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Art&Finance: “La benvenuta” di Gaetano Bellei (scheda di lettura)

 

Art&Finance dedica questo spazio a un pittore italiano dal talento evidente: Gaetano Bellei. Da bravo narratore figurativo – tratteggiando rughe di espressione, curando la mimica facciale, lo sguardo, la gestualità dei soggetti ritratti –, il pittore italiano è in grado di comunicare lo stato d’animo dei personaggi, coinvolgendo emotivamente l’osservatore. Spesso è la quotidianità del mondo contadino ad ispirare il pennello di Gaetano Bellei. In tale contesto, l’artista modenese riesce a esprimersi al meglio, esaltando la genuinità, la saggezza, la nobiltà delle persone umili. In estrema sintesi, un vero e proprio ritrattista degli affetti umani, come evidenzia il dipinto qui in esame: “La benvenuta”.

 

Titolo: La benvenuta
Autore: Gaetano Bellei (1857 – 1922)
Oggetto: Quadro/Dipinto
Data o periodo di realizzazione: 1882, sec. XIX
Dimensioni: 103,5 x 77 cm
Luogo di conservazione: Modena (MO), Emilia-Romagna – Italia  Collezione dei dipinti modenesi Assicoop-Unipol
Materiali: Tela
Tecnica: Pittura ad olio

 

Opera

Iconografia – Opere d’arte visiva. Pittura di genere. Donna anziana seduta con due bambine. Elementi architettonici/arredamento: sgabello in legno. Elementi della natura: ciliegie rosse, foglie. Altri elementi: cesto in vimini, sciarpa rossa indossato dalla bambina, accenno di foulard giallo e blu indossato dalla donna anziana.

Stile – La pittura di genere di Bellei, eseguita in maniera magistrale, è l’elogio dei personaggi umili. Dotato di una tecnica eccellente, con uno stile elegante e minuzioso, l’artista si mostra abilissimo a cogliere – attraverso la mimica facciale dei soggetti rappresentati – il mood dei personaggi che animano i suoi dipinti. Come avviene nel quadro qui trattato: una scena affettuosa e gioiosa tra nonna e nipotine.

Linguaggio – Gaetano Bellei utilizza un linguaggio artistico-narrativo efficace e accattivante, capace di arrivare al cuore dell’osservatore. Pittore degli stati d’animo, nell’opera in esame, l’artista modenese ferma sulla tela una scena di vita familiare tra una donna anziana (nonna) e due bambine (nipoti), la quale si svolge tra le mura domestiche. Un ambiente modesto, come si intuisce – oltre che dalle rughe di espressione e dalle mani da lavoratrice della donna anziana – dalla semplicità degli abiti dei tre soggetti rappresentati e dal legno un po’ consunto dello sgabello che si intravede in basso a destra di chi osserva il quadro. Ad essere “benvenuta”, è la nonna che – probabilmente – dopo una giornata di lavoro nei campi, rientra a casa con un cesto colmo di golose ciliegie. Una raccolta di frutti che, insieme al ritorno della nonna, rappresenta per le bambine un gradito dono, capace di trasformarsi in un caloroso benvenuto. Uno slancio di affetto nei confronti della donna anziana, accolta con abbracci e sorrisi reciproci. Le tre figure, nella parentesi di un abbraccio, occupano tutto lo spazio della tela di forma rettangolare. I colori sono brillanti, con una prevalenza delle cromie calde rispetto a quelle fredde. In particolare, i toni dell’ocra e della terra sono usati per la raffigurazione della donna anziana, forse per sottintendere ed evidenziare le origini umili di tale figura. Infatti, come si può notare, per la cute del viso e delle mani è stato usato un colore marrone aranciato, che conferisce alla pelle quell’aspetto di abbronzatura tipica dei contadini. Tonalità che sono state riprese anche per la rappresentazione degli abiti. Una nuance in netto contrasto con il colore chiaro-roseo dell’epidermide delle bambine. Così come sono in contrapposizione i colori scuri degli abiti della nonna rispetto a quelli freddi scelti per dipingere in maniera particolareggiata il vestitino a quadratini celesti con punte di bianco della bambina in primo piano. Di tale figura, colpisce anche la cura con cui Bellei ha rappresentato i capelli biondi raccolti in una treccia. In mezzo, tra la nonna e la nipote in primo piano, si affaccia la seconda nipote. Questa spicca per il rosso della sciarpa minuziosamente ritratta. Rispetto all’altra bambina dall’aspetto più giovane, la seconda è stata dipinta da Bellei con colori più caldi. La luce è artificiale, diretta ad illuminare – anche metaforicamente – i volti, gli sguardi, i sorrisi dei tre soggetti. Colori, luci ed ombre sono tutti strumentali al fine di narrare la scena e lo stato d’animo delle figure raffigurate. Oltre alla mimica facciale, il pittore dà un grande rilievo – anche simbolico – alle mani dei tre personaggi. In particolare, quelle della donna anziana, raffigurate in maniera impaccabile. Mani che, allo stesso tempo, conferiscono dinamicità al dipinto. Infatti, queste sono state disegnate in modo tale da dare l’impressione di voler trattenere il cesto di vimini (anche questo minuziosamente dipinto) colmo di ciliegie, al fine di evitare che – nello slancio dell’abbraccio delle due nipoti, che rafforza il concetto di dinamicità – finiscano per cascare e spargersi per tutto l’ambiente domestico. Così come è successo alle due ciliegie (rappresentate in basso a destra di chi osserva il dipinto) finite sullo sgabello di legno in cui è seduta la donna anziana. Ciò che arriva a chi osserva il quadro è un moto di gioia spontanea, che coinvolge e riscalda.

CHI. Artista

Biografia – Nato a Modena il 22 gennaio 1857, inizia la sua formazione artistica nell’Accademia delle Belle Arti di Modena, sotto la guida de l maestro Adeodato Malatesta. Dopo aver ottenuto il Pensionato artistico, si trasferisce a Roma. Qui rimane quattro anni durante i quali decide di frequentare l’accademia di San Luca, poi l’Accademia di Francia e, contemporaneamente, anche l’Accademia spagnola. Per un anno, nel 1883, frequenta Firenze, portando così a termine il Pensionato artistico. Questo suo viaggiare gli consente di venire a contatto con artisti, collezionisti, mercanti e mecenati di diverse nazionalità. Inizia così a lavorare su commissione. Nella prima fase della sua carriera si concentrò nella rappresentazione di scenette. Si espresse al meglio nella pittura di genere, nel rappresentare scene di vita domestica, abbracci tra nonni e nipoti, scene di gioco, personaggi intenti a consumare pasti frugali. Nella suo percorso artistico, trovò spazio anche la pittura a tema sacro. Morì a Modena il 20 marzo 1922

Aderenza ad una scuola – Si avvicina al simbolismo tedesco e alla tecnica del divisionismo. Nel corso della sua carriera sperimenta anche lo stile Liberty.

Sviluppo scientifico-tecnologico – La nota di romanticismo nel suo verismo estremo lo rendono un innovatore del suo tempo.

Rosy Merola

Rosy Merola

Definisco il mio percorso professionale come un “volo pindarico” dalla Laurea in Economia e Commercio al Giornalismo. Giornalista pubblicista, Addetta stampa, Marketing&Communication Manager, Founder di SinergicaMentis. Da diversi anni mi occupo della redazione di articoli, note e recensioni di diverso contenuto. Per il percorso di studi fatto, tendenzialmente, mi occupo di tematiche economiche. Nello specifico, quando è possibile, mi piace mettere in evidenza il lato positivo del nostro Made in Italy, scrivendo delle eccellenze, start-up, e delle storie di uomini e donne che lo rendono speciale. Tuttavia, una tantum, confesso di cadere nella tentazione di scrivere qualcosa che esula dalla sfera economico-finanziaria (Mea Culpa!). Spaziando dall'arte, alla musica, ai libri, alla cultura in generale. Con un occhio di riguardo nei confronti dei giovani esordienti e di quelle realtà che mi piace definire "startup culturali". Perché, se c'è una frase che proprio non riesco a digerire è che: "La cultura non dà da mangiare". Una affermazione che non è ammissibile. Soprattutto in Italia.