Economia&Finanza

Banda Larga, Recchi (Telecom Italia) a Radio 24: “Non stiamo litigando, anzi abbiamo un piano totalmente allineato con gli obiettivi del Governo”

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ROMA. 16 GIUGNO 2015 – Non stiamo litigando per niente. Noi abbiamo un piano totalmente allineato con gli obiettivi del Governo, l’obiettivo è portare la banda a velocità alta in tutte le case degli italiani”. Così si è espresso Giuseppe Recchia, Presidente di Telecom Italia, sulla diversità di vedute sulla Banda Larga tra Governo e Telecom Italia a Focus Economia di Sebastiano Barisoni su Radio 24.

Il Presidente di Telecom Italia Giuseppe Recchi ha poi spiegato a Focus Economia su Radio 24 come raggiungeranno gli obiettivi: “Stiamo cercando di spiegare qual è il modo migliore, più efficiente sia dal punto di vista dei costi e dei tempi, per questo ci mettiamo l’impegno e i soldi. Abbiamo fatto un piano industriale presentato alla comunità finanziaria già in corso che prevede 10 miliardi di investimenti nei prossimi tre anni e 3.5 miliardi in quest’anno che credo sia il più grande piano di investimenti mai fatto da un privato sicuramente di questi tempi in Italia in qualunque settore”.

Recchi ha continuato ai microfoni di Radio 24: “Si tratta di capire dove prima serve la più alta velocità, per spendere meno di quello che si spenderebbe andando a portare una velocità infinita in posti in cui in questo momento non è immediatamente necessario. Su questo sia noi che il governo stiamo cercando di sviluppare il piano industriale migliore, il famoso piano banda ultra larga”.

Una nuova IRI attraverso la Cassa Deposito Prestiti? Il riferimento all’IRI è un riferimento totalmente anacronistico. Così risponde Giuseppe Recchi, Presidente di Telecom Italia, ospite a Focus Economia su Radio 24, a Sebastiano Barisoni che gli chiede se teme che il Governo possa avere la tentazione di fare una nuova IRI attraverso la Cdp. E incalzato sull’eventuale timore di uno Stato troppo dirigista e interventista sulla banda larga Recchi replica: “No, i Piani del governo e dei privati sono totalmente complementari”.

Spiega poi il Presidente di Telecom Italia ai microfoni di Radio 24: “L’IRI ai tempi fu un’operazione virtuosa perché permise di creare grandi aziende e quindi di far partecipare un’economia che usciva disastrata dalla guerra alla competizione nel mondo con delle aziende dotate di muscoli sufficienti. Ma nel mondo d’oggi gli Stati non ragionano più così: nessuno stato oggi ha più risorse sufficienti per fare spending, per fare socializzazione della crescita senza tener conto della reddittività. Oggi tutti gli stati competono per risorse perché tutti gli stati hanno debiti pubblici tali da non permettere di fare in autonomia sviluppi infrastrutturali. Per cui gli Stati la cosa migliore che possono fare è stimolare gli investimenti privati, nazionali e internazionali.”

 

(Foto: key4biz.it)