, vero e proprio laboratorio dell’incontro.

Con la partecipazione di Julien Friedler, Sonia Bressler, Carmen Ferreyra e Dominique Stella.

 

Informazioni

Fondazione Mudima

Tel: 0229409633