CulturalMentisMusicalMentisVoci dal Territorio

Fondazione Arena ricorda Renata Scotto

(1965, La Traviata, Scotto, foto Bisazza-Archivio Storico Fondazione Arena di Verona)

 

A nome di tutta la Fondazione Arena di Verona, il Sovrintendente Cecilia Gasdia esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Renata Scotto, avvenuta stamattina all’età di 89 anni.

Nata a Savona il 24 febbraio 1934, studiò canto nella propria città e a Milano, debuttando ancora giovanissima in un repertorio estremamente vasto che ne avrebbe contraddistinto tutta la lunga e fortunata carriera: in pochi mesi passò dall’esordio come protagonista de La Traviata nella città natale al debutto alla Scala ne La Wally con Tebaldi, Del Monaco e Giulini. Da interprete di riferimento nel repertorio lirico e leggero, spesso documentata anche da registrazioni discografiche, negli anni ’70 si dedicò maggiormente a parti più spinte, sino al drammatico, affrontando oltre 60 ruoli da Bellini a Schönberg, da Verdi a Puccini alla Giovane Scuola e Strauss, prevalentemente da protagonista, su tutti i palcoscenici più importanti del mondo. Si cimentò nella regia in occasioni selezionate dagli anni ’80 e dal 1997 nell’insegnamento presso diverse istituzioni, fra cui l’Opera Studio di S. Cecilia a Roma di cui era Accademica, in Italia e all’Estero, dalla Scala alla Juilliard School. 

Il rapporto con l’Arena di Verona è stato frequente, costante e ripagato da grandi successi e affetto di pubblico: vi debuttò nel 1961 come Micaela in Carmen (accanto a Simionato, Corelli e Bastianini); nel 1964 fu Mimì ne La Bohème con Raimondi e Vinco; l’anno dopo fu Violetta ne La Traviata diretta da Molinari Pradelli per la regia di Sandro Bolchi; fu di nuovo stella del cartellone 1966 come Gilda in Rigoletto accanto a Cappuccilli e Aragall; nel 1968 tornò come Lucia di Lammermoor per Bolchi diretta da Gavazzeni; quindi nel 1970 fu di nuovo protagonista de La Traviata per Bolognini e Pizzi con Bergonzi e Zanasi; il successo delle 8 recite portò ad un recital straordinario a fine Festival presso il Teatro Filarmonico; nel 1973, oltre alla trionfale Bohème con Pavarotti, fece parte del quartetto vocale d’eccezione della Messa da Requiem di Verdi con Cossotto, Giaiotti e Cossutta diretta da Gavazzeni, replicata al Festival successivo anche in trasferta a Busseto. Dopo un lungo periodo in cui New York e il suo Metropolitan furono casa e scena d’elezione, Renata Scotto tornò in Arena nel 1987 come regista di una nuova Madama Butterfly (opera allora quasi inedita per l’ampio spazio areniano) di cui fu anche acclamata protagonista in un’ultima straordinaria recita di commiato. Docente e spettatrice attenta, vigile e presente, fu spesso ospite a Verona, salutata con un concerto speciale al Filarmonico nel 1997 accompagnata da Leone Magiera.

«Renata Scotto è una vera artista, e profonda conoscitrice della voce e del repertorio, dotata di tecnica, musicalità, personalità di rara potenza sempre al servizio degli autori e capace di commuovere il pubblico di tutto il mondo in ogni fase della sua lunghissima carriera   – commenta Cecilia Gasdia, Sovrintendente di Fondazione Arena. – A nome di tutti gli artisti e i lavoratori dell’Arena di Verona, desidero esprimere il nostro dolore per la perdita di una persona speciale e la immensa ammirazione all’artista che per tanti anni ha fatto grande nel mondo l’arte dell’opera e la storia del nostro Festival, dove ha calcato molte volte le scene, sempre circondata dall’affetto e dalla stima di un pubblico foltissimo, gli stessi con cui la ricorderà sempre l’Arena di Verona».