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Primo grande successo per Sara Coratella

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ERCOLANO (NA), 15 APRILE 2016 – Il 13 Aprile presso le Scuderie di Villa Favorita, ad Ercolano, si c’è stata la prima mostra fotografica di Sara Coratella. La sua prima mostra fotografica dal titolo “Lost in Translation” è stata un vero e proprio successo.

Sara, giovane fotografa napoletana di 19 anni ha vissuto il suo primo contatto con il pubblico ed è stato subito emozionante.

“Lost in Translation” è la sua prima mostra, una nuda e cruda storia d’amore, vissuta nella quotidianità di quattro mura, fatta di incomprensione e di continua ricerca di connessione tra i due protagonisti, lei, Sara, – la quale è solita posare per sé stessa e per altri fotografi – e Carlo Curti, studente di Farmacia nonché persona particolarmente vicina all’artista. Ciò che questi scatti vogliono raccontare, è lo scontro che avviene nell’incontro – fisico e mentale – tra due persone che si amano, ma che non riescono a tradurre in parole e gesti ciò che provano, perdendosi in un circolo vizioso e confuso senza via d’uscita. L’intero progetto è stato scattato in una sola giornata di shooting, tutto in luce naturale e con l’ausilio di telecomandini remoti e più treppiedi. Al trucco e alla pittura – vera protagonista degli scatti -ha collaborato invece Livia Dibenedetto, studentessa di Scenografia e amica di vecchia data della fotografa.

“Per me è stata un’esperienza a dir poco emozionate – ha dichiarato Sara Coratella – oltre che ovviamente piuttosto stressante. La mia giovane età e la conseguente mia inesperienza ha fatto sì che sottovalutassi diversi aspetti. A questo, poi, sicuramente non hanno giovato i miei impegni scolastici e l’evidente ansia da prestazione. Ma quando finalmente ho esposto, ed ho visto tutte quelle persone venute a vedermi, ho dimenticato tutto. Sono molto felice di come sia andata e devo dire che il feedback che ho ricevuto da ognuno di queste persone è stato più che positivo. Sono rimasti tutti colpiti dal tema trattato e da come io e Carlo siamo riusciti a trasmettere delle emozioni così difficili da raffigurare”.